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Sono all'interno di quel piccolo e caldo bar, sorseggio il mio fumante caffè mentre fuori dalla vetrata vedo la gente correre cercando un riparo dall'acquazzone appena scoppiato; il cielo è grigio e numerose nuvole ricoprono il sole luminoso, gli alberi si muovono leggermente danzando insieme al sottile vento, lacrime scendono dal cielo triste e gli uccellini si riparano tra le fronde verdi. Mi alzo dal tavolino per poi andare a pagare, successivamente apro la porta di vetro ed esco dal piccolo edificio; l'acqua si scontra con il mio corpo caldo facendomi rabbrividire, i capelli si appiccicano al viso proprio come gli indumenti, mi incammino verso il grande parco poco distante, lo spazio è ormai vuoto se non per i numerosi giochi. Cammino fino ad arrivare al centro del immenso spazio, la terra bagnata produce strani suoni sotto al peso del mio corpo e i filetti d'erba brillano a causa delle piccole gocce posate su di loro; quando arrivo al punto che volevo inizio a muovermi lentamente, gli occhi chiusi e il volto piegato verso al cielo, godendomi ogni singolo gocciolo, l'aria si scontra con il mio corpo bagnato facendolo ricoprire di brividi di freddo. "Ma che stai facendo?" domanda una voce profonda da dietro le mie spalle, lancio una veloce occhiata al ragazzo per poi tornare a ballare. "Danzo, non si vede?" chiedo acido muovendo le braccia e il busto, mentre i miei capelli fradici si muovevano pesanti ad ogni mio movimento. "Si ma perché sotto la pioggia?" domanda di nuovo e mi giro alzando gli occhi al cielo. "Non riusciresti a capire" assottiglio lo sguardo che poi cade sulla canotta bianca e fradicia del ragazzo, accidenti complimenti. "E chi te lo dice?" la sua voce si fa ancora più bassa e i miei occhi incontrano i suoi, sottili e profondi. "Lo dico io, poi la mamma mi ha detto di non parlare agli sconosciuti" dico con l'innocenza di un bambino e il ragazzo ride alla mia risposta e i suoi occhi si chiudono ancora di più, come se fossero dei piccoli sorrisi. "Beh io sono Jeno, Lee Jeno" si presenta facendo un piccolo inchino mentre il cielo continua a rovesciarci addosso la sua tristezza. "Io sono Na Jaemin" gli rispondo inchinandomi a mia volta, noto come i capelli castani del ragazzo gli rimangano incollati al viso, finendogli negli occhi. Ci osserviamo per un po' poi un improvviso lampo di luce spezza il tenebroso cielo, susseguito da un tuono assordante, il vento si alza improvvisamente e mi porto d'istinto le mani sulle braccia sfregando velocemente. "Beh Na Jaemin, è stato un piacere conoscerti, spero di rincontrati un giorno" mi dice prima di scappare via, rimango lì, fermo come un ebete ad osservare la sua schiena muscolosa allontanarsi.

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Ormai il sole è sparito dietro agli alti palazzi di Seoul e la luna brilla alta nel cielo accompagnata dalle sue amiche stelle, le strade illuminate solo dagli alti lampioni e il rumore delle macchine mi giunge ovattato grazie alle finestre chiuse, l'immagine di quel ragazzo mi è ancora nitida nella mente: la canotta bianca appiccicata al suo corpo, i capelli bagnati e le gocce d'acqua che colano da essi. Una visione quasi divina, a mio parere; continuo a girarmi e rigirarmi nel grande letto cercando una posizione per addormentarmi, la stanza è fresca grazie all'aria condizionata accesa, poiché nonostante la forte pioggia che c'è stata nel pomeriggio il caldo estivo si fa sentire, quando capisco di non riuscire a dormire mi alzo dal comodo materasso dirigendomi nel bagno nella mia stanza. Accendo la luce dello specchio che illumina soffusa la grande stanza, le pareti bianche e le piastrelle scure rendono la stanza più grande di quanto già non sia; accendo l'acqua della vasca e ci rovescio all'interno del bagno schiuma alla fragola. Dopo aver spento il rubinetto mi disfo dei miei vestiti e mi immergo nell'acqua calda, questa mi avvolge il corpo e la schiuma mi solletica la pelle, appoggio il capo al bordo spesso e osservo il soffitto candido. Nella stanza regna il più totale silenzio, solo lo scoppiettio delle piccole bollicine rosa si può udire, poi un mio sbuffo spezza la quiete. "Non ci posso credere, sono le 3 di notte e io sono a farmi il bagno pensando a un ragazzo che neanche conosco" libero i miei pensieri sperando di trovare una soluzione a questa cosa, il giorno dopo mi devo svegliare presto a causa della scuola e non voglio somigliare ad uno zombie proprio il primo giorno dopo le vacanze. Quando l'acqua nella vasca comincia a farsi fredda penso che sia giunto il momento di uscire, le dita delle mani e dei piedi sono leggermente raggrinzite e la schiuma rimane attaccata alla mia pelle, me ne sbarazzo passando il getto d'acqua su di essa. Avvolgo un asciugamano rosa intorno al mio bacino e mi dirigo in camera mia, non mi preoccupo di vestirmi, mi sdraio sul letto e dopo una veloce occhiata all'orologio cado tra le braccia di Morfeo.

✘The Rain Of Love✘Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang