4. Un nuovo incontro

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Pov Jasmine.

Dopo qualche ora dentro quella maledetta foresta, ero riuscita a tornare alla civiltà.

Ormai era notte fonda, le strade della città erano illuminate dai lampioni ai lati della strada semi-deserta, a parte qualche rara volta in cui si vedeva passare alcune macchine.

Mi fermai e mi misi a sedere su un gradino di un negozio chiuso, aprii la borsa che mi aveva dato Chirone, e tirai fuori la lettera di cui mi aveva parlato.

La busta era leggermente ingiallita sembrava essere stata scritta molto tempo fa.

Le mani mi tremavano appena, mentre aprivo la busta, e tiravo fuori un foglio di carta ripiegato.

Lo presi e lo aprii, la scrittura era elegante e curata.

Alla mia piccola Jasmine.

Tesoro mio, quando leggerai questa lettera forse io non ci sarò più.

Piccola mia sei sempre stata il mio orgoglio più grande, so che quando crescerai so che sarai una magnifica ragazza, sai assomigli molto a tuo padre più di quanto credi.

So che lui ti vuole molto bene, anche se non lo noti, so che non sarà molto presente nella tua vita, ma una cosa che  devi sempre tenere in mente é che ti vuole bene, e te ne vorrà sempre, non farti ingannare dalle apparenze, é un uomo buono.

Se non sai dove andare dopo la fine dei tre mesi al Campo, cerca tuo zio Mario di sicuro si prenderà cura di te.

Ps. Non dire niente di semidei allo zio lui non sa niente, e salutami tuo padre da parte mia.

Ti voglio bene bambina mia.

                                                  Mamma.

Alcune lacrime mi rigarono il viso, ripiegai la lettera, e rimisi tutto di nuovo nello zaino.

Bene, quindi dovevo trovare mio zio, come se non ce ne fossero tanti nel mondo con il suo nome.

Era come trovare un ago in un pagliaio! Non ce l'avrei mai fatta!!!

Rassegnata, mi alzai da dove ero seduta, ricominciando a percorrere la strada che stavo attraversando poco prima.

Entrai dentro un parco, era alquanto grande: da una parte c'era una parte ricoperta di sabbia dove i bambini andavano a giocare il pomeriggio accompagnati dai genitori, volevo tanto essere normale, con una famiglia normare, e fare cose normali, ma il fato aveva un'altra strada per me.

Andai a sedermi su una panchina lì vicino, per riposarmi un po', prima di riprendere il cammino.

Una strana sensazione continuava a pesare dentro di me, come un brutto presentimento, forse era solo frutto della mia immaginazione, oppure la stanchezza cominciava a farmi dei brutti scherzi.

Nel silenzio della notte, sentii due persone parlare abbastanza animatamente, e si stavano avvicinando.

Decisi di nascondermi dietro un albero, aspettando che se ne andassero.

Mi sporsi leggermente dal mio nascondiglio, e vidi due uomini di mezza età, uno con i capelli biondi e gli occhi scuri, l'altro non riuscivo a vedere altro che i suoi capelli scuri.

Tesi l'orecchio per cercare di sentire quello che dicevano, ma ero troppo lontana.

All'improvviso sentii qualcuno che mi prese dalla vita, e mi mise una mano sulla bocca per non farmi urlare.

-guarda chi ho trovato qui, signore- disse l'individuo trascinandomi fuori dal mio nascondiglio di peso e si diresse verso i due uomini.

In quel momento ero terrorizzata, non sapevo quello che volevano farmi, in più ero sola, non avevo nessuno che potesse proteggermi o portarmi via da quella situazione.

Tenevo la testa bassa, non volevo guardarli ero terrorizzata.

-lasciala stare è solo una bambina- disse uno dei due.

-che mi dici, è una dei tuoi giovani seguaci- disse l'altro.

-no, te lo assicuro, dai lasciala andare, avrà anche lei una famiglia da cui tornare- mi difese il primo.

Mi irrigidii quando sentii dei passi che si avvicinavano a me.

-hai sentito qualcosa!- disse aggressivo.

Io scossi la testa, sussultando.

Ritornò dall'altro scocciato.

-sai io non ho mai risparmiato le spie, anche se quelle erano solo dei bambini.- disse facendomi andare in panico, mi avrebbe davvero uccisa!?

-non credo che dirà qualcosa, quindi cerca di calmarti- disse l'altro guardandolo male.

-attenta ragazzina, o finisci male, intesi?- mi minacciò, io annuì impaurita.

Il tizio che mi teneva ferma, mi strattonò lontano da loro, facendomi oltretutto molto male.

-lasciami!- ringhiai divincolandomi, ma servì a ben poco visto che non mi mollava.

-se fossi in te starei molto ferma e zitta- mi minacciò il tizio.

Mi spinse a sedere su una panchina e si mise vicino a me, per tenermi d'occhio.

Strinsi le ginocchia al petto, pregando mio padre, che non sarebbe successo niente.

Lo ammetto, ero terrorizzata!

Non sapevo da quanto ero in quella posizione, ma vedevo il cielo schiarirsi, quindi qualche ora.

Un forte suono di sparo risuonò per tutto il parco.

Il tizio a fianco a me si alzò di scatto per andare a controllare cosa stava succedendo, ed io avevo avuto l'occasione di scappare via, era stato un vero colpo di fortuna.

Corsi tra gli alberi più veloce che potevo, sperando che quell'uomo non mi abbia vista.

Dopo qualche minuto mi fermai un attimo a prendere fiato, credendo di averlo seminato, ma ovviamente non fu così, mi spinse a terra, mentre io urlavo per lo spavento.

Nella caduta avevo sbattuto la testa contro una radice di un albero e non riuscivo bene a mettere a fuoco il viso di quel tizio.

-siamo alla resa dei conti ragazzina- disse ghignando.

Non ebbe il tempo di fare un passo verso di me, che una figura nera dietro di lui lo mise fuori combattimento.

La testa mi faceva molto male e gli occhi cominciavano a chiudersi.

-adesso sei al sicuro, piccolina- quella fu l'ultima cosa che sentii prima di perdere i sensi......

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Ciao a tutti!

Sono riuscita finalmente a finire questo capitolo.

Spero come al solito che vi piaccia.

Commentate e votate in tanti.

Al prossimo capitolo.......

NhyraMoon....


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⏰ Last updated: Apr 03, 2019 ⏰

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La figlia della Guerra.Where stories live. Discover now