12) Scusa

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«Dov'è?»

«Niall, sarà qui da qualche parte.»

«Qui dove, cazzo? Tu la vedi?» il ragazzo lo ha praticamente urlato. È paura quella che ha dentro. Fin troppa. Ha perso Harper. Come può aver perso la sua piccola peste? Lui è sempre attento. Avrebbe dovuto esserlo anche adesso, ma Melissa lo ha infastidito talmente tanto da perdere la pazienza e la concentrazione.

Niall non è mai stato un ragazzo stupido. Ma adesso ci si sente. "Stupido, stupido, stupido" si ripete, mentre la nausea lo assale, perché continua a guardarsi intorno e a non vedere Harper.

«Perché ti stai agitando tanto?»

«Chiudi quella bocca, Melissa! Se vuoi restare, dammi una mano a trovare la mia bambina! Altrimenti puoi anche toglierti di mezzo.» Niall non aspetta neanche una risposta, che afferra lo zainetto e inizia a camminare.

Il suo passo è frenetico. Deve cercare in ogni angolo di quel maledetto parco. «Harper!» urla, non curandosi delle occhiatacce che ottiene.

«Signora, ha visto una bambina di cinque anni, bionda, con un vestitino rosa?» Niall chiede ad ogni mamma e donna nel parco, ma tutte scuotono la testa, guardandolo con pietà, probabilmente pensando a come le farebbe sentire perdere i loro figli. Ma loro non lo fanno. Ecco perché non staccano gli occhi dai loro bambini neanche per un secondo, diversamente da come ha fatto Niall.

«Harper!»

Niall controlla ovunque: dietro le travi dei giochi e sotto lo scivolo, dietro ogni singolo albero e in qualsiasi altro posto che possa essergli sfuggito.

Ma niente.

Un groppo in gola gli sorge spontaneo e deve trattenersi dal far cadere quelle lacrime. Lacrime di coccodrillo, Niall? Se lo chiede amaramente.

Non sa che fare. Dovrebbe chiamare Jonelle seguendo il protocollo di emergenza, dovrebbe chiamare la polizia o... o deve trovarla. Sì, Niall deve assolutamente trovarla.

Si mette praticamente a correre. Deve andare in più direzioni possibili nel minor tempo possibile. Dovrebbe pensare come Harper. Dove può essere andata una bambina di cinque anni con un cattivo umore?

Cerca di non pensare al fatto che qualcuno potrebbe averla rapita e che in questo caso sarebbe inutile cercarla in quel modo. Un uomo o una donna non avrebbe fatto in tempo a convincerla ad andare con loro però, conoscendo la bambina, diffidente con ogni essere umano, quasi quanto sua madre.

E se l'avessero presa con la forza, Harper avrebbe urlato. O qualcuno avrebbe visto qualcosa. Quindi non è il suo caso.

Niall spera che la bambina sia tornata verso casa, piuttosto che in mezzo al boschetto dietro al parco o lontano verso la città.

Harper ha attraversato la strada? Oddio, Niall spera solo che stia bene. Che sia salva e al sicuro. Ma è inutile. È da sola, senza supervisione e... oddio.

Niall non si rende nemmeno conto che Melissa è sparita.

Segue la strada verso casa a passo spedito, con il cuore che gli pulsa in gola.

Niall non sa neanche da cosa sia attratto, ma volta la testa e il suo organo al centro del petto perde un battito.

«Harper!»

La bambina è dall'altra parte della strada, con le mani e il viso quasi incollati alla vetrina del negozio di giocattoli.

Doveva essere andata via borbottando imbronciata, ma poi distratta di nuovo dal fantomatico orso.

Un senso di sollievo pervade il ragazzo, che si lancia quasi in strada senza curarsi delle macchine e raggiunge la bambina.

Harper emette un piccolo urlo quando lui la afferra con fin troppa veemenza e la volta verso di lui. «Niall!» dice poi, rendendosi conto che è soltanto il suo babysitter.

Babysitter ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora