capitolo 3

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Quella sera Merlino parlò a lungo con i miei genitori e cercò di convincerli che portarmi con lui non poteva essere che un bene. La pioggia batteva lenta sulla mia finestra quella notte ed iniziai a fissare il paesaggio plumbeo al di fuori, possibile che io, una ragazzina solitaria e così comune..fossi la reincarnazione della spada più potente mai esistita, forgiata dal fuoco di un drago, direttamente collegata alla magia di Merlino e al nobile cuore di Artù...che io, proprio io, avessi vissuto nella Camelot che avevo sempre sognato e che non ricordassi nulla di tutto ciò, o più semplicemente, lo sapevo nel profondo del mio cuore e non avevo mai prestato attenzione a quella verità.
  - Ehi Brenda, domani mattina partiremo- Merlino si affacciò dalla porta per scrutarmi e notata la mia indifferenza si avvicinò a me sedendosi al mio fianco,
  - quanti ricordi! Un tempo queste terre erano casa mia e ricordo ancora quanto Camelot fosse possente, fiorente e splendida, luminosa come una stella e colorata d'oro, ricordo ancora i miei amici...- abbassò la testa sorridendo appena tra qualche lacrima che gli rigava il viso
  - cosa ricordi di me?-
  - Ricordo la tua nascita Brenda, ero poco più grande di te quando l'anima magica nata dallo spirito del più saggio dei draghi, Kilgarrah ti diede vita, ricordo la tua lama illuminarsi di stelle quando i raggi che penetravano dalla foresta colpivano la scritta in oro riportante il nome del tuo più grande alleato, Artù...era entusiasta quanto ti estrasse dalla roccia Brenda e sento ancora il sibilo dei colpi sferrati a freddo sui nemici immortali- lo ascoltai con attenzione ma non riuscivo a ricordare nulla di ciò che stava dicendo, eppure sapevo che era vero
  - e poi ricordo una dolce bambina, allegra e intelligente, venire ogni giorno da un vecchio mago e chiamarlo amico, senza che lui abbia fatto nulla, una bambina che è cresciuta trasformandosi in una perfetta donzella di Camelot con un cuore degno di questo nome, impregnato di coraggio, lealtà, volontà e fede, fede nell' idea che Artù aveva del nostro mondo, capisco che tu sia preoccupata Brenda, mi sentivo esattamente come te quando mi rivelarono chi sono e qual è il mio posto in questo mondo ma devi pensare a te come alla chiave della felicità di molti, come qualcosa che neanche tu puoi controllare- guardai negli occhi Merlino e gli sorrisi di rimando spontaneamente, non ero più pensierosa o nervosa, solo curiosa, tanti pensieri mi invadevano la mente tra lo stupore e l'eccitazione,
  - Merlino, potresti mostrarmi Camelot?- i suoi occhi si coprirono di un velo di tristezza e anche le sue labbra si inarcarono verso il basso, gli poggiai una mano sull'avambraccio cercando di consolarlo e facendogli capire che non era mia intenzione riportare a galla ricordi troppo tristi persino per lui,
  - domani all'alba e solo all'alba potrò rievocare il mio ricordo di Camelot e tu potrai vederla per un'ora, va bene?- mi guardò serio e io annuii per poi stringerlo forte a me...la sensazione era molto strana, come se lo conoscessi da anni, come se non aspettassi altro che rincontrarlo da secoli e secoli.
Il sole cominciò a sorgere, una scossa mi ridestò dal sonno
  - su! Vuoi perderti Camelot!?-
  - Per nulla al mondo!- corsi fuori e appena la sfera di sole iniziò a fare capolino dalle montagne il giovane mago raccolse i suoi pensieri, mosse le mani e pronunciò una sola parola
  "Camelot" .
Intorno a noi iniziò ad apparire una città le cui mura erano quasi abbaglianti, rimasi a fissarla e non potei crederci
  - È meravigliosa...-
  - su! Andiamo! Abbiamo solo un'ora Brenda- .
  Le persone avevano l'aspetto di fantasmi, ma continuavano a svolgere le loro mansioni quotidiane, ci avviammo lungo una strada pietrosa e ripida lungo la città bassa finché davanti a noi non comparve il castello di camelot, aveva torri alte che sembravano sfiorare il cielo turchese sopra di noi, un enorme piazzale si apriva sulla città alta e delle enormi scale ai cui lati campeggiavano due grifoni seduti conducevano alla porta e lì, in piedi, c'era un uomo giovane, biondo, era molto alto e con un fisico scolpito, la sua armatura scintillava argentata rendendolo simile ad una stella nella notte più buia e il suo mantello, rosso come il sangue dei nemici ondeggiava alla leggera brezza facendolo apparire etereo,
   il mago piangeva senza risparmiarsi e sorridendo contemporaneamente, era felice eppure estremamente triste di avere tutto quel mondo davanti ai suoi occhi, increduli almeno quanto ai miei che riconoscevano un ambiente familiare in un passato così lontano...
- Merlino, chi è quell'uomo?-
  - Era molto che non lo rivedevo, eppure non ho mai dimenticato nemmeno un dettaglio di lui...Artù-

Artù-

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⏰ Last updated: Jan 07, 2019 ⏰

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