Le frasi con · é quello che pensa il personaggio.
Vi lascio al capitolo.
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Pov Jasmine.
(Ricordo che ha sette anni)-ehy...guarda chi c'è qui!- esclamò una voce dietro di me.
·Oh no sono tornati· pensai terrorizzata.
Rimasi immobile, facendo finta di non aver sentito.
Qualcuno mi spinse a terra, nella caduta mi feci del male al polso.
Gemetti dal dolore e cercai di alzarmi, ma uno dei miei cari fratelli mi diede un forte calcio allo stomaco che mi fece ritrovare di nuovo sdraiata a terra.
Le lacrime mi bagnavano le guance, non osavo muovermi, il dolore era troppo forte, ed ero terrorizzata da quello che potevano fare se solo muovevo un muscolo.
-andiamo via sta arrivando Chirone- li avvertì qualcuno.
Sentii dei passi che si allontanavano velocemente da una parte, e il rumore di zoccoli che si avvicinavano dall'altra.
-cosa è successo qui?- chiese una voce gentile.
Io alzai lo sguardo e lo posai su quello del centauro, ma non era solo, con lui c'era un ragazzo dai capelli biondi, e gli occhi azzurro cielo, sicuramente un figlio di Apollo.
Quest'ultimo si avvicinò, io invece mi allontanai spaventata, non mi fidavo più delle persone, per lo più quelle che non conoscevo.
-tranquilla, non voglio farti del male- disse avvicinandosi di nuovo, io non mi mossi, ma lo guardai diffidente.
-chi è stato?- chiese la voce gentile di Chirone.
Io non risposi, sapevo che se gli dicevo la verità, me l'avrebbero fatta pagare cara i miei "fratelli".
-non lo so, non sono riuscita a vederlo- mentii.
-Andrew portala in infermeria- disse il centauro.
Il ragazzo annuì e si avvicinò per prendermi in braccio.
Appena mi circondò con le sue braccia, mi irrigidì, non mi andava a genio la vicinanza con le altre persone, ma sapevo di non avere altra scelta.
-tranquilla, adesso ti porto in infermeria- disse Andrew, cominciando a dirigersi verso essa.
Cercavo di non pensare troppo al dolore, ma era davvero molto forte.
-come ti chiami piccolina?- chiese ad un certo punto.
-Jasmine- dissi guardandolo male per via del soprannome che mi aveva dato.
-di quale casa sei?-chiese di nuovo.
Ma quanto parla sto tizio!?
-Ares- risposi.
-non sei tanto loquace, vero?-
Qualcuno lo uccida!
-per niente- borbottai.
Finalmente arrivammo all'infermeria, non lo sopportavo più.
-Jasmine- mi chiamò una voce familiare.
-Jack- esclamai, quando vidi il mio amico avvicinarsi velocemente a noi.
Jack era un figlio di Apollo, di solito era lui che mi curava quando mi picchiavano.
-grazie Andrew, faccio io- disse il mio amico portandomi via dalla stretta di suo fratello.
-bene, io vado, devo controllare che nessuno si uccida al poligono di tiro con l'arco- disse, per poi andarsene.
-è successo di nuovo ?- chiese.
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La figlia della Guerra.
Fanfiction/Percy Jackson e Assassin's Creed./ ~tratto del capitolo~ -Jasmine, ricorda sempre: Quando gli altri seguono ciecamente la verità, ricorda: nulla é reale. Quando gli altri si piegano alla morale e alle leggi, ricorda: tutto é lecito.- disse. -Zio, n...