Capitolo uno

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Era sempre stato così, da che io ricordi ho sempre abitato queste terre verdeggianti, i loro suoni e ciò che le abita mi rendono felice e mi ricordano sempre chi sono.
Il sole splendeva alto nel cielo quel pomeriggio ed io ero una giovane, ingenua ragazzina dai capelli rossi e ribelli, non avevo molti amici eccetto un'enorme quercia vicino casa mia ed è lì che la mia storia è cominciata, o meglio, lì ho scoperto che era già cominciata e che io ne ero la protagonista.
Come ogni giorno tenevo stretto lo zaino alle mie spalle per correre il più velocemente possibile dall'uomo dormiente, la quercia mia amica, così diversa dagli altri, come me e che in una foresta piena di alberi aveva scelto di rimanere sola e in disparte a sorvegliare la vita intorno a lei e per me aveva qualcosa di magico che proteggeva anche me e per questo andavo sempre a trovarla dopo la scuola per raccontarle la mia giornata.
Quel pomeriggio feci lo stesso e corsi finché non vidi quella corteccia tanto particolare da somigliare al viso di un anziano centenario, rugosa, intrecciata e incartapecorita, con due occhi brillanti e locuaci e le fronde maestose che danzavano ogni qual volta mi sedevo accanto alle salde radici legnose.
  - Ciao uomo dormiente! Oggi a scuola abbiamo studiato re Artù e i cavalieri della tavola rotonda finalmente..come? Tu lo hai conosciuto? Ah ma questo lo sapevo già...e mi hai già raccontato le sue gesta e di quanto fosse bello e coraggioso-. Re Artù, ne ero affascinata da sempre e senza saperlo tra noi era nato un legame superiore che andava oltre ogni immaginazione.
  - Sai, devo fare una ricerca su di lui per la settimana prossima e non vedo l'ora! Userò il libro del nonno...che ne dici amico mio, di raccontarmi ancora quanto fosse splendente Camelot, come Ginevra fosse.bella e gentile e come i draghi fossero liberi di vivere..- immaginavo che quella vecchia pianta mi parlasse, non lo sapevo ma era così, solo che ancora non ero in grado di ascoltarla..rimasi sotto la quercia per un paio d'ore, finché il sole non iniziò a tingere di rosso sangue il cielo e dopo un saluto veloce al mio amico corsi a casa.
Come al solito a quell'ora non c'era nessuno e visto che quel giorno anche il nonno era uscito mi avvicinai a passi lenti alla libreria e sfiorai con il dito il vecchio libro con la copertina incartapecorita , color cuoio e delle scritte ormai sbiadite di cui si vedeva solo qualche sprazzo dorato,
  - Brenda! Siamo tornati!-
  - Mamma!-
  Riposi immediatamente il libro dov'era, per qualche ragione mio nonno odiava l'idea che qualcuno lo sfiorasse, sosteneva che fosse "pericoloso".
Quella notte un raggio di luna prorompeva dalla mia piccola finestra sul mondo e improvvisamente sentii una voce maschile chiamarmi, mi sentii improvvisamente tranquilla e posseduta da una forza sconosciuta, mi alzai dal letto e a piccoli passi mi piazzai davanti alla libreria e qualcosa mi spinse ad afferrare il volume proibito e poi ad incamminarmi lentamente verso la foresta a piedi nudi.
La leggera brezza inglese soffiava sulla mia candida pelle accaldata e scompligiava i miei capelli mentre la luce delle stelle rischiarava il mio cammino oscuro, non ricordo molto di quella lunga passeggiata, se non che arrivai davanti alla quercia il cui volto era coperto da un velo argenteo di luce lunare e la rugiada risplendeva come stelle sulla sua corteccia nodosa, le lucciole volavano in cerchio creando piccoli vortici luminosi che rendevano l'ambiente fatato.
D' un tratto mi sentii sopraffare da un senso di tranquillità e felicità che mi diedero la sensazione che qualcuno mi stesse proteggendo e amando, il libro che avevo in mano prese vita quella notte, le sue pagine iniziarono a girare velocemente finché raggiunta una pagina raffigurante una quercia si fermò..accanto a quell'immagine una scritta prese vita parola per parola illuminandosi fino a diventare un nome
"MERLINO" seguito da "Belisama, brixta!" pronunciate quelle parole un fascio di luce dorata inizio a fluire verso l'alto avvolgendo il tronco dell'albero che lentamente si ritirava consumandosi nella notte gelida e rivelando le fattezze di un uomo che si liberava dalle sue catene, l'uomo cadde dapprima in terra per poi mantenersi saldo alla sua prigione, era molto alto ed esile, i suoi capelli erano corvini e corti e i suoi occhi azzurri come il mare e limpidi come il lago di avalon, brillanti ma soprattutto vi splendeva un bagliore insolito, di ...potenza...rimasi a guardarlo con gli occhi sgranati mentre lui si avvicinava lentamente a me e una folata di vento luminoso ci avvolse
  - chi sei?- gli chiesi sottovoce,
  - Merlino-

ExcaliburHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin