Riunione famigliare

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Quando Kelly si svegliò sentì addosso un famigliare e rassicurante calore; si voltò lentamente e trovò Alex abbracciato a lei, che dormiva ancora.

Kelly lo osservò, guardando il suo volto rilassato, era la prima volta in vita sua che vedeva Alex addormentato e senza il suo solito ghigno perverso a deformare il suo bel volto.

La ragazza gli accarezzó dolcemente i capelli biondi, senza svegliarlo e senza disturbarlo, e senza muoversi da quella posizione osservò la stanza di Alex.

La luce del sole penetrava dall'unica finestra presente nella stanza, rendendola molto luminosa; c'era un grosso armadio bianco vicino al muro, e il letto era matrimoniale, con dalla parte in cui dormiva Alex un comodino dello stesso colore dell'armadio. Kelly pensò che la porticina in fondo alla camera da letto doveva essere quella del bagno, e sul comodino vide una foto in cornice di Alex e Robby. Dovevano avere entrambi più o meno sedici anni, Alex aveva i capelli ancora al naturale senza tinte particolari.

Mentre Kelly pensava a quelle cose, Alex si svegliò. Kelly vide i bellissimi occhi azzurri del ragazzo aprirsi lentamente, e guardarsi intorno con aria addormentata.

Kelly pensò che anche da appena sveglio Alex era maledettamente bello e sexy

- Kelly - sussurrò lui con la voce impastata dal sonno

- buongiorno - sorrise la ragazza alzandosi dal letto, dopo aver gettato lontano le coperte

- sei davvero rimasta qui a dormire con me per la notte? - si stupì Alex grattandosi la testa

- certo, perché ti stupisci? - rise Kelly pettinandosi i capelli con le dita

- non lo so... è che mi sembra quasi un sogno surreale -

Kelly sorrise mentre si sistemava allo specchio

- quello di cui abbiamo parlato ieri mi ha fatto riflettere molto... - cominciò Kelly - vorrei che mi accompagnassi a casa mia - affermò poi decisa

- va bene... posso sapere perché? - domandò Alex, alzandosi a sua volta dal letto

- voglio fare pace con i miei genitori... sono ancora arrabbiata con loro, ma non posso starmene lontana da lui per sempre... Non sarebbe giusto come ho fatto, devo almeno spiegare il perché della mia decisione -

- e quale sarebbe il perché? - chiese Alex infilandosi una tremenda maglia t-shirt gialla accesa

- mi soffocavano a casa... con le loro regole, i loro continui divieti, era come se non capissero il fatto che ormai ho diciotto anni - spiegò Kelly - mi vietavano qualunque cosa, mi vietavano di indossare tacchi troppo alti o vestiti troppo corti, passando addirittura a vietarmi di indossare magliette corte in estate - Kelly osservò la maglia corta che aveva preso dell'armadio di Betty - mi sequestravano il cellulare se lo usavo troppo, non mi permettevano di stare alzata fino a tardi nemmeno nel week end, io lo capisco che lo fanno per proteggermi, ma così hanno veramente esagerato... Non so ancora che cosa mi è preso qualche giorno fa, quando me ne sono andata... ti odiavo ancora a morte - concluse Kelly girandosi a guardare Alex, che si stava infilando un paio di jeans neri proprio in quel momento

- ma ora tra noi due abbiamo risolto tutto quanto - disse Alex mettendosi una cintura color pelle

- voglio fare pace con i miei - aggiunse ancora più convinta Kelly

- certo, andiamo - Alex chiuse la finestra di camera sua  e si avviò insieme a Kelly giù per le scale del palazzo in cui abitava, diretto alla sua auto parcheggiata nel parcheggio dei condomini - sali, sarà un attimo da qui a casa dei tuoi -

Kelly salì e con il cuore che batteva forte per l'emozione sentì la macchina sotto di lei muoversi. Adesso erano in viaggio, era la prima volta che era così agitata all'idea di incontrare un parente; sentiva in fondo al cuore di starsi avviando verso la sua condanna, sentì le simboliche catene che la tenevano attaccata ai suoi stringersi ancora di più.

Aveva quasi paura. Aveva paura di quello che avrebbero detto i suoi appena l'avrebbero vista, in quello stato, e dopo giorni che non faceva una sola telefonata, per dire come stava, se era ancora viva o meno.

Cominciò a sudare freddo. Il tempo stava passando orribilmente in fretta, troppo in fretta, le sembrarono passati pochi secondi che già erano arrivati all'incrocio che conduceva a casa sua. Alex frenò davanti al suo vialetto

- vuoi che entri con te? - domandò il ragazzo accarezzandole una guancia con dolcezza

- No, devo farlo da sola - si decise Kelly scendendo dall'auto

O adesso o mai più.

Kelly suonò il campanello, sentendosi una sciocca subito dopo. Dentro sentì un movimento, poi il chiavistello della porta scricchiolare. Poi la porta si aprì

- Kelly! - gridò sua madre. Sua madre si protese verso di lei, e a sorpresa di Kelly la abbracciò. Kelly ricambiò l'abbraccio, mentre mille lacrime cominciavano a sgorgare dai suoi occhi

- mamma... perdonami ti prego... - pianse la ragazza nell'abbraccio della madre

- come potrei non perdonarti? L'unica cosa che conta è che tu stia bene, mi dispiace per tutto Kelly... anche tuo padre è molto dispiaciuto, tornerà a casa stasera, eravamo così preoccupati per te... Non sapevamo se eri viva o morta... Non sapevamo nulla... Poi quella tua amica ci ha detto che volevi stare un po lontana da tutto, da noi... e lì ho capito quanto in questi anni ti abbiamo sempre soffocato e vietato di fare qualunque cosa, cose normali per i ragazzi della tua età... scusa amore mio... - terminò la madre di Kelly in lacrime

- quindi non sei arrabbiata? - domandò Kelly sorpresa

- certo che lo sono, sono furiosa... - sussurrò la donna - ma in questo momento conta solo che tu stia bene Kelly - concluse sorridendo alla figlia

- mamma... sono cresciuta molto nel tempo in cui sono stata lontano da casa... ho capito molte cose, e il ragazzo dentro quell'auto è il mio fidanzato - disse scorrevolmente la ragazza, arrossendo tutta per quell'affermazione

- hai un ragazzo? Ma guarda come sei cresciuta amore... - la madre di Kelly sorrise al pensiero che sua figlia si era finalmente trovata un ragazzo - è giusto alla tua età fare queste esperienze -

- lo so mamma - rifletté Kelly - non vedo l'ora di riabbracciare papà, ma prima devo tornare a casa di una mia cara amica, le devo dire che non mi serve più il suo aiuto - aggiunse poi Kelly mandando un pensiero a Betty, che sarebbe probabilmente tornata a casa di li a poco, passato il Week end che aveva passato a casa dei suoi

- chi è? Non andartene di nuovo... - la pregò la donna con gli occhi lucidi

- mamma, stai tranquilla, tornerò stasera per cena - le sorrise Kelly prima di avviarsi verso Alex, che la aspettava in auto - dopotutto ho diciotto anni, non serve che ti dica sempre dove vado - rise la ragazza salutando sua madre con la mano.




Innamorata di uno Stronzo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora