Continuava a dirsi che Changbin non ci credeva davvero a quelle parole. E allora perché non si era scusato? Ma Felix sapeva che Changbin non aveva totalmente torto, perché lui stesso gli aveva detto cose terribili per farlo innervosire.

Restò a fissare lo schermo bianco del cellulare, pensando se scrivergli o meno, e i secondi si trasformarono in minuti.

Cosa avrebbe detto? Gli avrebbe almeno risposto dopo averlo volontariamente evitato fino ad allora? Immaginava ci fosse un solo modo per scoprirlo.

Binnie

Changbin, per quanto vale
mi dispiace. non avrei dovuto sclerare

Aspettò. E aspettò. Ma nessuna risposta. Di solito rispondeva immediatamente, quindi ci riprovò.

Binnie

sei ancora arrabbiato? ti amo,
ti prego non esserlo

Dopo ore ancora nessuna risposta. Changbin lo stava davvero ignorando del tutto.

Così provò a chiamarlo. Ma continuava a rispondere solo la segreteria. Il suo cuore si spezzò quando sentì la stessa monotona voce per la quarta volta. Non gli avrebbe più parlato?

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Sei giorni. Centoquarantaquattro ore dal loro litigio. Ottomila seicentoquaranta minuti da quando Changbin aveva smesso di parlargli.

Felix lo rivoleva indietro. Gli mancava. Da quando gli aveva voltato le spalle, gli sembrava di camminare costantemente sui carboni ardenti.

E fu allora che Jisung e Seungmin realizzarono che molto probabilmente Changbin e Felix avevano litigato ed erano in una situazione di stallo fin troppo fragile.

«Ti sta ancora ignorando?» gli chiese Jisung.

Felix annuì senza aprire bocca.

«Vuoi che chieda a Hyunjin? Ho il suo numero» disse Seungmin, al che Felix alzò così velocemente la testa che quasi gli venne il torcicollo.

«Davvero? Sì ti prego. Merda Seungmin, che tu sia lodato. Se Changbin vuole lasciarmi preferisco saperlo attraverso Hyunjin piuttosto che restare qui senza avere nessun segno di vita da lui.» Felix si mordicchiò il labbro, cercando di non scoppiare a piangere per l'ennesima volta.

Jisung prese a disegnargli dei cerchi immaginari sulla schiena e disse «andrà tutto bene» con un tono di voce sommesso.

Un'improvvisa esclamazione di Seungmin fece alzare di scatto lo sguardo a Felix, pieno di aspettativa.

«Hyunjin mi ha risposto. Dice che il telefono di Changbin si è rotto quindi non ti ha potuto rispondere. Ti vuole vedere ora al parco per parlare.» Seungmin parlò così velocemente che quasi Felix non riuscì nemmeno a capirlo.

«Al parco? Ma proprio ora?» Il cuore di Felix stava battendo con la stessa forza delle onde contro gli scogli di un mare in tempesta. Changbin lo avrebbe lasciato di persona?

«Penso di sì, vuoi che veniamo con te?» chiese Jisung, ma Felix negò.

«Va tutto bene» rispose, per poi infilarsi le scarpe e correre fuori dalla porta senza guardarsi indietro.

Il viaggio in pullman fu un'agonia, nonostante fossero solo un paio di fermate. A ciascuna, Felix riusciva a percepire il suo livello d'ansia aumentare. Alla fine arrivò e la prima cosa che vide, alla fermata dei pullman, fu una figura familiare.

«Ch-changbin?» borbottò, l'esitazione viva in ogni movimento.

Il più grande si voltò. Non appena vide Felix, Changbin si sentì sopraffatto dal sollievo e subito il più piccolo si ritrovò schiacciato in un abbraccio.

«Mi dispiace così tanto. Oddio Felix, amore, mi dispiace davvero.» Changbin stava tremando e Felix fu colto alla sprovvista. Sentire di nuovo contro il suo il corpo che tanto aveva bramato toccare sembrava magia.

Felix era confuso. Ma felice. Changbin non era...arrabbiato? Non voleva lasciarlo?

Con suo grande dispiacere alla fine si allontanarono e Felix si ritrovò a fissare le iridi scure che gli erano mancate più di ogni altra cosa.

«Dove sei stato? Non rispondevi ai miei messaggi né alle mie chiamate, io...» cominciò a blaterare Felix, il petto che si alzava e abbassava velocemente.

«Ho rotto il cellulare. Ero arrabbiato con me stesso quindi l'ho lanciato e si è spaccato. È stupido, lo so, ma pensavo...che anche tu avessi bisogno di spazio. Pensavo che fossi arrabbiato con me e non avevo il coraggio di chiamarti per paura che mi avresti urlato addosso. Non abbiamo mai litigato prima e non sapevo cosa fare.» Changbin si stava ancora reggendo al braccio di Felix e non sembrava avere alcuna intenzione di lasciarlo andare.

«Non sono arrabbiato con te. Ma pensavo che mi odiassi...» borbottò Felix, ripensando a tutti i terribili pensieri autolesionisti che gli avevano affollato la mente in quei giorni passati lontano da Changbin.

Le mani del più grande si spostarono velocemente sulle sue guance. «Solo quando il sole smetterà di brillare, ti potrei odiare. Non potrei mai farlo, okay?» Tutti i dubbi e i pensieri negativi di Felix si dissolsero.

E poi si stavano baciando. Le labbra di Changbin contro quelle di Felix, un misto di lacrime salate e desiderio. Le mani dell'uno che vagavano sul corpo dell'altro, si infilavano sotto il tessuto delle maglie e assaporavano la sensazione di calore sulla punta delle dita. Changbin rafforzò la stretta intorno ai fianchi di Felix, per poi passare la lingua sulle sue labbra. Anziché aprire la bocca, però, Felix si allontanò, gli occhi ancora chiusi.

«Come hai fatto a dimagrire così tanto in così pochi giorni?» gli chiese a quel punto, la voce ricca di preoccupazione. Gli accarezzò gli zigomi e poi i fianchi, facendo sospirare Changbin.

«Mi mancavi. Ho saltato qualche pasto. Mi sono autopunito per essere stato così codardo, mi dispiace di averti fatto preoccupare» ammise il più grande, abbassando lo sguardo per la vergogna.

Felix afferrò il suo mento e gli fece alzare la testa, poi gli lasciò un bacio sulla tempia. «Non mi preoccuperò, se non mi lascerai più. Questi giorni sono stati un inferno.»

«Non lo farò, te lo prometto.» I due incatenarono prima i mignoli e poi le labbra.

The Marriage Pact || Changlix [TRADUZIONE]Onde histórias criam vida. Descubra agora