Era stato difficile da accettare, da capire, ma ormai non immaginavo più la mia vita senza quel guastafeste di Zayn Malik, il mio tanto odiato coinquilino. Eppure, in entrambi i casi c’era l’eventualità che se ne andasse, che mi lasciasse da sola in quell’appartamento che senza di lui sembrava troppo grande, vuoto… freddo.

«Non posso, Doniya - le dissi alla fine - Non posso prometterti una cosa del genere, perché non potrei mentirgli.»

Lei fece per aprire bocca, ma la porta della stanza si aprì di scatto, lasciando passare un accozzaglia di colori che identificai come la mia migliore amica. «Sonny, ti devo raccontare!» strillò Shelby, accorgendosi soltanto dopo di Doniya. Le sorrise, buttandosi sul letto accanto a me, mentre la sorella di Zayn si alzava.

«Vi lascio sole - disse - Io e Louis andiamo a sciare, questa mattina.»

«Avete fatto pace?» domandai, sorridendo per la prima volta quel giorno. Lei si strinse nelle spalle.

«No - disse - Ma stiamo cercando di rimettere insieme i cocci.»

Shelby ed io la guardammo uscire dalla stanza, silenziose ma non appena la porta si chiuse alle sue spalle, la mia migliore amica si avventò su di me.

«Abbiamo fatto pace.» annunciò Shelby con solennità, alzando il mento con fierezza. Le sorrisi, un sorriso che doveva essere sincero, ma uscì più come una brutta smorfia. Lei mi fissò per un istante perplessa, corrugando le sopracciglia.

«È successo qualcosa, Sonny?» domandò circospetta, mentre abbassavo lo sguardo sulle mie mani fredde e tremanti.

«No… niente.» dissi in un sussurro. Cercai di sorriderle. Aveva appena fatto pace con Harry ed ero felice per lei, lo ero davvero,  non potevo rovinarle quel momento con i miei problemi, ma sapevo che Shelby non mi avrebbe lasciato scampo fino a quando non avesse capito che cosa non andava. Non ero una brava attrice, non ero capace di nascondere i miei sentimenti quando mi trovavo in determinate situazioni.

«Yates, sono la tua migliore amica - mi rimbeccò lei - So che c’è qualcosa che non va, che cosa è successo ieri sera?»

«Te l’ho detto… niente!» sputai, tenendo lo sguardo basso.

«Oh insomma! - sbuffò lei, sistemandosi la sciarpa color avorio intorno al collo - Anche Zayn è strano, non ha nemmeno mangiato questa mattina… che ha fatto? Si è per caso dichiarato?» finì lei con tono divertito. M’irrigidii, trattenendo addirittura il respiro per non risponderle, ma lei recepì il mio silenzio come una risposta affermativa.

«Oh Gesù! - strillò, balzando in piedi - Si è dichiarato… Sonny! Come hai osato non dirmi nulla? Dimmi cosa è successo, ti prego!»

Alzai gli occhi al cielo, sospirando sonoramente. «Solo se la smetti di agitarti come un anguilla!»

Lei si risedette accanto a me, le gambe incrociate e i gomiti appoggiati sulle ginocchia, lo sguardo fisso sul mio viso stanco.

«Allora?» m’incitò lei a cominciare, visto il mio silenzio.

«Stai calma! - borbottai - Non è così semplice… è stato… imbarazzante.»

«Imbarazzante? Si è inginocchiato davanti a te con un anello di diamanti, sicuramente di Tiffany, chiedendoti di sposarlo? Questo è imbarazzante, Sonny!»

«Un anello di Tiffany non è mai imbarazzante!»

«Oh, va bene! - soffiò lei alzando gli occhi al cielo - Raccontami cos’è successo e facciamola finita! È come strappare un cerotto, se lo fai lentamente fa più male.»

«Tu e le tue stupide metafore - sibilai - Che cosa vuoi sapere? È successo tutto troppo in fretta… stavamo guardando la televisione, io ho detto qualcosa di stupido e lui se n’è andato in cucina. Era così strano ieri, te ne sei accorta? Probabilmente no, troppo intenta ad evitare Harry… che fatica sprecata!»

The TenantWhere stories live. Discover now