«Ma devi lincenziarmi! Ho colpito Harper! E lo hai visto pure tu.» i suoi occhi si spalancano. Sentirlo dire da se stesso ad alta voce è ancora più brutto.

Jonelle sospira e si siede sul divano accanto al ragazzo. «Sono sicura che se lo sia meritato. Da me ne ha prese il triplo.»

«Ma è tua figlia! Io non dovevo permettermi! Non sono mica suo padre!Licenziami!»

Jonelle serra la mascella, guardando gli occhi blu di Niall aperti più del normale. «Ma stai diventando ciò che di più simile c'è ad una figura paterna per lei. E resti comunque una persona importante. Adesso mi vuoi dire che è successo, Niall?»

Il ragazzo si guarda le mani e inizia a torturarsele. «Io... ho perso Harper.» sussurra.

«Che significa che hai perso Harper?» la donna schizza di nuovo in piedi e inizia a camminare avanti e indietro davanti al divano. «Niall!»

Il ragazzo guarda la donna con un po' più di attenzione. È in tuta, a piedi scalzi e ha i capelli scuri gocciolanti. Deve essere appena uscita dalla doccia. Lei non dovrebbe neanche essere lì!

Ed è così che Niall sconvolge Jonelle. Perché scoppia a piangere. «L'ho portata al parco e avevamo un umore di merda entrambi mi stava facendo impazzire e mi sono rilassato un attimo quando si è messa a giocare lo so che non mi dovevo distrarre ma quella mia collega e Harper non era contenta e se ne è andata ero così spaventato.»

Jonelle non sa come ha fatto a seguire il discorso di Niall tra le lacrime. Sbatte le palpebre cercando di riscuotersi. Niall singhiozza adesso.

«Non sono bravo. Non lo so fare questo lavoro. Licenziami.» continua a ripetere disperato.

La donna non sa perché, ma non riesce a vedere Niall in quello stato. Così si ferma, si siede di nuovo dove stava e allunga le braccia per attirarlo a sé.

Niall sente il calore di Jonelle avvolgerlo e si sente quasi meglio.

Anche lei sente una strana sensazione pervaderla. Sembra giusto... e piacevole.

Niall affonda il viso nell'incavo del collo della donna. Sente il suo profumo fortissimo, di bagnoschiuma al latte e mandorle.

La donna può sentirlo rilassare tra le sue braccia, ma sta ancora piangendo.

Jonelle solleva la mano e la infila tra i capelli morbidi di Niall. È stupido se dice che le è mancato toccarli?

«Niall. Hey, ti calmi, piccolo?»

«No!»

Jonelle sospira. «Niall, andiamo. Potresti calmarti per favore? Stiamo parlando di Harper. L'hai ritrovata e sta bene. Questo è l'importante. Lo sai che quando aveva tre anni si è nascosta dentro un armadio perché voleva giocare a nascondino, ma non me lo ha detto? E sono stata metà pomeriggio a cercarla con l'angoscia che mi stava divorando. Stavo per chiamare la polizia. Sono scoppiata a piangere e Harper è uscita soltanto allora, per paura che stessi male. E ha iniziato a piangere con me.»

Niall si morde il labbro, cercando di non ridere tra le lacrime. Si allontana da Jonelle solo un po' e la guarda.

La donna poggia la mano sul viso del ragazzo e col pollice asciuga le lacrime di Niall.

«Lo sapevi che con Harper sarebbe stato difficile. È una piccola peste, ma fino ad ora sei andato alla grande.»

«Fino a poco fa.»

«Niall, Harper ti adora.»

«Non più dopo oggi.» Niall abbassa gli occhi, non riuscendo più a guardare quelli scuri e intensi della donna, che è fin troppo vicina.

Babysitter ●Niall Horan●Where stories live. Discover now