Chiaccherata tra amici

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- allora ti sarai divertito con quella ragazza, era davvero carina, mi è piaciuta - Robby si era stravaccato sul divano a fianco ad Alex, e con una mano si sistemava i capelli biondi lunghi fin sotto alle spalle, puliti e perfetti come sempre

- ti stupirai parecchio, ma no, non mi sono affatto diverito - rispose con aria sarcastica Alex, guardando l'amico a fianco a lui

- come no? Eravate qua dentro da soli - constató Robby avvicinandosi ancora ad Alex

- quella ragazzina... era la stessa che volevo prendere a pugni questa mattina a scuola - cominciò il ragazzo sistemando la cresta - però quando l'ho vista in mezzo alla folla... mi è sembrata diversa. Diversa da tutte le altre, aveva un modo di ballare che sembrava impacciato, e appena siamo entrati qui dentro ti giuro che volevo scoparmela -

- e perché non l'hai fatto? - lo interruppe l'amico

- lei non ha voluto. Mi ha respinto - sul viso di Alex si allargó un sorriso, una specie di ghigno perverso - ma mi piace proprio per questo, farò di tutto per conquistarla, non mi era mai capitato di essere così interessato a una ragazza - disse quasi fra se il ragazzo

- si lo so, non te ne è mai piaciuta nessuna - gli rispose Robby come a confermare quel fatto

- invece tu ti sei scopato bene quell'altra ragazza? Come si chiamava? - domandò Alex all'amico per cambiare discorso

- si... si chiamava Martina comunque, era simpatica, mi è piaciuta, poi però si è ubriacata, e non mi piace intrattenermi con una persona ubriaca -

- però scoparti una persona ubriaca ti piace vero? -

- oh eddai non farmi queste domande -

Robby si alzó in piedi e si mise a cavalcioni su Alex, tirandogli la cresta blu e rossa, e passando una mano sugli addominali dell'amico. Con l'altra mano scendeva, fino a che arrivó al bottone dei jeans neri stretti del ragazzo sotto di lui

- Robby ma che fai? - si stupí Alex fermando la mano dell'amico prima che cominciasse a slacciargli i pantaloni

- non mi è piaciuto particolarmente scoparmi una persona ubriaca se capisci ciò che intendo - cominció Robby quasi con tono di supplica, accarezzando con una mano il viso di Alex, quasi come per ingraziarselo - e poi non dirmi che non ti é dispiaciuto non farti quella ragazzina - aggiunse poi il biondo

Robby non diede tempo all'amico di replicare, si avvicinó e velocemente gli catturó le labbra, in un bacio che di romantico non aveva nulla. La lingua di Alex cozzó quasi subito con quella di Robby, e entrambi cominciarono una sorta di guerra per la supremazia; Alex morse il labbro di Robby con poca delicatezza, e il biondo sentí quasi subito il sapore metallico del sangue che si mischiava alla sua saliva. Ma era proprio questo che gli piaceva del suo migliore amico, la sua indole violenta e perversa

- e va bene, hai ragione - cedette Alex, dopo che ebbe ripreso il fiato dopo il bacio - però non qui, e se qualcuno vuole entrare? Non è di certo solo nostro il privé -

- oh é la prima volta che ti sento rispettoso delle regole - si stupí Robby spalancando i suoi occhi marroni e lucenti dal desiderio verso il suo migliore amico

- No, non è per le regole, ho voglia di andare a casa, fosse per me non ci sarei nemmeno venuto in questo posto -

- se non fossimo venuti a questa festa non avresti conosciuto quella ragazzina che tanto ti piace - constatò Robby passando un dito sulle labbra dell'amico

- hai ragione, in fondo, ma andiamo, sono già stufo -

- va bene - sbuffó Robby alzandosi dalle gambe di Alex e tirandosi giù la canotta nera che indossava e aprendo la porta

Subito entrambi vennero investiti dalla musica alta che ancora c'era in discoteca, il locale era ancora più pieno di qualche ora prima, la gente ballava con più euforia, c'era qualcuno ubriaco che ballava sul bancone del bar, era un ragazzo molto carino e moro, che aveva esagerato con gli alcolici.

I due ragazzi non si fermarono nemmeno quando un paio di loro amici li invirarono a unirsi a loro per bere qualcosa, andarono diretti verso la macchina di Robby, ancora in perfetto stato per la gioia del biondo.

Senza dire una parola salirono entrambi, e in fretta e furia Robby mise in moto e partí di corsa fuori dal parcheggio, mancando anche la precedenza di una macchina rossa guidata da una ragazza che era su da sola. Ma non gliene fregava nulla, in quel momento voleva solo arrivare al più presto a casa.

Alex si sporse dal suo sedile e leccó con fare sensuale il collo di Robby, quasi come se fosse commestibile

- ma che fai bastardo? - sghignazzó Robby - vuoi farmi andare a sbattere? -

Alex sorrise. Sarebbe stata una bella nottata.

****

Kelly notó subito che le luci della cucina erano accese. Si chiese chi poteva esserci in casa ancora sveglio a quell'ora, rispondendosi quasi subito: i suoi genitori.

La ragazza avanzó impacciata, non si aspettava di trovarli in casa, per quanto ne sapeva erano andati a fare una specie di gita con la Chiesa della sua città, a cui lei si era rifiutata categoricamente di partecipare, tirando in ballo lo studio e la scuola come scusa.

Si tolse di fretta le scarpe con tacco basso che portava e le nascose dentro il suo armadio delle scarpe, dove c'erano solo scarpe da ginnastica. Tentó di tirarsi giù ancora un po il vestito, senza successo, era davvero troppo corto!

Sperava che i suoi genitori non l'avessero sentita rincasare, ma purtroppo l'avevano sentita eccome...

- Kelly! Ma ti sembra questa l'ora di tornare a casa? Dove sei stata per l'amor del cielo!? - cominció a gridare sua madre

Kelly non ebbe tempo di aprire bocca che subito suo padre cominciò a gridare

- e quel vestito? Ma ti sembra il caso di andare in giro conciata in quel modo?! -

- dove sei stata?? -

- calma perfavore! - disse Kelly tentando di non arrabbiarsi e urlare, avrebbe solo peggiorato la situazione - Martina mi ha invitato ad andare a casa sua, e mi ha prestato un suo vestito, mi ha fatto un obbligo, niente di più - mentí la ragazza

La madre e il padre la guardarono a lungo prima di rispondere, soffermandosi con aria arrabbiata sulla scollatura e su quanto fosse corto il vestito

- quella tua amica ti porta su una brutta strada - constató il padre - non uscire più con lei -

- e poi perché non hai chiesto il permesso per andare da lei? Adesso chiamo sua madre e le dico che razza di vestiti ha la figlia! - gridó la madre di Kelly, facendo per andare in salotto, dove c'era il telefono fisso, dato che lei non possedeva cellulare

- no, sua madre non c'era e nemmeno suo padre, eravamo da sole! -

- questo non va affatto bene! E se vi facevate del male e non c'era nessuno a casa? - si arrabbió il padre della ragazza

- ma papà... abbiamo diciotto anni! Non ne abbiamo dieci! -

- non mi interessa, finché sei sotto questo tetto segui le nostre regole, e se ti dico che non voglio che esci con quella ragazza, ti proibisco di farlo! Adesso per punizione non uscirai più per tutta la settimana, sabato sera compreso! -

Kelly non disse nulla, sapeva che era inutile contestare con i suoi. I suoi genitori erano all'antica, non accettavano molte cose, era già stata una lotta tremenda chiedere loro di comprarle un cellulare con Internet...

Se le dicevano di non uscire più con una persona lei non diceva nulla, era inutile.

Salí le scale per camera sua e sbatté la porta con rabbia. Si gettó sul letto e mise una mano davanti alla faccia; lacrime su lacrime cominciarono a scenderle, per tutto, per Alex, per Martina che non poteva più rivedere sotto proibizione dei suoi, e soprattutto per i suoi genitori severi e all'antica.

La serata si era conclusa nel peggiore dei modi, e questo non poteva sopportarlo. Kelly non ne poteva più della vita che aveva in casa con i suoi.

Innamorata di uno Stronzo Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin