15. Si tratta di Fabrizio, non é vero?

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Arrivati davanti a casa mia, lui resta immobile nella sua posizione, con le mani sul volante, il motore acceso e lo sguardo rivolto in avanti, come se io non ci fossi. Ci metto qualche secondo per decidere cosa fare, ma poi dico che é meglio non aggiungere altro al momento, così apro lo sportello e faccio per scendere senza nemmeno salutarlo, ma é lui a fermarmi.

"Non starci male, Ricciolì. Sapevi dall'inizio che io non avrei potuto darti niente più che qualche momento. Non ti ho promesso niente, né una relazione, né altro."

"E allora perché sei venuto sotto casa mia a implorarmi di perdonarti?"

"Era un gesto di pace, volevo solo spiegarti la situazione. Questo non significa che staremo insieme per sempre. Io ho un figlio e verrà sempre lui per primo" So che l'ultima frase che ha pronunciato é vera, é giusta e la rispetto, ma questo non mi fa stare meno male.

"Ma tuo figlio non può essere un ostacolo alla tua felicità..."

"No Ermal, nun hai capito. Mio figlio é la mia unica e sola felicità" nonostante la rabbia che trapela dal suo tono di voce, riesco a capire quanto amore ci sia nelle sue parole, l'amore di un padre per suo figlio.

"Fabbrì..."

"Adesso basta, Erm. Piantala di fare il ragazzino." La sua affermazione mi infastidisce, anzi, mi fa proprio incazzare.

"L'unico che si sta comportando come un ragazzino sei tu, perché non vuoi ammettere a te stesso quello che provi"

"Adesso scendi e vattene"

Scuoto la testa e scendo dall'automobile, senza nemmeno salutarlo.
...

Sono sveglio da qualche minuto e sono stanco di fissare il soffitto. Ho bisogno di un po' di conforto.

E, come se l'avessi chiamata, mia madre bussa alla mia porta, per poi fare capolino dietro la superficie di legno bianca.

"Ermal, posso entrare?" Mi chiede, restando sulla soglia.

"Certo" le dico.

Mamma si siede accanto a me.
"Sai Ermal, ultimamente ti vedo un po'... assente, non so come dire. Ti va di parlarne?"

Mia madre l'ho vissuta pochissimo e mi dispiace. Lei si fa in quattro per me e Sabina e lavora anche per dodici ore al giorno, per questo non la vedo quasi mai.

"Non...non...c'è un vero motivo... é solo che..."

"Si tratta di Fabrizio non è vero?" La sua domanda mi coglie di sorpresa.

"Come... come fai a saperlo?"

Lei sorride e scuote la testa:"Ermal, io sono tua madre, ti ho messo al mondo, mi accorgo di tutto e vi ho visti insieme. Bisognerebbe essere ciechi per non accorgersi come vi guardate e, forse, anche un cieco capirebbe" mia madre mi lascia senza parole per la sua affermazione.

È davvero così evidente quello che provo per lui? E Fabrizio? Come mi guarda lui?

"E poi ieri sera ero affacciata alla finestra della cucina quando lui ti ha riportato a casa..." la guardo sbarrando gli occhi, perché non mi ero proprio reso conto della sua presenza.

"Lui sembrava arrabbiato da come sbatteva le mani sul volante... Cos'è successo, Ermal?"

"È che... non è semplice da spiegare..." la guardo negli occhi e vedo la sua preoccupazione per me, ma non so cosa dirle e come dirglielo. "Non ho alcuna speranza con lui"
Mamma mi guarda aggrottando le sopracciglia.

"Quello sbava per te, te lo dico io..." Sembra assolutamente convinta di ciò che dice, ma lei, in fondo, non sa assolutamente nulla.

"Fabrizio ha un figlio"

Far away-MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora