Una lettera per Sherlock Holmes

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Questa storia ha vinto uno dei prompt di "Mettiti in gioco anche tu #2"

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Un bussare violento fece sobbalzare Sherlock Holmes dai suoi pensieri.

Chi osa disturbarmi a quest’ora?

Scese dal divanetto sul quale si era sdraiato ad osservare la sua tappezzeria in stile vittoriano, vagando tra i pensieri che lo portavano sempre ai casi ancora irrisolti.

Aprì la porta con aria scocciata e si accorse che non vi era nessuno fuori, ma solamente una busta gialla senza alcun francobollo o scritta. La prese in mano, rigirandola con sguardo attento, e tornò dentro - non senza aver dato uno sguardo furtivo alla strada von sospetto.

Aprì lesto la busta, rivelando un foglio ben ripiegato sul quale vi era scritto un qualcosa in una bella grafia molto elaborata, e - insieme all’attenzione con la quale era stato imbustato - faceva pensare a una persona colta, molto curata e attenta ai dettagli. Perchè mai una persona del genere avrebbe dovuto contattarlo a quell'ora della notte?

Eppure, mentre leggeva quelle poche parole, mille domande cominciavano a frullargli per la mente, incontrollabili.

Era una poesia, eppure nel leggerla non ne capiva il senso.

Esiste un tempo perfetto

Tra la notte e il dì

Nello scorrere del sangue

Tra rose e visi di marmo

Per un silenzio eterno

Perchè mai qualcuno si sarebbe preso il disturbo di recapitarmi queste parole senza significato? si domandò, continuando a rileggerle all’infinito, cercando una qualche connessione tra lui e la poesia, o significati nascosti anche agli occhi dei più svegli.

Poggiò la lettera sul tavolino, sdraiandosi di nuovo, mentre le parole gli ronzavano nella mente come un vortice. Provava a creare combinazioni tra di esse, o a scomporle e a crearne di nuove, ma nulla gli veniva in mente.

Esiste un tempo perfetto, tra la notte e il dì.

Pensa, pensa… quella frase poteva intendere molte cose, ma quale di quelle poteva essere la verità?

Notte e giorno. Notte e giorno. Notte, giorno.

«Cos’hanno in comune?» chiese al silenzio intorno a lui, ma proprio mentre parlava gli venne un’illuminazione. «La mezzanotte! Il giorno e la notte si incontrano a mezzanotte, l’ora perfetta! Ma perfetta per cosa?».

Nello scorrere del sangue, tra rose e visi di marmo, per un silenzio eterno. 

Era questo che non gli tornava: cosa c’entravano con il sangue il sonno eterno, le rose e i visi?

Spostò lo sguardo sul quadro nel quale era ritratto un teschio, e trovò un altro pezzo. «Il sonno eterno potrebbe essere la morte, per questo potrebbe riportare al sangue, ma non alla mezzanotte…» meditò, spostando lo sguardo altrove. «Visi di marmo… Visi di marmo!» esclamò, drizzandosi in piedi.

Adesso ha tutto più senso!

Guardò l’orologio al polso e corse fuori dalla porta, legandosi una sciarpa al collo e prendendo il suo giaccone.

Era tardissimo, mancava poco all’ora perfetta e doveva sbrigarsi se non voleva fallire.

Se il suo intuito aveva ragione, alla mezzanotte precisa, al cimitero principale dietro a una tomba con delle rose e un viso di marmo, qualcuno avrebbe trovato la morte ad attenderlo.

(489 parole)

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