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Sento in lontananza il cinguettio metallico provenire dal mio cellulare e capisco che sono le otto e la mia sveglia sta suonando.
«Sei Biancaneve?» una voce maschile, rauca per il sonno, sussurra al mio orecchio.
Chi è?
Mi stiracchio ignorandola, sogno spesso personaggi di manga che mi sveglino con dolcezza al mattino, ma quando sento un peso sconosciuto sullo stomaco abbasso lo sguardo: un avambraccio candido con qualche pelo biondo mi cinge la vita e in quel istante mi attira a sé.
«MATTEO!» strillo ricordando tutto in fretta, lo spingo e con un calcio lo butto giù dal mio letto «Avevamo detto il divano! DI-VA-NO!»
Il ragazzo si alza da terra borbottando «È gennaio e morivo di freddo con quella misera copertina che mi hai dato» poi si gratta il sedere.
Che eleganza!
«Forse se non fossi solo in mutande e ti fossi messo il kigurumi che ti ho prestato non avresti avuto freddo. Forse, eh!»
«Il kigu-cosa?»
«Quello!» indico l'indumento.
«Ma non me lo metto quel pigiama imbarazzante a forma di orso!»
«Primo quello è Totoro, e secondo allora crepi di freddo se vuoi rimanere qui» sbuffo incrociando le braccia al petto.
«Guarda che sei stata tu ad incollarti a me come una cozza, quindi non fare finta che ti sia dispiaciuto» fa spallucce e si butta sul divano.
Soffoco un urlo di frustrazione e vado a prepararmi per andare al lavoro.

Dopo essermi lavata, faccio colazione mentre sfoglio il manga che ieri sera non sono riuscita a leggere per colpa sua.
«Cosa trovi di bello in quei cosi?» chiede mentre mi strappa di mano il volume.
«Dai, non fare l'idiota e dammelo!»
«Se ti pieghi te lo do volentieri proprio qui, sul tavolo» ribatte con un sorriso malizioso e le mie guance si incendiano subito.
«Non puoi essere davvero così volgare con una ragazza» borbotto andando a lasciare la tazza nel lavandino.
«A molte piace» fa spallucce.
A chi?
Lui si alza dalla sedia, mi dà le spalle e s'incammina verso il divano.
Il mio sguardo cade sul suo lato b che...che è un gran lato b!
«Preparati che dobbiamo andare» cambio discorso obbligandomi a distogliere lo sguardo.
«Io non vengo»
Sbuffo, sto per replicare ma quando lo vedo sdraiato sul divano mentre sfoglia il mio manga mi perdo ad ammirare la scritta tatuata sotto la clavicola sinistra boys don't cry.
L'immagine di lui che piange ubriaco nel bagno della fumetteria si fa largo nella mia testa.
E non so perché ho la sensazione che pianga piuttosto spesso e il mio cuore si stringe.
La mia concentrazione poi si sposta sulle dita affusolate che si muovono piano verso i boxer, dove trovo una V sicuramente illegale, sistema l'elastico sul fianco provocando un suono che mi ricorda un po' una frusta e sussulto, la sua mano ritorna lenta sul suo viso, dove accarezza la barba corta di un giorno, che marca la sua mascella squadrata e il suo pollice passa sulle labbra facendo finta di asciugarsi qualcosa.
Solo in quel momento mi accorgo che è un messaggio per me.
Asciugati la bava, Susie.
Cerco di riprendere il controllo della mia salivazione e deglutisco rumorosamente mentre i miei occhi si inchiodano nei suoi.
Sono così verdi da essere quasi irreali.
«Tic-toc, sono le otto e venti» dice mordendosi il labbro in modo esageratamente sexy.
Mi ci vuole ancora qualche secondo per riprendermi e, dopo che ho sbattuto le ciglia un paio di volte, realizzo che forse sono in ritardo.
Merda.
In cinque minuti sono pronta, ma prima di uscire dalla porta corro dalla libreria piena di manga e afferro il primo volume di Rainbow Days, glielo passo sorridendo sotto il suo sguardo curioso, sorpreso e scettico allo stesso tempo, dopodiché volo a lavoro.
Non so perchè ma spero davvero che lo legga.

La mattinata scorre tranquilla e veloce: qualche scambio di battute acide con Oscar, alcuni clienti nuovi, altri vecchi ed io che leggo manga seduta dietro la cassa.
Quando arriva la pausa pranzo, prendo la mia borsa e corro nel bar dietro l'angolo, dove c'è Alessia ad aspettarmi.
Ci salutiamo, ordiniamo, mangiamo e parliamo spensieratamente.
«Susie, non so come dirtelo» si sfoga all'improvviso, il suo sguardo si incupisce e io mi allarmo.
Che succede?
Stavamo ridendo fino a tre secondi fa.
La guardo confusa e lei si porta due dita sulle tempie.
«Sandro» proferisce solo quella parola e il mio corpo rabbrividisce.
Sentire il nome del mio ex-fidanzato mi fa tremare.
«Che vuole?» ringhio.
Non ce l'ho con la mia amica, ma ho faticato tanto per allontanarmi da lui che mi faceva solo stare male in continuazione e mi tradiva.
Ho sofferto troppo per colpa sua e non voglio più tornare in quel buco nero di dolore.
«Mi ha chiesto dove vivi» gli occhi neri della mia amica si fissano nei miei «Ovviamente non gliel'ho detto»
«Grazie» 
«Vuole tornare con te»
«Non tornerò con lui, non preoccuparti» la rassicuro, so che è preoccupata che io faccia di nuovo gli stessi errori, ma questa volta è diverso.
Io non lo amo più, non potevo più amarlo.
Dovevo tornare ad amare me stessa e con lui sarebbe stato impossibile.
«Ti prego, Susie, non cedere come tutte le altre volte. Tu meriti di più»
«Ora lo so» le sorrido e lei sembra credermi, perciò chiudiamo l'argomento Sandro e mi concentro sulla sua vita universitaria.
Ma una strana angoscia mi è rimasta addosso.

Otaku in love || COMPLETAWhere stories live. Discover now