Capitolo Unico

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parte 1 - Pensiero fisso

Jackson Wang. Il mio pensiero fisso. In ogni momento sento il bisogno di stare con lui, di stargli vicino. La nostra, era ed è una di quelle amicizie che ti capitano una volta nella vita, quelle in cui tu e l'altra persona siete come fratelli, vi dite e condividete tutto, vi supportate ed aiutate a vicenda, siete sempre lì l'uno per l'altro. Un'amicizia profonda, vera, che ti lega indissolubilmente all'altra persona. Capitava molte volte che ci abbracciassimo, che ci tenessimo per mano oppure che incrociassimo gli occhi dell'altro casualmente, scoppiando poi a ridere. Per noi, questo era la normalità, e quando abbiamo debuttato, non abbiamo neanche minimamente pensato di smettere davanti alle telecamere, perché le fan avrebbero potuto 'pensare male'. Ma così accadde, e iniziò la famosissima Markson, una ship tra me e Jackson, che ci vedeva fidanzati, innamorati l'uno dell'altro.

 Naturalmente non era vero, ma dopo un po' iniziammo a capire che era per via dei nostri atteggiamenti nei confronti dell'altro. Da quel momento iniziai a sentirmi in imbarazzo sul palco, e quando avevo voglia di abbracciare Jackson alcune volte mi trattenevo, al contrario di come facevo prima. Il nostro manager e lo staff se ne accorsero, si accorsero che a telecamere spente ero il solito Mark, mentre sul palco e ai fansign era tutta un'altra cosa. Prima, se fossi stato seduto vicino a Jackson ad uno di essi non avrei sprecato occasione per fargli uno scherzo, o abbracciarlo e farci fare delle foto insieme, ma adesso tutto era cambiato. Se mi provocava, semplicemente facevo il finto arrabbiato o gli colpivo il braccio, finendola lì. Allora il manager ci disse di non smettere i nostri gesti affettuosi verso l'altro, ma anzi di accentuarli, per rendere felici le fan. E così noi facemmo. Iniziò il 'Markson Show' all'ASC  e dovemmo comportarci sempre di più affettuosamente. Dopo un po' l'imbarazzo sparì, ed io ero molto felice che le cose fossero tornate alla normalità, anche se ogni volta mi chiedevo se anche a lui facesse piacere oppure se stava solo fingendo, e la cosa mi rattristava molto. Fatto sta che, per colpa della 'Markson', riuscivo a pensare a me e Jackson solo come una coppia. Andando avanti con i mesi, appunto, tutte quelle attenzioni mi rendevano felice sempre di più, al punto di non sapere se sarei riuscito a farne a meno, e capii di essermi innamorato di lui. Tutto divenne più difficile, perché ogni singola cosa mi faceva impazzire, non arrossire era quasi impossibile e la gelosia iniziava a farsi sentire. L'unica persona a cui ne parlai fu Jaebum, che mi disse che in qualche modo lo aveva già capito, e il consiglio che mi diede fu: "Segui il tuo cuore". Semplice a dirlo, impossibile a farlo. Ero terrorizzato dai miei sentimenti, avevo paura di poter rovinare per sempre il nostro rapporto, e io preferivo mille volte amarlo in silenzio e da lontano che non parlargli o interagire mai perché mi odiava per colpa mia. Che fosse arrabbiato con me era l'ultima cosa che volevo. Allora, preso dalla paura, mi tenni tutto dentro. Nonostante tutto però, ogni giorno mi innamoravo di lui sempre di più, per ogni suo gesto: quando mi prendeva la mano e mi sorrideva, e se io cercavo di sfilarla lui faceva il broncio e rafforzava la stretta, quando indossava le felpe enormi, quando si passava la mano tra i capelli, quando faceva lo stupido, quando rideva, quando stava con me, quando mi abbracciava, quando ballava, quando cantava, quando faceva le battute, insomma sempre. Lui però sembrava non accorgersene, non accorgersi degli sguardi diversi che gli riservavo, di come tutto fosse cambiato. Non sapevo più cosa fare.

parte 2 - Sadness and love

Scendemmo dal palco, anche quel concerto era finito. eravamo tutti molto stanchi, ma felici. Alle fan era piaciuto moltissimo, avevano cantato tutte le canzoni e con i loro lightsticks luminosi avevano creato un mare di luci. Era stato magico, come ogni volta, ma allo stesso tempo diverso da tutte le altre. Salimmo subito sul van per tornare al dormitorio, per poi mangiare qualcosa, lavarci e andare subito a letto. E fu appunto quello che facemmo. Mi misi nel letto, circa verso l'una e trenta di notte, ma proprio non riuscivo a dormire. Gli occhi mi si riempirono di lacrime solo a pensarci: Jackson Wang. Le scene erano impresse nella mia mente come se fossero registrate, e mi scorsero nei ricordi come un film. Jackson che si avvicina a Jinyoung, Jackson che lo abbraccia da dietro, nel modo in cui a me piace tanto, Jinyoung che sorride, Jackson che gli da un bacio sulla guancia e le fan che urlano. Jackson che dice in continuazione 'Wang gae Park gae' e Jinyoung che certe volte completa la sua frase, altre si imbarazza. Jackson che mentre balla si scambia sguardi con Jinyoung, loro che sorridono guardandosi negli occhi. Jinyoung che durante una coreografia fa l'opposto di quello che dovrebbe fare, e invece di spingere Jackson lo avvicina a sé, le loro fronti che si toccano, così come fanno i loro nasi. Queste immagini mi si ripetono in loop in testa, facendomi scoppiare a piangere. Perché? è l'unica domanda che mi ritrovo in mente. Stringo il cuscino al mio viso, nel tentativo di soffocare i singhiozzi e di asciugare parzialmente le lacrime amare che stavano scendendo dai miei occhi in quel momento.

Sento un rumore nella stanza, così mi volto in modo da avere piena visione della porta. Qualcuno la sta chiudendo. Rimango immobile finché questo qualcuno si avvicina al mio letto, e io mi faccio leggermente da parte per permettergli di infilarsi nel letto. Si avvicina, e posa una delle sue mani sul mio fianco. Adesso, nella semioscurità lo vedo, e riconosco anche il suo familiare profumo. "Cosa succede Markie-pooh? Perchè piangi?" mi chiede Jackson preoccupato. In risposta gli giro la schiena, mentre altre lacrime solcano il mio viso. Non poteva essere qualcun'altro? Ti prego aiutami. Jackson si avvicina ancora, e mi abbraccia da dietro, facendo combaciare i nostri corpi. "Mi dici cosa ti fa stare male, Markie? Non voglio che tu sia triste, voglio che tu sia felice, voglio aiutarti. Posso fare qualcosa? Se hai bisogno di sfogarti fallo, lo sai che a me puoi dire tutto." Le sue parole mi scaldano il cuore in una maniera inimmaginabile, e anche il mio viso si arrossa. Lentamente mi giro tra le sue braccia, e mi stringo a lui, poggiando la testa nell'incavo del suo collo, senza bloccare i miei singhiozzi. Non voglio che mi veda in questo stato. Perché non puoi essere mio?  "Andrà tutto bene ok?" mi dice, e io annuisco leggermente, pur sapendo che non è vero. Mi lascia sfogare per un po', e poi quando mi calmo un po' e i singhiozzi diminuiscono, sento le sue mani che lentamente si poggiano sul mio viso e che fanno una leggera pressione per alzarlo. Mi guarda negli occhi, mentre io cerco di distogliere lo sguardo perché mi vergogno a mostrarmi in questo modo. "Guardami" mi dice dolcemente ma con tono fermo, ed io, titubante, lo faccio. "Ricordati che qualunque cosa sia successa e qualunque cosa succederà io sarò sempre al tuo fianco" dice "non ti abbandonerei mai". Alcune lacrime mi solcano le guance, silenziosamente. Le sue parole mi sono entrate nel cuore, significa così tanto per me. Sono fortunato ad avere un amico come lui. Come fai a non accorgerti di tutto questo?  Lentamente mi bacia le guance, togliendo le lacrime scivolate dai miei occhi pochi istanti prima. Mi bacia vicino all'occhio, sullo zigomo, su entrambi gli zigomi, poi il naso, la mascella e infine accanto alle labbra, quasi sfiorandole. Quando si alza siamo comunque vicinissimi, ed io sono come immobilizzato. I nostri respiri si mischiano, i nostri occhi si fondono insieme. Ci guardiamo per quella che sembra un'eternità, poi lui interrompe il contatto e abbassa lo sguardo, sembra mi osservi le labbra. 'Impossibile' mi dico. Ti prego, fa che sia così. C'è qualcosa nei suoi occhi, che mi spinge ad avvicinarmi lentamente, con insicurezza e timore. Lui capisce, finalmente, e annulla le distanze tra di noi, baciandomi. Mi coinvolge in un bacio dolce, lento, pieno di sentimento. Quando ci stacchiamo, dopo un'altro paio di baci, guardarsi negli occhi non fa più lo stesso effetto. "Promettimelo" sussurro. "Te lo prometto" dice lui, "ti prometto che non ti abbandonerò mai" . Rimaniamo in silenzio, persi nei nostri pensieri. Io che mi lamentavo della sua cecità su questo genere di cose, ero stato ancora più cieco di lui. Alla fine aveva ragione Jaebum, allora. "Ti amo, Jackson". "Ti amo anche io Markie-pooh".


Ok, Partendo dal fatto che questa one shot è nata molto a caso dopo che ho guardato alcuni video sulla markson su youtube, e mi aspettavo che venisse meglio, mi piace abbastanza il risultato, e spero che piaccia anche a voi. L'ho scritta di getto tutta in un giorno, e anche se all'inizio pensavo che sarebbe durata di più, alla fine non mi è sembrato il caso di farla tanto lunga. Grazie a Elisa e Beatrice che mi hanno sopportata mentre le raccontavo la trama e chiedevo consigli nonostante non siano kpopper. Grazie anche a tutti voi che avete letto questa mini storia, lasciate una stellina se vi è piaciuta.

Chiara💕

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𝘐'𝘭𝘭 𝘴𝘵𝘢𝘺 𝘣𝘺 𝘺𝘰𝘶𝘳 𝘴𝘪𝘥𝘦 - 𝐦𝐚𝐫𝐤𝐬𝐨𝐧Where stories live. Discover now