UN OSSO BAGNATO

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«È un osso umano, vi dico.»

Si girarono tutti sorpresi a guardare Martina. Michele se ne stava seduto al tavolo in mezzo tra Nino e Carolina, lo sguardo perso nel vuoto. Il suo respiro era affannato, come se avesse corso una maratona. Da quando lui e Leone erano scesi dalla camera da letto e avevano mostrato agli altri l'osso, non aveva aperto bocca.

Leone era l'unico in piedi e passeggiava avanti e indietro per il soggiorno, le mani giunte dietro la schiena e l'espressione concentrata e pensosa. Gli altri avevano preso posto intorno al tavolo, tutti con lo sguardo puntato al centro, dove troneggiava -illuminato dal lampadario che gli conferiva un aspetto quasi spettrale- il bianchissimo osso che Michele aveva trovato qualche minuto prima nella sua valigia. Il tabellone del Cluedo era stato spostato di lato, per fare spazio al nuovo reperto e le pedine erano tutte sparpagliate e rovesciate.

«Come fai a sapere che si tratta di un osso umano? Non mi risulta che tu, oltre a metterti lo smalto e postare foto su Instagram, avessi altre competenze», disse Leone, bloccandosi a metà della sala e rivolgendole un'occhiata ironica.

«No! Ma prima di... Ehm... di diventare una Fashion Blogger, ho pensato di studiare medicina. Così ho letto qualche libro.»

Leone annuì e si passò veloce la lingua lungo il labbro superiore. Poi si avvicinò al grande tavolo del soggiorno, dove i cinque amici erano seduti. Si piazzò proprio davanti ad Alejandro e Martina che si stavano tenendo per mano, i loro occhi erano puntati sull'osso luccicante.

«Siamo in una villa isolata in mezzo al bosco, a dieci chilometri di distanza dall'abitazione più vicina», disse Leone, con tono calmo e razionale, le braccia conserte e le gambe leggermente aperte a formare una A.

«Quest'osso è stato senza dubbio portato qui da qualcuno di noi, forse per fare uno scherzo. Uno scherzo di cattivo gusto», sollevò lo sguardo e lo fece scorrere su Nino, Michele e Carolina, guardandoli fissi ad uno ad uno per un istante che a loro parve interminabile. Poi tornò a posarlo su Martina e Alejandro.

«Voi non ne sapete niente?»

Alejandro sollevò gli occhi e lo fissò in tralice, da sotto la coppola.

«Ci stai accusando di aver nascosto un osso, un osso umano per giunta, nella valigia di Michele?», disse, la voce tremante per la rabbia.

«Non sto accusando nessuno. Voi...Beh, voi siete stati quelli che si sono assentati più a lungo, siete saliti al piano delle camere. Pensavo solo...»

«Pensavi cosa? Che ci fosse venuta la splendida idea di fare uno scherzo così stupido? Per quale motivo avremmo dovuto fare una cosa del genere?»

Si era alzato di scatto dalla sedia, fermandosi a pochi centimetri dal volto di Leone. Il suo tono era minaccioso.

«Calmati Alejandro, non serve a nulla scaldarsi.» Leone mise avanti le mani in segno di resa.

«Qualcuno sa qualcosa di questa storia? Lo scherzo è durato anche troppo. Chiunque sia stato parli, adesso.»

Silenzio. Alejandro tornò a sedersi, lo sguardo fisso sull'osso.

«Guardate, è... è bagnato!»

Gli altri si protesero sul tavolo e guardarono stupefatti il punto che Alejandro stava indicando. Proprio alla base dell'osso, sul tavolo, si era formata una piccola pozza d'acqua marroncina.

«È come se venisse da fuori.»

Si girarono tutti, nello stesso istante, verso Carolina.

«Cosa c'è?», chiese lei con gli occhi spalancati, senza capire.

THE PUZZLEWhere stories live. Discover now