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Girai lo sguardo per vedere gli "spaccaculi".
Un ragazzo era davanti, indossava una giacca di pelle nera ed aveva un septum che rifletteva la poca luce che c'era nel locale, accecandomi per un secondo facendomi strizzare gli occhi.
C'era un altro ragazzo, alto e tatuato.
E una ragazza dai capelli rossi e tacco venti.
Il primo azzerò la distanza tra lui e il bancone.
Non feci caso a questo e continuai a pulire la miriade di bicchieri di vetro.
-ehi, carina.Una birra, servita nel bicchiere-
Alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi verdi.
-o-oh emh subito- presi una birra aprendola con l'accendino, per mancanza di apri bottiglie, e la misi in un calice posandola subito sul bancone.
-ecco a te- sorrisi e ripresi la pezzetta mentre giocavo con il piercing sotto il labbro.
Sentivo lo sguardo del riccio davanti a me bruciare la mia pelle.
Cameron mi affiancò e guardò io ragazzo dagli occhi verdi.
-Cameron, Cameron, Cameron...- disse il ragazzo misterioso.
-che vuoi, Timothée?-
Timothée, francese il ragazzo?
-chi è lei?- puntò di nuovo gli occhi su di me.
Alzai lo sguardo.
-sono Bella- lasciai il mio labbro inferiore dai miei denti e sorrisi lasciando vedere il mio smiley.
-sei nuova?-
-si- dissi per poi passare una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro.
-credo ti abbiano parlato di me- ammiccò giocando con il septum.
-non so chi tu sia in realtá.- dissi sbuffando e guardandolo.
Strinse i denti
-sono Thimotée, il figlio di Penny.- si morse il labbro lasciando intravedere la pallina argentata sulla sua lingua.
-oh...mi hanno parlato di te, allora- girai gli occhi annoiata dalla situazione.
-sta entrando gente, Bella...devi andare a servire- disse Cameron annoiato, come me, dalla situazione.
-vado, scusa Timothée...ma il mio lavoro mi aspetta- mi diressi verso il primo tavolo da servire, il primo dei cento tavoli.
Giravo tra i tavoli con intervalli di due secondi per asciugare il sudore dalla mia fronte con il dorso della mano.
Una mano più in la venne alzata e corsi a servire il tavolo, quando vidi la rossa che era prima com Thimotée mentre era seduta su quest'ultimo.
-ciao carina, ordiniam- venne fermata dalla voce del riccio mentre se la scollava di dosso e si sistemava i capelli.
Si mise su un gomito posando la faccia sulla mano ed osservandomi, o meglio osservava il mio seno.
-bellezza...- mi accarezza il braccio delicatamente.
-prendiamo un Bloody Mary per me, una vodka liscia, birra e un assaggio di te...sempre per me-
-mi dispiace ma non posso accontentarti per tutto...posso portarti da bere ma "un assaggio di me" non esiste propio, scusa- sorrisi mordendomi il piercing con il labbro inferiore mentre segnavo le cose da portare.
-Timothée dai non scoraggiarti! Hai me...quella è brutta, io sono stupenda!- urlò l'oca vicino a lui per poi guardarlo.
Il corvino non l'ascoltò e mi guardò.
-mh...scommettiamo che ti conquisterò?- sussurrò al mio orecchio.
Andai via e vidi Cameron occupato al telefono, sembrava importante.
Decisi di servire io i drink a quel tavolo.
Andai in sgabuzzino per prendere il sale per il Bloody Mary quando due mani mi afferrarono per i fianchi e mi appiccicarono al muro.
-oh guarda chi si rivede- disse sarcastico.
-cosa vuoi, ormonato?- dissi mentre lo fissavo.
-te- disse giocando con lo scollo della mia maglia.
-fammi il piacere...mi conosci da un giorno Thimotée!- dissi stufa.
-fammi andare via- disse sfidandomi.
-cosa vuoi? Un bacio?- dissi sbuffando.
-mh si, per ora-disse toccandosi le labbra.
-sentimi bene- lo tenni per il colletto della maglia-evita di metterti contro di me.- dissi quando blocco i miei polsi al muro.
-stai attenta, bambolina. Con me non si scherza. Piano piano imparerai a eseguire quello che ti dico. Sono un demone vestito da angioletto. E tu non sei quella da cui mi farò mettere i piedi in testa.- disse incazzato mentre mi stringeva i polsi.
-guarda ho una paura atroce!- dissi ironica.
-ti lascio solo perché devi lavorare...ma non sai- mi girò dandogli le spalle- ti strapperei questi pantaloni e te lo ficcherei tutto dentro, non ti rendi conto.- mi diede una sculacciata e mi lasciò i polsi uscendo dalla stanzetta.
-mio dio...- sussurrai uscendo sbuffando.
Preparai i loro drink ed andai al tavolo.
-per voi- sorrisi e presi la birra e la vodka liscia posandolo sul tavolo, poi, presi il Bloody Mary e lo lasciai davanti al ragazzo mordendomi il labbro.
-per te- sussurrai ed andai via con il vassoio sotto braccio mentre sentivo il suo sguardo mangiarmi viva.

𝐇𝐎𝐏𝐄 𝐈𝐒 𝐀 𝐃𝐀𝐍𝐆𝐄𝐑𝐎𝐔𝐒 𝐓𝐇𝐈𝐍𝐆, Thimothée ChalametDove le storie prendono vita. Scoprilo ora