You must be Elena

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Stavo leggendo il diario di mio fratello: anno 1912. L'anno in cui perse il controllo e divenne lo "Squartatore di Monterrey". Leggevo le sue parole: c'erano tanti e tanti aggettivi, ma senza significato. Conosco mio fratello più di chiunque altro, quello che lui è stato non può essere descritto solo da questi aggettivi. Sentii un rumore. La porta si chiuse. Non era Stefan. Una voce «Stefan?», uscii di corsa da casa, non volevo essere scoperto. Vidi un corvo nero. Mette ansia alle persone: mi piace. Ero fuori la porta spalancata, e fissavo la ragazza che aveva pronunciato il nome del mio fratellino. Per un attimo pensai a lei, alla donna a cui ho pensato per oltre un secolo: Katherine, l'unica donna che io abbia veramente amato. Poi mi ripresi e capii che non era lei, ma la sua "copia", la donna che mio fratello stava perseguitando: Elena. Lei si girò. Il corvo spalancò le lunghe ali scure e si diresse verso di lei. La vidi spalancare gli occhi. Era a poco da lei quando la ragazza si spostò e urlò. Scattai dietro di lei. Lei si girò per vedere dove era andato a posarsi il corvo, ma c'ero io. Si spaventò; glielo si lesse in faccia. Ero a pochissimi centimetri dal suo viso. Potevo sentire il suo respiro caldo e affannato, la sua paura, l'odore del suo sangue e del suo sudore sulla pelle umida. «Ehm...scusa, la porta era...», si girò, la porta era chiusa «...aperta», terminò. «Tu devi essere Elena», mi guardò stranita «io sono Damon, il fratello di Stefan», sorrisi «Non mi aveva detto di avere un fratello», disse. «Mio fratello è un tipo molto riservato», risposi. La portai nel salone «Prego, accomodati». Entrò, un pò titubante, poi sorrise e mi guardò negl'occhi; io ricambiai lo sguardo sorridente ma appena si rigirò cambiai aspetto. Avrei voluto ucciderla. Certo, mi incuriosiva la sua innaturale somiglianza con Katherine, ma la vedevo come un'impostora, come se avesse rubato la vita di Katherine e fosse colpa sua se ora era intrappolata in quella cripta. In più era la ragazza di Stefan; qualsiasi cosa lo ferisse mi faceva sentire bene. Doveva soffrire e qual'era il modo migliore per vendicarmi se non fare del male alla persona che amava? Poi però pensai. Mi fermai dal mio istinto. Riflettei per essere più cattivo. Rovinare la loro storia era probabilmente anche meglio che ucciderla e finirla in così poco tempo. Doveva essere una tortura lunga e dolorosa.

«Sai è bello vedere mio fratello così felice. Ti ringrazio. Credevo non si sarebbe più ripreso dopo l'ultima». Si girò nuovamente verso di me, stavolta con uno sguardo di incomprensione «l'ultima?». Sapevo che aveva capito, e mi divertiva il modo in cui fingeva di non importarsene «si, Katherine... ah, capisco, non avete ancora toccato l'argomento degli ex», le ultime parole le feci uscire talmente strette che non credevo mi avesse sentito. «No», disse imbarazzata. «Capito. Prima o poi sarebbe uscito», dissi con un pizzico di ironia nella voce, «ciao Stefan», il momento di divertimento era finito perchè dietro di noi era comparso Stefan. Elena si girò e andò da Stefan, quasi sollevata. «Stefan...», disse. «Ciao Elena, non sapevo saresti passata», disse fissando sempre i miei occhi in maniera minacciosa. Ah che paura! Tremavo dal terrore! Elena rimase davanti a Stefan come se cercasse di capire se Stefan la vedeva. «Le stavo parlando di Katherine», dissi, «Si, ho sentito», continuò Stefan. «Stefan?», chiamò Elena. Stefan non chiese nulla e senza spostare il suo sguardo dal mio si spostò per far passare Elena. Me ne andai, abbastanza contento e divertito di come erano andate le cose. Questo era solo l'inizio.

I'm choosing to let you goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora