1. The one with the blue bandana.

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«Si che lo è!» la interruppe, d'improvviso.

Anne sospirò, continuando il suo discorso. «E poi dovresti provare a cambiare aria, tesoro. Rimanere chiuso in quella casa non farà altro che peggiorare le cose. Vai in giro con Niall, da solo, con chiunque

Harry mugugnò e si mise una mano tra i capelli, scuotendo la testa. «Tu pensi che io non ci abbia già provato? Proprio ieri sera sono andato con Niall a cena fuori, ma non è servito a nulla. Non capisco come questo possa servire a qualcosa, in realtà.»

«Harry, col cambiare aria non intendevo andare a cenare o a pranzare fuori casa» spiegò Anne, ridacchiando.

«E cosa intendevi, sentiamo.»

«Cambia del tutto aria, cambia città. Da quando non ti fai una vacanza? Da quando non lasci Londra, l'Inghilterra? Sappiamo entrambi che l'ispirazione la trovi viaggiando e non lo fai da molto, o sbaglio?»

Harry si morse il labbro inferiore e annuì piano. Sua madre aveva ragione. Harry non lasciava il suolo inglese da quando aveva terminato il tour, ovvero circa sette mesi prima e per lui erano troppi. Lui, come qualsiasi artista, non poteva rimanersene seduto ad aspettare che l'ispirazione arrivasse da lui, soprattutto non dopo il modo in cui essa era sparita. Doveva essere lui stesso ad andarla a ricercare in qualsiasi parte del mondo. «Mamma?»

«Dimmi, tesoro.»

Harry sorrise, alzandosi dal letto e avvicinandosi al Mac, sedendosi sulla sedia girevole di fronte la scrivania. «Sei sempre la mia salvezza. Ti amo.»

La telefonata si chiuse con in sottofondo la risata divertita di Anne e l'ampio sorriso di Harry che non smetteva di fissare lo schermo del Mac. Solamente qualche minuto dopo riprese il cellulare e scrisse un nuovo messaggio.

Inizia a preparare le valigie. Andiamo a ricercare l'ispirazione.













«Ricordami di nuovo perché ho accettato? Ho dei vuoti di memoria.»

Harry ridacchiò e si tolse gli occhiali da sole, poggiandoli tra i capelli per tenere fermi i corti ricci che gli ricadevano sulla fronte. «Perché sei il mio migliore amico, perché è praticamente una vacanza gratuita per te, perché potrai andare al mare, perc-»

«Si okay, questo è abbastanza. La parola "mare" è abbastanza» lo interruppe Niall superandolo per entrare nel taxi a cui si erano appena avvicinati dopo essere scesi dal traghetto che li aveva portati su quell'isola, in modo tale da raggiungere l'Hotel in cui avrebbero alloggiato per quei due mesi.

«Dove vi porto?» il tassista non parlò nella loro lingua ma in quella locale, ecco perché né Harry né Niall capirono. «Oh, siete stranieri?» chiese a quel punto in inglese.

Harry annuì e rispose, schiarendosi la voce. «Si, siamo inglesi. Può portarci all'Hotel-» aprì il foglio su cui c'era scritto il nome e cercò di pronunciarlo correttamente. «Punta Tragara? L'ho pronunciato correttamente?»

Il tassista rise, annuendo. «Si ma puoi sempre migliorare. Per quanto tempo vi fermerete qui a Capri?» chiese voltandosi per mettere in moto l'auto e partire.

«Due mesi.»

«Oh beh, allora avete tempo per imparare un po' di italiano» rispose l'uomo guardandoli dallo specchietto retrovisore e sorridendogli.

Harry gli sorrise a sua volta, annuendo, prima di spostare lo sguardo su Niall e mordersi le labbra per non scoppiare a ridere. L'amico stava ammirando il mare dal finestrino con gli occhi spalancati e la bocca aperta, Harry era sicuro che a breve avrebbe persino sbavato. «Tutto okay, Nì?» domandò, divertito.

Somewhere in Southern Italy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora