Skioffi, il femminismo e la responsabilità di stare dietro a un microfono.

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Ricordate il discorso sulle fanfiction?

Chi ci conosce e segue da un po' ricorderà le nostre osservazioni sulla necessità di una scrittura responsabile, soprattutto quando essa è rivolta a un pubblico giovane. Chi conosce me, sicuramente non farà fatica a farsi venire in mente una, o più occasioni, in cui un discorso sulla lettura si è trasformato in un dibattito piuttosto fervente. Lasciando momentaneamente da parte l'universo Wattpad e la fanfiction, oggi mi piacerebbe portare la vostra attenzione su un'altra forma di espressione artistica che si scontra spesso e volentieri con la romanticizzazione dell'abuso. La musica.

L'ultimo esempio balzato di recente all'attenzione del pubblico è quello riguardante il rapper Skioffi, un caso che ha coinvolto sia lui e i suoi fan, che alcuni esponenti del movimento femminista. Con risultati, a parer mio, piuttosto preoccupanti. Ma cominciamo dall'inizio, per chi si fosse perso la vicenda. I testi Skioffi, un artista dal seguito piuttosto notevole su youtube e sugli altri social, non sono certo scritti a tinte pastello, per usare un eufemismo. I toni spesso violenti o volgari, che non sono certo appannaggio soltanto suo, hanno fatto sollevare più di un sopracciglio sia in ambito femminista che non, suscitando svariate reazioni. Noi citiamo l'articolo apparso il 23 Ottobre 2018 sul sito web Letteradonna (in fondo al testo il link), in cui l'autrice passa in rassegna i passaggi più problematici che si incontrano nei brani dell'artista. Sì, perché non si tratta, come invece qualcuno ha affermato, di un'unica canzone. Si tratta di un'intera serie di testi che utilizzano un linguaggio violento la cui vittima è una donna all'interno di una relazione sentimentale. Qui di seguito vi portiamo alcuni esempi tra quelli citati anche nell'articolo:

«I miei fratelli fanno le mille
Stanno in disparte fermi sull'iphone
I tuoi ragazzi vogliono le milf e bevono il latte dal biberon
Sta tipa vuole fare la scema
E la rigiro finché la giro di schiena

Disegno una mezza luna sul fondo schiena
Cosi quando me la inculo facciamo una luna piena».

Da "In fondo al bar"

«C'è una bambola di porcellana con cui parlo se penso di farmi
Ma la droga non mi vuole ed io non voglio lei, soltanto per accontentarmi
Quando il sole cala, sfogo le mie voglie su una piccola Yolandi
La sbatto contro il muro, tolgo il fondotinta con la forza dei miei schiaffi
Se lo vuole forte, io glielo do forte
Forse anche più del dovuto
Le allargo le cosce e spalanco le porte
Solo quando avrà goduto
Ninja, ninja io sarò il tuo ninja per cantare la tua ninna nanna
Una piccola micia, co in bocca una miccia, firmerà la sua condanna»

«Non parlare brutta cagna che da oggi sono un cane anche io
Non mi hai mai voluto dare il culo, adesso me lo prendo, porco D*o
Shh, dormi adesso che è tutto finito»

«La collana che costava troppo
Adesso dimmi che mi ami, visto che l'ho presa e te la sto stringendo al collo»

Da "Yolandi"

«Succhiamy l'uccello e vai via
Vai via
Vai via
Succhiamy l'uccello e vai via
Vai via
Vai via
Yeee»

da "Succhiamy"

O ancora, mettendo a tacere la vocina sarcastica che cerca di metterla sull'ironico, perché insomma, almeno la y non è accompagnata da due k,

«Se fossi uno psicopatico, girerei in mutande, con una pistola davanti a qualsiasi donna
Porterei mignotte dentro la chiesa solo per potermi far fare una pompa della Madonna»
.

Da "Psicopatico"

La prima cosa che mi viene da dire, leggendo quest'ultimo brano, è che almeno l'autore ha deciso di utilizzare il congiuntivo, mettendolo l'essere psicopatico sul piano della possibilità/improbabilità invece che su quello della certezza. La mia domanda però è: davvero può bastare un congiuntivo, per ascrivere queste azioni soltanto alla mente di uno psicopatico?

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