Guardammo ancora un episodio, ma io mi addormentai a metà, con Paulo che mi accarezzava i capelli; e circa mezz'ora dopo, quando ormai dormivo serenamente, mi svegliò:
"Andiamo a letto piccola?" chiese, con un tono molto più dolce del solito.
Annuii, troppo stanca per parlare, ma quando il mio cervello realizzò che mi aveva chiamata di nuovo piccola, allora gli presi la mano, lasciandoci un bacio.
Adoravo quel soprannome, e detto da Paulo era ancora più speciale.

Entrammo nel grande letto in ecopelle bianca, e come sempre, Paulo mi abbracciò forte.

Avevamo dormito insieme troppe poche volte per farci l'abitudine, ed ogni volta mi sentivo in modo diverso, soprattutto quando ero a casa sua, e dormivo con lui nel letto in cui, un tempo, dormivano lui e Antonella.

Il fatto che entrambi continuassero a postare foto insieme mi faceva ingelosire come non mai, ma era per il bene di Paulo: sapevo che la sua vita sarebbe diventata troppo pesante se i giornalisti avessero iniziato a tartassarlo di domande riguardo i motivi della rottura tra lui e quella che, per anni, era stata la sua fidanzata.

Smisi di pensarci e mi girai a guardare Paulo, sorprendendomi nel vederlo sveglio:
"A cosa pensi?" chiese,
"Stavo pensando a quante ore di coda potremmo trovare in autostrada domani." tagliai corto, forse con tono troppo freddo, perché Paulo si accorse che stavo mentendo,
"E credi che io sia stupido? Que pasó nena?" [cosa è successo piccola?]
"È successo che mi fa stare male il fatto che tu debba ancora pubblicare foto con Antonella." decisi di confessargli, perché mi fidavo ciecamente di lui.
Il suo sguardo si spense e fece per parlare, ma io lo interruppi:
"Non voglio che tu smetta di farlo, solo perché so che è per il tuo bene, e so che odi i giornalisti." dissi, credendo veramente in ciò che stavo dicendo.
Lui non rispose, si limitò ad avvicinarsi ancora più a me, appoggiando il braccio sulla mia schiena e abbracciandomi, e mi resi conto che non avrei voluto che dicesse niente.
Nonostante non stessi nel migliore dei modi Paulo era lì con me, e non volevo nient'altro.

Mi svegliai di colpo perché sentii un peso enorme su di me. Quando aprii gli occhi vidi Paulo sopra di me:
"Cosa stai facendo?" gli chiesi, sfregandomi gli occhi,
"Dobbiamo andare dai tuoi, siamo in ritardo di un quarto d'ora, sono le sette meno un quarto, non ti saresti svegliata neanche con le cannonate." disse, visibilmente preoccupato,
"Mi prendi per il culo? Pensavi davvero che dicessi sul serio quando ho detto che ci saremmo dovuti alzare alle sei e mezza?" chiesi, girandomi dall'altra parte per riaddormentarmi, ma Paulo posò puntualmente le sue labbra sulle mie, quindi fui costretta a svegliarmi, e con i suoi baci riuscii ad alzarmi di buon umore.

Presi il mio trolley, che era fin troppo piccolo, e Paulo me lo tolse di mano:
"Piensi davvero che ti lascerei portare una valigia da sola nena?" chiese, convintissimo,
"Innanzitutto in Italiano si dice "pensi" e non "piensi". Poi pensavo di essere in grado di trascinare un trolley fino all'ascensore." dissi scoppiando a ridere, e dandogli un bacio.

Circa mezz'ora dopo eravamo bloccati in coda, probabilmente perché quella era l'autostrada che portava anche in Valle d'Aosta, e in molti trascorrono lì il Natale.
Per il resto, il viaggio fu abbastanza veloce, una volta usciti dal traffico filò tutto liscio, finché Paulo appoggiò la mano sulla mia coscia, come faceva sempre quando eravamo in macchina, e allora mi sentii pervadere da un calore familiare.

"Pensi che i tuoi genitori mi odieranno?" chiese, la sua voce era insicura, proprio come lui in quel momento,
"Non potrebbero odiarti neanche se volessero, solo perché sei Paulo Dybala. Poi aspetta che mi vedano così felice... ti adoreranno." dissi, e parlando posai inconsciamente la mano sulla sua.

Lui si limitò ad annuire, ma notai che non era ancora sicuro. Per me era molto strano vedere Paulo insicuro, perché lui era sempre molto sicuro e sfrontato, ma evidentemente quel suo essere schietto e sfacciato nascondeva un ragazzo insicuro ed estremamente dolce.

"L'alba è magica. È la cosa più bella del mondo, dopo i tramonti, la pioggia e il cibo." dissi,
"Anche tu non scherzi." disse lui, prendendomi la mano, e spiazzandomi del tutto con quella frase,
"Nena dobbiamo fermarci a prendere dei regali prima di arrivare?" chiese, "E poi devo prenderti il regalo di Natale..." concluse.
Andai avanti una decina di minuti a dirgli che non volevo nessun regalo, mi bastava che lui fosse lì con me, e finì con il decidere che mi avrebbe fatto una sorpresa.

"Chi è?" chiese mia madre al citofono,
"Io." risposi con la voce scocciata senza motivo, ma in fondo ero felice di essere lì.

Quando si aprirono le porte dell'ascensore la prima cosa che vidi furono gli occhi verdi di mia sorella che, non mi degnò nemmeno di uno sguardo, ma fissò Paulo con un sorriso smagliante:
"Hai portato davvero Paulo Dybala? Oh mio dio!" disse, con le mani davanti alla bocca per lo stupore,
"Dovresti prendermi sul serio quando dico le cose." le sorrisi, e poi mi abbracciò fortissimo.

Per me era davvero straziante dover stare lontano da mia sorella, e ogni volta che potevo me la portavo a Torino per il weekend. Aveva quindici anni, ma non era come alcune ragazze a quell'età, anzi era molto matura.

Essendo juventina, ed essendo Paulo l'idolo della maggior parte degli juventini, probabilmente mi avrebbe fatto una statua per averlo portato a casa nostra.

Come varcai la porta di casa i miei genitori mi abbracciarono calorosamente tra un "Buon Natale!" e un "Auguri tesoro!".

Appena mio padre si accorse che dietro di me c'era davvero Paulo, la sua espressione mutò in quella di un bambino che aveva visto un fantasma. Guardai commossa Paulo mentre salutava i miei genitori, con un po' di imbarazzo, e poi prese a parlare di calcio.

Passammo la giornata in salotto a parlare con mio papà di tutto e di niente, mentre mia sorella era in giro con le sue amiche e mia mamma stava facendo la spesa per il cenone.

Una volta terminate le infinite domande di mio papà a Paulo, sugli allenamenti, sui ragazzi, sulle partite, sul mister, eccetera, presi Paulo per il braccio e lo trascinai in camera mia, dove si buttò sul letto, esausto.

Misi una tuta che doveva avere una decina d'anni, e lo raggiunsi. Gli accarezzai i capelli, e lui iniziò a baciarmi sul collo. Quella scena era perfetta, l'avrebbe detto chiunque l'avesse vista.

Mi svegliai circa un'ora e mezza dopo, non capacitandomi di essermi addormentata, e vidi Paulo accarezzarmi i capelli:
"Ciao." iniziai con voce cantilenante e assonnata,
"Menomale che ti sei svegliata, mi stavo annoiando a morte. E non ci capisco nulla di questo film osceno." sbuffò, indicando lo schermo del suo telefono, su cui stava guardando Netflix.
"Potevi svegliarmi prima, oppure renderti utile e scendere a prendere qualcosa di malsano da mangiare." gli sorrisi, e poi mi sedetti accanto a lui, che alzò gli occhi al cielo per poi baciarmi.

Ci baciammo per quella che mi sembrò un'infinità: non era mai abbastanza, Paulo stava diventando la mia dipendenza, e io avevo sempre odiato l'essere dipendente dagli altri, ma con lui era tutt'altra cosa.

"Scendete a cena o state facendo cose vietate ai minori?" gracchiò mia sorella, bussando alla porta della mia stanza,
"Per chi mi hai presa? Ci dormo da quando avevo cinque anni in questo letto, non ci farei mai nulla di male." la presi in giro, mentre uscivo dalla stanza seguita da Paulo.

Nel bel mezzo della cena mia madre interruppe il discorso di Paulo sul mangiare sano, a cui io sembravo essere completamente contraria:
"Perché non guardiamo le foto di Martina quando era una piccola e mangiava decentemente?"

Sapevo che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi, perché mia mamma faceva vedere a tutti le foto di me e mia sorella da piccole. Paulo annuii con un sorriso malizioso e poi posò la mano sulla mia coscia aprendo l'album che mia mamma gli aveva appena messo tra le mani.

Hi everyone!
Sono le ore 00.56 e io sto pubblicando adesso, perché mi sentivo in colpa a fare uscire il capitolo domani mattina. Tenete conto che domani parto alle 7.30 per andare in viaggio studio in Inghilterra.
Farò il possibile per pubblicare anche da lì, ma non vi assicuro niente.
Grazie, come sempre, di tutto.
Love you all. ❤️
Sofia.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें