Are you scared?

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Ana.



Ho ancora la speranza che sia un incubo.

Che tra poco mi risveglierò, nel mio comodo letto, completamente sudata e impaurita, ma non quanto lo sia ora.
Continuo a scuotere la testa, come per dire che non voglio assistere a quella scena. Ma capisco che ormai, quello che voglio non ha più importanza. Vorrei scappare da qui, ma per loro non ha importanza.

Mi metto una mano sulla bocca per bloccare i singhiozzi, ma le lacrime non ne vogliono sapere di cessare.
Sento due dita callose premere sulla mia ghiandola lacrimale, per poi passare tutte le guance. Ashton non dice niente, non vuole farsi sentire. Rimane accovacciato affianco a me, mentre si gode quel momento.

Troppo occupato su di me, non si accorge che uno dei ragazzi sta scendendo su per le scale della cantina polverosa. Ad ogni passo un gradino cigola, ma a lui sembra non importare, senza preoccuparsi che da un momento all'altro possa cadere.

«Ethan! Portami il tuo cellulare, il mio è scarico.» Porta un braccio avanti per vedere dove sta mettendo i piedi, non sa che sta camminando verso una morte brutale.
Delle urla sofferenti provengono dal piano di sopra, urla che mi fanno venire brividi in tutto il corpo. Sono quelle le tipo di urla che mi danno la lucidità necessaria per capire che quello che sto vivendo è vero. Che mai mi risveglierò nella mia camera, che non ci rimetterò più piede in casa. Sono destinata a stare qui d'ora in poi, in queste quattro mura che intrappolano grida sofferenti e corpi privi di vita accasciati a terra. Un giorno questi muri cattureranno le mie di urla, e il mio corpo insanguinato sporcherà il pavimento. Ma fino ad allora, devo assistere a tutte le persone che entrano qui e che non ne escono mai più, a causa di un coltello piantato nel cuore o un proiettile nella tempia. Mi chiedo con quali delle due armi verrò uccisa.

Mi copro le orecchie sperando di non sentire quelle grida, ma troppo alte per essere ignorate. La lama luccicante di un coltello avrà le sue gocce di sangue che scivolano giù, fino al manico impugnato da uno dei tre.

Il ragazzo spalanca gli occhi, corre e il suo corpo viene risucchiato dal buio.

Dal suo stato impanicato capisco che non sa cosa fare per salvarsi. Niente. Ma lo ha già capito. Scappare? Nascondersi? Affrontare? Con loro niente ti porterà nuovamente in superficie. Sono come un macigno legato alla caviglia, ti trascinano negli abissi, mentre loro cercano di risalire. Tu non puoi, forse loro sì.

Mi volto verso Ashton che ha la testa bassa e gli occhi chiusi. La sua mano cade debolmente dal mio viso e per un attimo penso che quelle lacrime gli abbiano fatto male.

Quando alza di scatto la testa, nonostante il buio, riesco a vedere che i suoi occhi chiari sono completamente neri. Più del buio di cui è pieno il suo cuore non più funzionante.

Si alza dal suo posto e con un sorriso inquietante che gli prende tutto il volto, pianta un coltello sul fianco della sua vittima. Non lo uccide, ma lo lascia soffrire lentamente.
I suoi movimenti sono meccanici, come se a comandarlo fosse la malvagità che si cela dentro di lui. Non abbassa la testa nemmeno per guardarlo, solo il suo corpo è occupato a muoversi velocemente.

Con una corda lega le sue caviglie con più giri, sotto lo sguardo del ragazzo che, invece di urlare, lo prega di lasciarlo andare via. Non capisce che ormai per lui è finita per sempre. O forse cerca di convincersi che una piccola speranza c'è. Non c'è, è questa la verità. Ma anch'io ne rimango ancora convinta.
Mi accorgo che la corda è legata ad una carrucola sul soffitto. Lui prende il coltello conficcato ancora dentro la vittima e con forza lo estrae. Sembra avere una forza sovrumana quando inizia a tirare la corda dal lato opposto e in un colpo solo si ritrova a testa in giù.

Unlucky men // 5SOSWhere stories live. Discover now