-Capitolo 50:Solitudine ed incertezze -

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Lenya controvoglia salì sulla navicella, mescolandosi insieme alla popolazione Asgardiana,contando nella mente ogni secondo che la separava dal suo compagno.

Dopo alcuni minuti, sentì il rombo del Commodor che sferzava l'aria, Loki era a bordo, diretto nei sotterranei della cittadella dorata.
La strega si guardò intorno, tutte le persone presenti avevano figli o parenti da tenere stretti in quei momenti di terrore , tutti meno che lei.
Avrebbe voluto sentire la voce del dio che la rassicurava, che le diceva che tutto sarebbe andato bene ma lei in quel momento era sola e nessuno le aveva assicurato che sarebbe tornata a casa,a New York,che sarebbe riuscita ancora ad ammirare le sale a Kamar-Taj, che avrebbe bevuto il thè con Stephen Strange, il suo migliore amico, colui che considerava un fratello.
Si domandava se sarebbe tornata a lavorare per lo S.H.I.E.L.D. , se avrebbe mai rivisto il suo capo Nick Fury, Phil, l'agente Hill, gli altri Avengers.
Come se non bastasse, doveva delineare con precisione il rapporto con il gigante di ghiaccio, -che cosa fare una volta che sarebbe finito tutto- ignara del fatto che lui aveva già un piano in testa, che avrebbe reso felici entrambi.

<<Via, andate via.>>gridò Thor da fuori, Heimdall fu l'ultimo a salire, avrebbe pilotato lui la navicella.

<<Cosa? No, non possiamo andarcene senza di loro. >>sentenziò Lenya, inziando a seguire l'uomo di colore verso la sala di comando.

<<Sono gli ordini di Thor, per me sono legge. >>rispose l'ex guardiano del bifrost, mettendosi ai comandi, cliccò alcuni tasti, accendendo i motori.

<<Io non posso rimanere qui senza fare niente. Io devo ritornare giù.. là sotto c'è l'uomo che amo.>>disse l'agente Price con la voce incrinata e gli occhi lucidi.

<<Fossi in te, nelle condizioni in cui ti ritrovi, non lo farei. >>rispose il chiarovvegente, senza pensarci troppo, lasciando confusa e perplessa la ragazza dai capelli color della neve.

Poi d'un tratto si sentì un botto fortissimo e del movimento da una parte del mezzo di trasporto, la gente iniziò a gridare, la nipote del Supremo tornò indietro, per vedere cosa stesse succedendo.
Un'enorme scoglio, duro, appuntito e scuro sorgeva dal mare di Asgard, trafiggeva l'ingresso della nave spaziale ed altri soldati non-morti si arrampicavano lungo lo spuntone, finendo poi, per salire a bordo.

Un uomo pelato e nerboruto, noto ad Asgard come Skurge l'Esecutore, si fece avanti con due fucili, uno per braccio, inziando a sparare contro quegli esseri. Lenya lo affiancò e con un leggero movimento delle dita e delle mani, creò una barriera viola che sprigionava scintille, che si interponeva tra la porta e l'interno.

<<Non riuscirò a sostenerla per tanto. >>gridò l'agente S.H.I.E.L.D. all'uomo a fianco,parlando sopra ai proiettili,mentre tendeva le braccia verso la parete immaginaria.

<<Per Asgard>> affermò l'uomo, la giovane, capendo le sue intenzioni, per un breve istante gli aprì uno spiraglio, lui lo attraversò a passo svelto, gettandosi poi di sotto.

Lo spiraglio crollò e la navicella si alzò in volo, Lenya abbassò le braccia, ormai non ce n'era bisogno.
L'ultima cosa che riuscirono a vedere dal mezzo di trasporto, fu Surtur, l'enorme gigante di fuoco della profezia del Ragnarök e il pianeta in fiamme.

Poi si sentì un altro botto, l'alter ego di Banner;Hulk, Thor e Valkiria erano a bordo.
La strega si fece strada tra la gente, sgomitando ogni tanto,giungendo infine davanti al cognato.

<<Dov'è lui?>>chiese l'agente Price, con espressione preoccupata.

<<Non lo so.. dovrebbe essere già qui. >>rispose il biondo, sorpreso anche lui di non vedere il fratello.

To be continued...

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