Capitolo 20 -Parte 2

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Non appena lo vidi cercai di nascondermi dietro la gente vicino a me nella speranza che non mi vedesse, a un certo punto lo persi di vista.

Chissà qual era la sua idea riguardo la nostra cosiddetta 'rottura', avrei voluto saperlo, ma preferivo non pormi strane domande a cui probabilmente non avrei saputo rispondere.

Raggiunsi Eva e i suoi amici in pista, sembrava si stessero divertendo molto, alcune ragazze ballavano in maniera poco dignitosa attorniate da una folla di ragazzi, mentre altre erano troppo occupate a limonare con qualche persona conosciuta la sera stessa.

Feci un espressione di disgusto.

Eva se ne accorse e scoppiò in una fragorosa risata, cosí mi trascinò verso di lei per ballare.
Non ero una grande ballerina, mi limitavo a muovere in contemporanea braccia e fianchi per sembrare un minimo a mio agio, ma chiunque avrebbe capito che non lo ero affatto.

Quella ridicola situazione mi aveva stancata e imbarazzata parecchio, cosí uscii e andai a fumarmi una sigaretta sulla scale, nel giardino sul retro.

Era parecchio isolato, ma quell'apparente situazione di calma mi creava sicurezza, cosí mi sedetti comodamente sulle scale e tirai un sospiro di fumo.

Intravisi una figura familiare avanzare, o meglio, barcollare nel buio: era Logan.

Scoppiò in una risata quasi isterica e mi indicò:
«Ma guarda chi si rivede! Evans!»
Arrossii velocemente e accennai un saluto, lui continuò:
«Vedo che ti stai divertendo a casa di Daniel»
Capii che si riferiva a Dylan
«Prima di tutto si chiama Dylan, e comunque non sto più là»
La mia espressione si fece più seria
«Ah ma allora ce l'hai una casa Evans, non vai solo a fare la sgualdrina nelle case di bastardi senza genitori»
A quelle parole la mia faccia diventò di ogni colore, ma sta volta non per la vergogna.
Mi alzai in piedi.
«Non permetterti di insultare me o chiunque altro, e torna a casa che non riesci a reggerti neanche in piedi Logan»
A quel punto scoppiò di nuovo a ridere e si avvicinò pericolosamente a me
«Certo però che Daniel è stato furbo, è arrivato prima di me. Come è stato farsi sverginare da un puttaniere che a momenti non ha neanche una casa?»
Il suo sguardo cambiò. Qualcosa mi diceva che non era più sicuro stare là da sola.
Vista la situazione non provai neanche a controbattere e indietreggiai, mentre Logan avanzò.

Improvvisamente una figura dalle spalle larghe mi oltrepassò e andò dritta verso di lui, gli sferrò un gancio destro che lo fece accasciare a terra.

In quel momento capii che era Dylan. Era intervenuto per difendermi, ancora una volta.

Dylan continuava a tirare pugni, tanto che mi chiesi se Logan non ne sarebbe uscito con qualche dente in meno. Dovevo intervenire.
Lo allontanai da Logan, che impaurito si alzò e corse dentro.
Dylan era fuori di se'.
«Cazzo Erika! Possibile che riesci sempre a cacciarti in queste situazioni?!»
Aggrottai la fronte
«Come se mi divertisse vedere te che picchi a sangue un altro ragazzo! Non era il caso di avere una reazione cosí esagerata.»
«Esagerata dici? Pensa se non fossi intervenuto, chissà cosa cazzo sarebbe potuto succedere, avrebbe potuto farti del male.»
Le sue ultime parole mi intenerirono, allora forse un po' ci teneva a me.
Lo sguardo di Dylan si fece più serio
« Non deve più capitare.»
«Non sono io che decido cosa deve capitare e cosa no»
Gli voltai le spalle e feci per andarmene allora lui mi prese il polso
«Non vorrai tornare dentro spero»
«Devo raggiungere i miei amici»
«Non capisci che sei in pericolo, quel coglione sarà sicuramente ancora in giro.»
Sbuffai
«Dylan, la stai facendo troppo grossa»
«Torna a casa Erika»
Scossi la testa
«Perchè mai dovrei farlo? E comunque non potrei, mio padre non c'è e ho dimenticato le chiavi.»
«Allora vieni da me.»
Scoppiai in una finta risata, anche se sembrava che Dylan non stesse affatto scherzando.
Sospirai, ma alla fine diedi un cenno di assenso con la testa, in fondo non era più tanto sicuro stare lí, Eva era in compagnia e io sarei rimasta da sola.

Le mandai un breve messaggio per non farla preoccupare e seguii Dylan, che si stava già incamminando.

Il tragitto non era lungo e in un breve arco di tempo fummo a casa sua.

Ci sedemmo sul divano, Dylan si accese una sigaretta, mentre inspirava il denso fumo io lo guardai e mi soffermai sui suoi dettagli: i capelli erano, come sempre, spettinati e gli ricadevano sulla fronte, le labbra erano schiuse e facevano fuoriuscire sbuffi di fumo.

Si accorse del mio sguardo posato su di lui, cosí si girò verso di me. Immediatamente feci finta di nulla.

Improvvisamente ruppe il silenzio
« E comunque scusami ancora per ieri, fin ora sono stato solo un coglione.»
La mia faccia si fece perplessa, cosí Dylan continuò
«Farti venire qua per una stupida scommessa, ho lasciato che tutto questo accadesse quando la mia idea era un'altra.»
«Cioè?» Gli chiesi insospettita
«Tu mi piaci Erika, e molto.»
Improvvisamente si avvicinò a me e il suo tono si fece serio.
«Di solito non mi piace mandare avanti le cose per le lunghe, ma tu sei diversa, con te ho paura di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato, non mi era mai successo prima.»
Ero parecchio confusa.
Dylan si mise una mano dietro la nuca, era imbarazzato, non pensavo lo sarebbe mai potuto essere.
«E non so nemmeno esprimermi lo so, ma voglio che tu sappia che tutto questo non l'ho fatto per gioco, in qualche modo volevo che tu fossi vicino a me il più possibile.»
«Dyl, con me non devi aver paura di dire ciò che pensi. Ammetto di aver sbagliato anch'io, non ti ho reso le idee molto chiare fin ora.»

Dylan si rasserenò e acquistò di nuovo la sua sicurezza.

Si avvicinò e posò con violenza le sue labbra sulle mie.

Fanculo tutte le decisioni prese fino ad allora, io in quel momento lo desideravo più di chiunque altro.

E il desiderio talvolta era difficile da controllare.

Spazio autrice:
Hola! Ecco il capitolo aggiornato, perchè le promesse le mantengo😏
Spero vi piaccia, intanto votate e soprattutto ditemi cosa ne pensate, perchè ci sto mettendo parecchio impegno.
Bacini

It's a hope //Dylan O'brien//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora