2. Giornata Snervante

24 6 5
                                    

Sbuffai "mamma ti farò sapere chi porterò visto che mancano ancora dei giorni ma adesso lasciami in pace" dissi entrando e andando diritta in camera. Era così difficile avere una vita? Misi la chitarra a terra al suo posto vicino alla scrivania e mi buttai sul letto addormentandomi.


BUONA LETTURA!


Un soffio di vento mi fece rabbrividire così mi svegliai, vidi la sveglia che segnava le 6.30 di mattina.

"Mmmmm...." Mi alzai svogliata dal letto e chiusi la finestra.

Dopodiché mi buttai sul letto a peso morto ma il sonno mi aveva ormai detto addio, così mi feci un bagno anche perché ieri avevo dimenticato di cambiarmi e sentivo ancora i vestiti bagnati dalla pioggia.

Tolsi i vestiti e li gettai nella cesta dei panni sporchi e mi feci la doccia visto che era ancora mattina e volevo uscire prima da casa per andare a scuola.

Uscii alla doccia e legai l'asciugamano fino al petto, misi l'intimo, una maglia giallo raggiante e un paio di pantaloni neri. Infilai le scarpe e quando mi alzai dal letto lo vidi oltre la finestra, il ragazzo di ieri sera, che fisico da paura. 

Mi dispiaceva per ieri così quando si girò verso di me e mi vide presi un foglio bianco a quattro e ci scrissi scusa sopra con un cuore tanto per farlo felice.

Sorrise e scrisse un messaggio così appena sentii la notifica lo presi e aprii quel messaggio

- è stato divertente – aveva scritto lui.

- Non ero di buon umore, mi dispiace davvero – scrissi io veramente dispiaciuta.

- Vuoi farti perdonare? :)– scrisse aggiungendo una faccina sorridente.

- Certo...ma come?? – domandai un po' incerta.

- Facciamo colazione insieme oggi- disse.

- E questo sarebbe il modo di perdonarmi? Solo questo? – chiesi.

- Si...- rispose.

Ci pensai un attimo poi ripresi a digitare

- ok, aspettami tra 10 minuti, sotto casa mia? –

- va bene, come vuoi madame-

Presi la borsa, il cellulare e scesi le scale uscendo di casa dopo 20 minuti.

"Hey "lo salutai con la mano.

"Sempre puntuale" disse camminandomi vicino.

"Te lo dovevi aspettare, tesoro" sorrisi dandogli pan per focaccia.

"Hai ragione Abigail Elisabeth White" disse ammiccando alla conversazione di ieri.

Mi fermai di scatto "No! Questo no! Per te sono solo una vicina di casa" dissi.

"Ok Elis" disse sogghignando.

"Smettila Chris" dissi sopprimendo una risatina e ricominciando a camminare.

"Sono Jasper e non Chris" disse.

"Non mi piace il tuo primo nome" dissi, spingendo la porta del bar vicino scuola.

"Un tè , anzi due, e due pasticcini" disse e aspettammo al tavolo.

"Tu dove vai a scuola?" chiese.

"Alla Alley Academy for High School" dissi fiera di ricordarmi tutto il nome.

"Ma non ti ho mai visto lì" disse.

Una ragione per sorridereWhere stories live. Discover now