Taehyung la guardava con le labbra strette, i vestiti sottili. Fuori faceva un freddo cane e lui si era fatto tutto compatto, come un soldatino.

“Ho bisogno di voi.” disse, tremante. “Fatemi tornare a casa, vi scongiuro. Sono disposto a tutto.”

Interdetta dalla situazione, Atsuko sospirò. Fece un cenno verso l’interno dell’abitazione con il coltello. “Entrate.”

Taehyung si chiuse l’uscio dietro e aspettò immobile fino a quando la donna non ebbe acceso qualche candela. Dal buio emersero ciotole, mestoli, mazzetti d’erba. Su un tavolino c’era uno sgabello appoggiato a gambe all’aria e in un angolo del pavimento c’era un secchio pieno d’acqua piovana.

Atsuko prese a muoversi per casa, Taehyung la seguì.

“Cosa vorreste, un intruglio? Una scopa volante? Guardate che non sono una strega, se volete tornare a casa vostra dovete usare le gambe.”

“Voi siete una fattucchiera. Ci deve essere qualcosa che potete fare.”

“L’unica cosa che posso darvi è una buona dose di solidarietà. E nel caso siate così disperato anche un paio di erbette divertenti.”

“Per favore, Atsuko. Ve lo chiedo in ginocchio.”

La donna smise di agitarsi. Si voltò verso Taehyung e lo guardò negli occhi, finalmente seria. 
“Se fossi in grado di aiutarvi non mi trovereste qui, Altezza. Mi dispiace non poter far niente per voi, ma non ho potuto farlo neanche per me.”

Taehyung si sentì le spalle scivolare giù.

“Siete costretta a stare al castello anche voi?”

“Le nostre storie non sono molto diverse, Altezza. Vostro padre si è imbattuto nel mio villaggio tanti anni fa e quando ha scoperto la cerimonia del crisantemo mi ha portata via.”

“Non potete scappare? Vi siete arresa a morire qui?” 

“Oh, per quello ho ancora tutta la vita davanti. Letteralmente.” 

“Allora è vero quello che si dice di voi. Siete immortale.”

Atsuko guardò il principe. Era troppo curioso dei fatti suoi per essere uno a cui era appena stato negato l’aiuto di cui aveva tanto bisogno, ma forse era un modo per non pensare. Se distrarlo era l’unica cosa che potesse fare, Atsuko lo avrebbe distratto.

“Dovete sapere che non c’è niente di matematico nel comportamento dei crisantemi. Amano le persone che si sacrificano per altre persone. Di solito donano ai secondi i petali rimasti ai primi, per non farglieli dimenticare.”

Atsuko poggiò il coltello da qualche parte e si sollevò la manica della camicia da notte.

“Il mio villaggio è stato raso al suolo per avermi nascosta da Re Quentin.” 

Taehyung si portò una mano alla bocca. Il crisantemo della fattucchiera aveva decine, centinaia di petali. Non li si poteva contare, erano troppi.

“Quindi anche voi potete morire?”

“Basterebbe dire all’esercito di usarmi come tiro al bersaglio. Se hanno la mira buona finiamo in giornata.”

Esaurita la conversazione, Taehyung venne assalito da chili di delusione.

Aveva sempre pensato alla fattucchiera come alla soluzione finale, come l’ultima carta da giocare nel caso nessuno dei suoi piani andasse in porto. Non aveva pensato che anche lei avesse le mani legate.

Il biondo andò ad appoggiarsi ad una parete. Tirare giù l’unico sgabello presente sembrava una cosa rude da fare.

“Come fate a stare qui?” chiese. “A sopportarlo?”

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora