XXIII

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La salvezza aveva il sapore del narcotico buono e la luce gentile del lato sud.

Aprire gli occhi era stato facile, sentiva la moneta cadere a terra, decretando il suo destino.

La gabbia è pulita, resto qui, vengo punita, muoio.

La gabbia è sporca, sfondo il buco, scappo, vivo.

Aveva fretta di tornare a fuoco ma restava difficile, nonostante si sentisse bene e non le facesse male la testa. Annusò l'aria e le sembrò che il fetore fosse rimasto lo stesso.

Non sperare troppo, non sperare o la delusione ti ucciderà.

Alzò la mano e se la guardò, lercia, le dita senza unghie tutte incrostate e gonfie. Lei di certo non era stata lavata. Era supina sul giaciglio di paglia, girò piano la testa per per guardare fuori.

Ciao, Narciso.

Il coccodrillo dormiva a pancia all'aria accanto alla gabbia vuota con la griglia. Oltre, contornata dai brutti ritocchi che la contraddistinguevano, quella di Nicola. I ranghi erano serrati, le tre facevano da barriera per oscurare qualunque cosa ci fosse dietro.

Nasconde qualcosa. Forse è un buon segno. Il giorno che fosse tutto a vista sarebbe l'ultimo.

Si spinse sulla spalla, rotolò di fianco e guardò in fondo. Non vedeva ancora benissimo, ma la latrina era un pasticcio di roba nerastra e avanzi di paglia. Non aveva la forza di perdersi in congetture, quindi terminò la rotazione, si mise supina e cominciò a spingersi con i piedi per avvicinarsi. Con il movimento l'effetto del narcotico scemava più rapidamente, non aveva quasi per niente nausea. Più si avvicinava al buco e più vedeva che era come lo aveva lasciato, anche se aveva lavorato al buio. La copertura dello sfigato era ottima, dissimulava perfettamente il buco sotto. Anna si mise a sedere, le spalle contro le sbarre, e mise insieme un piano.

Mi rimetto in piedi, devo stare bene, devo essere al massimo delle forze.

Mangio tutto quello che posso e bevo tutto quello che posso senza stare male.

Provo a verificare che non sia qua dentro con noi, per quel che vale, ma sarebbe comunque un azzardo, un tiro di dadi, devo credere che non ci sia o non farò nulla.

Sfondo il pavimento.

Scappo.

Tra "sfondo il pavimento" e "scappo" c'erano infinite variabili. Aveva deciso di non aprire le gabbie di nessuno, di non perdere tempo, ma se davvero Lui fosse stato via, assente per una settimana? C'era il modo di farlo, di salvare tutti quanti, o almeno quelli che sarebbero stati in grado di scappare. E qui già nascevano i primi dubbi: Giulio non poteva andarsene da solo, era un fatto, ma Sandra non lo avrebbe abbandonato.

Se ha un briciolo di istinto di autoconservazione...

D'accordo, ma tendenzialmente avrebbe tentennato, cercando una soluzione, provando ad aiutarlo, e questo sarebbe stato un impedimento.

Problema suo.

Poi non aveva nessuna intenzione di liberare il Rosso o il coccodrillo, per quel che ne sapeva avrebbero potuto aggredirla entrambi, chi glielo faceva fare. Bella era inutile liberarla, era cieca e pazza, le faceva un favore a lasciarla lì.

Nicola aveva la pistola.

Poteva essere vero che non avesse i proiettili, ma vai a sapere. Lo liberi, uno con la pistola? Un affiliato a una cosca mafiosa fatta di due sole persone? E se era d'accordo? E se gli avesse sparato contro, se LE avesse sparato contro? Non valeva la pena correre un rischio simile. Avrebbe liberato Romualdo, sì, e le altre tre scimmie, ma nessuno di loro era una priorità, nemmeno se il carrozzone fosse stato completamente vuoto. E questo era un problema, il secondo problema era che, se avesse avuto un margine minimo di azione, avrebbe dovuto cercare qualcosa con cui coprirsi.

зооWhere stories live. Discover now