3. Capitolo X La corsa maledetta

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Stavo per gridare.
Ma mi chiusero là bocca e mi tirassero dietro l'albero.
Non avevo idea di chi potrebbe essere, visto che la persona mi teneva stretta a se in modo da non potermi girare.
Di sicuro non era lei.
No, per niente. Le sue mani profumavano di rose.
Queste invece puzzavano di metallo.
Però di una cosa ero sicura.
Era un uomo.
Provai a girarmi per vedere il suo volto. Ma ancora non me lo permise. Io cominciai a muovermi con più forza, finché sentì qualcosa colpirmi sulla testa.
Ho abbassato la mia guardia.
Avevo paura. Stavo cadendo e questa volta non c'era nessuno a salvarmi.
Visi la sua faccia in modo sfumato.
Quello sguardo..
Era lui.
Era il mio ex ragazzo.
Senti la lacrima scendermi sul viso prima di colpire la testa e scomparire come in una galassia tutta nera.

»Non sapevo dove ero, dove mi stessero portando o cosa mi stessero facendo. Non sapevo nulla al di fuori della mia testa.
Ero rinchiuso in me stessa. Ma l'unica cosa a cui riuscii a pensare era lei.
Adesso il giorno fa male. Fino a diventare notte. E tu non sei qua, a farmi rialzare.
Ci hai messo una pietra sopra. Io mi stavo quasi abituando a essere qualcuno che amavi.
Il problema era, che mi piaceva pure.«

Sentii tipo una scossa che percorreva il mio corpo dall'inizio alla fine. Potevo muovere le mie dita, e dopo un po' anche aprire i miei occhi.
Mossi la testa piano da sinistra a destra per vedere quella persona seduta accanto a me.
Si, era propio lui.

Non era cambiato per niente in questi anni. Era rimasto identico a 6 anni fa, quando ci erravamo conosciuti in quel locale per ragazzini. Lui mi compro quel gelato, e poi me l'ho ricompro ogni giorno finché non eravamo una copia ufficiale. Stavamo bene insieme. Ma lui cambiò. Diventò geloso. Prima dei ragazzi che mi sorridevano, poi di quelli che mi salutavano e alla fine di tutte le persone che mi parlavano. Non avevo pace. Lui mi picchiava. Mi dava delle botte sulla faccia che il giorno dopo pensavo che la mia guancia si sia rotta o l'occhio sia uscito fuori. Io sopportavo. Fino a quel giorno.
Mi disse che voleva portarmi a cena fuori per scusarsi per tutto quello che mi aveva fatto. Io scema ci cascai pure. Entrammo in quella macchina e facemmo un viaggio di 1 ora. Cominciai ad a vere sospetti. Ad un tratto la macchina si spense lui mi tirò fuori e mi disse „Ora fai la
brava cagna mia, e fai guadagnare dei bei soldini a papà, capito" Io annui perché ormai non c'era via d'uscita. Mi aveva venduta. Aveva fatto di me una sua prostituta. E io neanche pensavo che poteva arrivare a tanto.

Risvegliata dal passato lo guardai fissa negli occhi. Non sentivo nulla. Ero vuota. Senza sentimenti.
Di nuovo.
Lui rise.
„Ben tornata a casa Ale amoruccio mio bello. So che ti sono mancato. Ma non preoccuparti ora ci siamo ritrovati. Per sempre questa volta."

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Spero che vi piaccia:) fatemi sapere❣️

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⏰ Last updated: Jan 28, 2019 ⏰

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