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"Per una volta potresti ringraziare al posto di rovinare tutto"

Me ne andai.

***

Finalmenteee il primo giorno di scuola.

Mai stata più felice di andare a scuola.

3° anno, wow.

Mi vestí con un paio di skinny jeans neri e una felpa grigia, visto che stranamente tirava un po' di venticello.

Stan Smith, mascara, capelli lisci e pronta.

Non mi truccavo spesso, non mi piaceva né avere tutta quella robaccia chimica in faccia né ne avevo bisogno, se capitava che mi truccassi mettevo soltanto corettore, mascara e rossetto opaco o a volte solo mascara.

Scesi salutando Stilver già pronto alle 7.30 di mattina.

Mangiai frettolosamente e uscì prendendo sú lo zaino.

Quel giorno che incontrai Ashley non ero più andata a vedere la scuola, questo perché lei mi disse che mi avrebbe accompagnato.

Mi chiese anche dove abitassi ma decisi di non dirglielo, così decidemmo semplicemente di incontrarci in una caffetteria qui accanto.

Raggiunsi il posto deciso in precedenza e la aspettai all'entrata.

Nel frattempo mandai un messaggio a Cass augurandole un buon inizio scuola, mi mancava così tanto.

É da una settimana che non ci vediamo ma sento la sua mancanza come non so cosa.

Dopodiché misi le cuffie e iniziai a pensare al fatto successo l'altro giorno.

Mi vergogno così tanto adesso a ripensarci.

"Volevo disperatamente fargli provare qualche emozione,dolore,paura,gentilezza, qualsiasi cosa che non sia rabbia.

Al posto di sedersi lui, alzò me poggiandomi sulla scrivania di fronte al suo letto.

Mille brividi si sparsero al suo tocco,a partire dai fianchi dove aveva poggiato le mani fino a solleticare il braccio destro,dove c'era il livido."

Era così strana la sensazione che provavo.

Può sembrare una cosa normalissima, ma non lo è affatto per una persona che non è mai stata fidanzata e non si è mai concessa a nessuno.

É vero i brividi che avevo, la pelle d'oca erano causati dalla paura, ma alcuni anche dal suo tocco.

Ancora ricordo lo sguardo intenso che aveva su di me, in ogni minimo movimento che facevo.

Lo sguardo duro, freddo di ghiaccio.

Non parlava ed era dannatamente imbarazzante e stressante la cosa.

Odio il fatto che non lo veda provare nulla, vuoto, é una cosa che non mi andrà mai giù.

Però quel gesto?Di alzarmi sulla scrivania?Voleva che lo aiutassi allora?

Non penso proprio pensando alle sue ultime parole.

Già, lì mi incazzai ancora di più.

Cosa gli costava dire 'grazie'?Nulla.

La prossima volta al posto di aiutarlo lo mando a fanculo e siamo a posto.

Sentì qualcuno da dietro pichiettarmi la mano sulla spalla, mi girai trovandomi davanti una biondina sorridente.

"Ashleeey" l'abbracciai.

Devo dire che se anche la conoscevo da pochissimo,la consideravo una buona amica, simpatica e terribilmente simile a me.

Los Angeles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora