Clio

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Visse in un passato ormai remoto uno strano essere. Strano non perché fosse deforme o di mostruoso aspetto, tutt'altro, era l'incarnazione dell'umanità, l'Idea di essere umano, per dirla in termini platonici. La stranezza del misero essere era dovuta alla sua indole. Sebbene di natura docile e mansueta non sopportava le dimenticanze, di qualsiasi tipo. Solea dire che il ricordo è la cosa più preziosa che un uomo ha, che senza passato non ha senso un futuro.

I conoscenti lo presero per pazzo, lo ripudiarono ed emarginarono dalla loro piccola società, così che a lui non rimase altro da fare che rinchiudersi nelle sue memorie.

Sopravvisse per anni in quel triste stato. Dimenticò il significato di essere umano, dimenticò il significato di essere.

Dovette sopportare la peggiore delle torture, il non far parte della storia.

Tuttavia non aveva alcun rimpianto, cominciò ad allargare l'oceano di memorie in suo possesso, così da poter navigare con più libertà nella sua mente.

Lesse libri su libri, apprese nozioni su nozioni. Date di nascita, date di morte, tutto era nella sua mente. Conosceva perfettamente la biografia di un'infinità di personaggi.

Per scacciare la solitudine non gli era necessario altro che fingersi uno di quei personaggi, chiudere gli occhi e spiegare le vele.

Occorrerebbe qui una piccola precisazione; non si fingeva un personaggio, lui era quel personaggio. In fondo, da cosa è descritto un uomo se non dal suo passato?

Inizialmente riusciva solo a fare da spettatore interno, ma in seguito scoprì di poter fare ciò che voleva delle persone non ancora morte che possedeva, mentre era costretto a rivivere fedelmente gli avvenimenti accaduti agli ormai spirati grandi uomini del passato.

Prese questo potere come un gioco, mettendo alla berlina i famosi dell'epoca. Soltanto dopo qualche tempo si rese conto di ciò che aveva in mano, dell'immenso potere che sgorgava dalla sua memoria.

Un'altra importante scoperta gli si presentò; o meglio, due.

Preso possesso di un corpo, gli era concesso di possedere contemporaneamente quello di un consanguineo appartenente alle generazioni successive; aveva inoltre accesso a TUTTI i ricordi del povero posseduto.

Bastò qualche settimana per fargli conoscere la storia di buona parte dell'umanità. Utilizzava i ricordi di un fratello per apprendere il passato della sorella, o possedeva un genitore per poi passare ai figli.

Non poteva chiedere di meglio. Era il suo sogno. Conoscere la Storia, con la S maiuscola.

O almeno pensava fosse ciò che realmente voleva.

Tutti quei ricordi lo misero di fronte alla vera essenza dell'uomo.

Gli era concesso di conoscere ogni anfratto dell'umanità. Vedeva la gioia negli occhi di un padre la cui figlia è appena nata, o la felicità di un bambino a cui è stata comprata la sua prima bicicletta.

Ma queste non sono che una minima parte della vita umana.

Vide stupri, tradimenti, omicidi, pedofilia, abusi.

Capì che il vero volto dell'umanità è quello che non si vede, quello sepolto nei ricordi, quello nascosto tra sensi di colpa e scuse.

Prese l'unica decisione possibile: infliggere ai peccatori una degna tortura. E quale tortura migliore dell'essere cancellati via dai ricordi altrui? Proprio come amici e parenti avevano fatto con lui?

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