Capitolo 7

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Jackson:

Aprii lentamente la porta della stanza, la quale sarebbe stata la mia casa per le prossime due settimane. Gli altri ragazzi ed io avremmo vissuto nei dormitori del campus insieme agli altri studenti.

Fortunatamente mi era finito Yuta come compagno di stanza. Non era il tipo che parlava di cazzate tutto il tempo e non era decisamente il tipo che invitava qualsiasi ragazzo/a per qualche ora di divertimento.

Entrai nella stanza e mi guardai attorno. Ad entrambi lati della stanza stava un letto; c'era un armadio, una scrivania con una sedia e un'altra porta, che molto probabilmente conduceva al bagno.

Il compagno di stanza giapponese mi seguì all'interno e posò la valigia in uno dei due letti. Lo osservai un attimo e misi la mia sull'altro letto, prima di disfare le nostre cose in silenzio. 

Sebbene fossimo nella stessa squadra di nuoto, non avevamo mai parlato molto e non sapevo molto su di lui. Forse ci saremmo potuti conoscere meglio durante il nostro tempo qui.

Voglio dire, se tutto fosse andato nel modo giusto, entrambi saremmo finiti qui nello stesso college e nella stessa squadra di nuoto e sarebbe stato sicuramente d'aiuto andare d'accordo.

Misi i miei vestiti nel mio lato d'armadio e guardai il più giovane che aveva già finito di disfare le sue cose e ora si era seduto sul suo letto. Pensai a come avrei potuto iniziare una conversazione.

Yuta e io non avevamo parlato molto fuori dalla piscina e quindi non sapevo davvero se ci fosse qualcosa di cui potevamo parlare. Sembrava che dovessi iniziare con qualche chiacchierata.

"Quindi... Che cosa ne pensi del college per adesso?" Gli chiesi dopo un momento di riflessione, facendogli alzare lo sguardo dal suo telefono. Posò il dispositivo accanto a lui e scrollò le spalle.

"È davvero carino. Non abbiamo ancora visto gran parte dell'edificio scolastico e la piscina; forse dovremmo aspettare fino a quando non elaboriamo un'opinione adeguata." Il ragazzo dai capelli viola rispose.

Annuii leggermente. "Ho sentito che la piscina è magnifica. Sono abbastanza sicuro che ce la mostreranno domani." Gli dissi con un piccolo ma amichevole sorriso, sperando che alleggerisse un pochino l'atmosfera.

"Forse hai ragione." Disse Yuta, prima di prendere di nuovo il cellulare. Sospirai lievemente, prima di continuare a disfare le mie cose. Sembrava che non volesse parlare al momento e non volevo disturbarlo.

Presi la foto di Lily dalla borsa e la posai sul comodino. Indossava la sua tutina rosa da coniglio e sorrideva alla telecamera. Era una delle sue foto che preferivo e mi piaceva guardarla.

E sembrava che non fossi l'unico. "È tua figlia, giusto?" Chiese Yuta, guardando nella mia direzione di nuovo. Annuii, non riuscendo a nascondere il mio orgoglio. "Sì, si chiama Lily." Risposi sorridendo.

Il più giovane guardò la foto per qualche secondo. "È molto carina." Mi disse e annui concordando. "Onestamente, è la persona più bella che io abbia mai visto." Ammisi allegramente.

Yuta ridacchiò. "Deve essere difficile sapere che è a Seoul; o le manchi come non so cosa o non ha nemmeno notato della tua assenza." Disse il giapponese, facendomi guardare verso di lui con occhi spalancati.

Certo, sapevo che probabilmente era troppo giovane per poterle mancare e probabilmente non avrebbe nemmeno notato la mia partenza, ma ciò non significava che volessi qualcuno che lo dicesse ad alta voce.

Anche il mio compagno di stanza sembrò rendersi conto di aver detto qualcosa di inappropriato perché alzò le mani in difesa. "Mi dispiace, mi dispiace. Non ho pensato prima di parlare." Si scusò rapidamente.

Scossi leggermente la testa e riuscii a fargli un piccolo sorriso. "Va bene. Voglio dire, è piuttosto piccola, quindi è molto probabile che non le manchi nemmeno." Risposi, facendo spallucce e sedendomi sul letto.

Yuta sospirò. "'Ma questo non significa che lei non ti possa mancare, ne sono certo. Voglio dire, è normale che ti manchi qualcuno che ami." Mi disse e avevo come l'impressione che stesse parlando di una certa persona.

"Hai ragione. Mi mancano tanto lei e Mark." Ammisi poi. "E sembra che anche a te manchi qualcuno." Lo guardai con un sorrisino. Il più giovane si morse il labbro inferiore con un leggero rossore sulle guance.

"Cosa ti fa pensare che mi manchi qualcuno?" Chiese, facendomi ridacchiare. "Ho un fidanzato e stiamo insieme da più di un anno. So com'è quando una persona è innamorata." Dissi.

Lo studente giapponese non mi rispose a parole, ma lo sguardo nei suoi occhi confermarono la mia precedente affermazione e decisi di continuare a parlare. "È il ragazzo che stava con te questa mattina, giusto?" Gli chiesi.

Yuta annuì. "Sicheng." Mi disse il nome del ragazzo biondo. "È uno dei miei compagni di stanza. Viviamo in un appartamento insieme ad altri ragazzi della nostra scuola." Mi spiegò ulteriormente e sorrisi leggermente.

"Allora, lui non sa che ti piace più di un amico." Conclusi e ricevetti un breve cenno del capo in risposta. "Perché non ti sei ancora confessato? Sembra che gli piaci anche te." Dissi al minore.

Fece spallucce. "Non ne ho davvero il coraggio. Ogni volta che penso che ricambi i miei sentimenti, all'improvviso mi allontana di nuovo. Non voglio mettermi in imbarazzo." Disse.

Emisi un leggero sospiro. "Non sono un vero esperto quando si tratta di cose romantiche, ma penso che dovresti correre il rischio e confessarti. Sono sicuro che sia solo un po' spaventato." Gli feci un sorriso incoraggiante.

Sebbene Mark e io stessimo insieme da molto tempo e fui io quello che si era confessato alla fine, non sapevo molto dell'amore.
Magari il mio consiglio era stato sufficiente per aiutarlo un pochino.

Yuta ricambiò il sorriso. "Forse. Ci penserò quando torneremo." Iniziò. "Finché saremo qui voglio concentrarmi sul nuoto." Continuò e sapevo che questa fosse la decisione migliore per ora.

Sebbene ad entrambi mancasse qualcuno, il nuoto doveva essere la nostra priorità al momento. Dovevamo dimostrare a Coach Lee che eravamo i candidati adatti per la squadra.

Yuta aveva detto che la mancanza di qualcuno che ami era normale e aveva ragione. Mi mancava già da morire il mio fidanzato e la nostra bambina e mi sarebbero mancati ancora di più nei prossimi giorni.

Ovvio, non sarebbe stato facile togliere Mark e soprattutto Lily dalla mia testa, ma sapevo che dovevo farlo per la maggior parte del tempo. Mancarli troppo mi avrebbe solo distratto e non potevo permetterlo.

Dovevo concentrarmi sul nuoto. Le prossime due settimane potevano diventare una grande occasione per frequentare questo college e realizzare il mio sogno di diventare un nuotatore professionista. Non potevo sprecarla.


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Ho appena tradotto una one-shot sulla JJP, si chiama "I'm sorry, I love" , andate a leggerla!!!

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