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Jane's Pov.

«Jane, com'è andata?» Mi domanda Karol sorridente una volta arrivata alla reception.

Mi sforzo di sorridere. «Meglio.» Mento.
Sembra stia per dirmi qualcos'altro ma non ho voglia di parlare.
«Buon giornata.» Mi affretto a dire prima di uscire, o meglio, di correre via da lì.

Continuo a correre per le strade e le lacrime cominciano a scorrere lungo il mio viso.
Sento il respiro mancare.
N

on ancora, non di nuovo.


Corro il più veloce possibile, allontanandomi da occhi indiscreti, per ripararmi dal giudizio altrui.

Arrivo in un quartiere poco abitato e  mi nascono in un vicolo cieco.

Mi butto a terra portando le ginocchia al petto e poggio la testa al di sopra di esse.

Non riesco a smettere di piangere e il respiro non sembra tornare.
Sento il cuore battere sempre più forte. Sul mio petto sembra ci sia un mattone che mi impedisce il respiro regolare.
Comincio anche a tremare.

Urlo, urlo più forte che posso.
Come se questo potesse servirmi a non sentire più il dolore, come se mi aiutasse a non farmi pensare.
Urlo contro il mondo, ingiusto.
Urlo contro di me, perché potrei essere una persona migliore, eppure non lo sono e non faccio nulla per migliorare.
Sono arrabbiata, arrabbiata con il mondo perché non mi aiuta, perché non aiuta mia madre.

Wrong Combination. •Peter Parker•Where stories live. Discover now