10 agosto 2017

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Avvolta da un giorno sempre più caldo dell'altro, la mia mente annebbiata ancora non ha pensieri chiari...
forse un giorno riuscirò a capire cosa intendo, forse troverò una risposta. Ora come ora, è tutto un grande punto interrogativo, che comprende ogni mia più piccola domanda.
Dopo tanti tentativi, ho iniziato a rifletterci davvero questo pomeriggio, dopo essermi rilassata guardando un film psicologico-poliziesco, come mio solito. Stavolta mi è davvero saltato alla testa un fatto abbastanza insensato, ma che riguarda il mio strano subconscio e le questioni insolite che si pone ogni giorno.
Mi sono superata provando fastidio per il non sapere.
Sì, proprio così. Non è la prima volta che mi arrabbio per non essere in grado di dare una risposta, o addirittura darmi una risposta. Trovo ingiusto il non sapere, quando così tante cose succedono nella mia testa...
Penso a una cosa, mi pongo una, due, tre, cento domande e poi chi risponde? Certo a molte cose ci ha pensato la scienza, ma le altre? Io non ho tempo di aspettare le scoperte e le invenzioni che avverranno tra un milione di anni, ma nel frattempo? Dovrei starmene con le mani in mano, in balia dell'incertezza, solo perché qualcuno lassù non mi dà delle risposte?
E quante volte sono stata sveglia notti per creare i miei infiniti schemi mentali e cercare di risolvere enigmi impossibili che nemmeno i geni più famosi del mondo si sono mai azzardati di sfiorare... era proprio in quelle notti che mi arrabbiavo. Mi arrabbiavo perché avevo bisogno di conoscere, di scoprire, e so che sono giovane e sicuramente lo farò, ma ho paura. Ho paura di non avere abbastanza tempo per farlo, di non avere le possibilità o le occasioni. Per togliere alcuni dubbi, forse basta solo studiare e imparare... per esempio i dubbi sulla religione, sul pensiero umano, sull'universo, forse sono risolvibili con la conoscenza. Forse è già scritto da qualche parte e sta solo a me trovarlo... Sicuramente lo farò, cercherò di ingozzarmi di sapere al punto di scoppiare, al punto che anche il mio cervello non ce la farà più, perché tanto lo so, per quanto si impari non si sa mai abbastanza ed è per questo che mi giudico malata di sapere, perché non so, e so che questa è una frase già fatta, "So di non sapere", disse Platone, e anch'io so di non sapere ma mi da fastidio, non posso sopportarlo. Voglio delle risposte, delle certezze ai miei dubbi, le mie insicurezze. Voglio risolvere tutto, voglio punti fermi, perché cambierebbe. So che cambierebbe perché forse qualcuno potrebbe dire che la vita non sarebbe più interessante se tutti già sapessero tutto, e se fosse già tutto noto e scontato, e forse è vero, ma appunto, FORSE. È tutto un grande ed enorme "forse", non so neanche questo, non so neanche cosa sto dicendo e cosa sto scrivendo, ma credo fermamente che se si avesse un modo per sapere tutto, ma proprio tutto, allora probabilmente smetterei e smetteremmo di vivere appesi a un filo, lottando invano o piangendoci addosso... forse sarebbe tutto migliore, non ci sarebbero guerre, sapremmo come curare malattie rarissime, potremmo comunicare con abitanti di altri pianeti che a loro volta potrebbero salvarci dalla fine del mondo e potremmo creare vie di trasporto e comunicazione per eliminare finalmente la fame e la sete nel mondo...
ma questo forse è impossibile, forse non è così che funziona... e quindi questa incertezza mi fa rimanere da una parte in un bel sogno, il cui nome è "Forse", e dall'altra in una realtà volta all'elegia, dalla quale, forse, non possiamo sfuggire.

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⏰ Last updated: Sep 10, 2018 ⏰

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10 agosto 2017Where stories live. Discover now