Capitolo 79 Ricordi intermittenti

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Leonardo avanzò lentamente sul terreno asciutto, dall'erba che circondava il sentiero proveniva un forte odore di vegetazione bagnata, come dopo un lungo temporale.

Alzò il capo verso il cielo. Nuvole grigie, sottili e filiformi si dileguavano, nascondendo solo parzialmente il sole, che si faceva strada con la sua luce fioca. Si guardò poi intorno, ritrovandosi a essere l'unico visitatore del cimitero. Proseguì sicuro, le lapidi gli scorrevano a fianco e pur cercando di concentrarsi, non riusciva a leggere i nomi dei morti. Si fermò davanti a un piccolo recinto in ferro. Circondava uno spiazzo verde, punteggiato da fiori gialli e nel mezzo si innalzava una lapide di marmo più chiaro delle altre.

Il ragazzo si inginocchiò per sapere a chi apparteneva. Le lettere si confusero tra loro, ebbe addirittura l'impressione che si cambiassero di posto solo per fargli un dispetto.

«Non preoccuparti. Ti tornerà in mente.»

Una donna con un lungo vestito nero e i capelli castani radunati in modo scomposto in uno chignon, apparve al suo fianco, posandogli la mano destra sulla spalla.

Leonardo si rialzò. «Sono sicuro di conoscere il suo nome. Sono qui per questo, vero?»

La donna gli sorrise. «Non solo.» Gli prese il volto tra le sue mani, coperte da guanti neri che le avvolgevano la pelle lattea fino all'avambraccio. «Il passato ti troverà senza aiuto. Devi preoccuparti del futuro. Di chi arriverà, di chi potrai fidarti. E ciò che sembra inoffensivo, tornerà a minacciarti.»

«Chi è che mi minaccia?» le domandò.

Lei era svanita. Le lapidi pure. La sua voce riecheggiò in quel luogo silenzioso.


«Mi hai capito, Leonardo?» domandò scocciata Sara. «Questa volta è una minaccia!»

Leonardo aprì gli occhi e si guardò intorno. Era sul divano del salone. In casa sua. Sara era seduta alla sua sinistra con accanto Naoko; Yuri occupava la poltrona accanto, con in braccio Sabrina; Davide era stravaccato su quella alla destra. Tutti lo fissavano.

«Che cosa?» domandò stordito dal risveglio improvviso e dalla musica che proveniva dal televisore di fronte a lui. Il cast di Glee stava intonando il ritornello di We are young dei Fun.

«Ho detto che se continui a sonnecchiare, spengo questa lagna» ripeté la sorella, agitandogli il telecomando del lettore DVD davanti al naso. «Ci hai costretto a fare una maratona di questa serie e sei il primo ad annoiarti.»

Leonardo ricordò perché fossero tutti lì. Dal ritorno dalla sua presunta morte, sua sorella e i suoi amici avevano insistito per passare una serata tranquilla tutti insieme e così, dopo vari rinvii, si erano riuniti davanti alla tv.

«Non vi ho costretto con la forza. Mi avete lasciato voi libero di scegliere che cosa guardare.»

«E comunque l'episodio è finito» fece notare Davide.

«Problema risolto.» Strappò il telecomando dalla mano della sorella, premette il tasto STOP e lo schermo diventò blu.

Sara si accasciò contro lo schienale e arricciò il naso. «Non capisco come fa a piacerti questa roba.»

Naoko si tirò su, sporgendosi in avanti. «Non è male, forse un po' ripetitivo.»

«I numeri di ballo e canto sono carini» aggiunse Sabrina.

Leonardo sbuffò. «Non capite, questa serie è una metafora della nostra situazione.»

Yuri inarcò un sopracciglio. «Stai scherzando? Non abbiamo mai cantato o ballato in gruppo. Ne lo faremo mai.»

DARKLIGHT CHILDREN || Stagione 3Where stories live. Discover now