L'arrivo a Hogwarts

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QUEENIE

«Primo anno!» una vocina allegra ed entusiasta urla al di sopra del chiacchiericcio degli studenti che scendono a spintoni dalla locomotiva rossa. Stringo più forte la mano di Teenie, emozionata, e lei mi rivolge un'occhiata rassicurante. «Primo anno, con me!»
Con il cuore in gola lascio la mano di mia sorella e la guardo un'ultima volta. Lei si abbassa e mi stringe forte a sé in un abbraccio che, a dire il vero, non mi aspettavo. Ricambio l'abbraccio con un enorme sorriso, sono felice che Teen sia qui con me in questo momento. Quando ci stacchiamo, mi sistema con delicatezza le pieghe della gonna nera. Mi piacciono le divise di Hogwarts, hanno un certo stile, pur nella loro semplicità, e le trovo particolarmente eleganti.
«Buona fortuna, ci vediamo dopo!» mi dice Tina. I suoi pensieri somigliano a qualcosa come "sono così fiera della mia Queenie!" e, guardando meglio, mi accorgo che i suoi occhi sono un po' lucidi. Non riesco a fare a meno di sorridere: Tina non è mai stata una sentimentale, ma è bello sapere che, qualche volta, si emoziona anche lei.
«Ci siete tutti?» grida la voce. Tutti i ragazzi della mia età si sono radunati in un punto, in cerchio, e capisco che farei meglio a sbrigarmi.
«Arrivo!» urlo a pieni polmoni, e mi volto per raggiungere gli altri studenti del primo anno.
Pestando inavvertitamente qualche piede mi faccio largo, finché non individuo l'origine di quella voce: a gridare è stato un mago basso e sorridente, che adesso agita la mano saltellando con entusiasmo. Il suo volto è coperto da una ragnatela di cicatrici e graffi, che lascia appena intravedere gli occhi, i quali luccicano impazienti riflettendo la luce della piccola lampada che tiene nella mano destra, anch'essa costellata di ferite di ogni tipo. L'altra mano è coperta dal mantello verde scuro, ma dal modo in cui la stoffa ricade lungo il suo braccio sospetto che non abbia affatto una mano sinistra. Mi chiedo cosa lo abbia ridotto in questo stato.
Quando mi vede arrivare smette di saltellare e mette le mani dietro la schiena, alzandosi sulle punte dei piedi come se stesse per spiccare il volo.
«Benvenuti, benvenuti!» esclama allegramente. «Io sono Silvanus Kettleburn, il vostro guardiacaccia, e vi guiderò al Castello. Restate uniti e fate attenzione a dove mettete i piedi!»
C'è qualcosa nei modi di fare di Kettleburn che mi ispira una certa simpatia.
Arrancando dietro agli studenti del primo anno, i piedi che sprofondano nel fango, mi guardo intorno: il sole è calato per lasciare spazio a un cielo notturno punteggiato da miriadi di stelle. La strada è illuminata solo dal bagliore della luna piena e dalla fioca luce della lanterna di Kettleburn, che avanza a passo svelto voltandosi di tanto in tanto per assicurarsi che tutti noi lo seguiamo.

Mentre attraversiamo un viale alberato, respiro profondamente e il profumo dei pini mi riempie le narici. I pensieri degli altri undicenni arrivano alla mia mente come un flusso di acqua corrente, e dopo un po' non riesco più a distinguerli dai miei. Scopro con sollievo che sono tutti curiosi ed emozionati quanto me, se non di più.
Mi sento sempre un po' in colpa a spiare i pensieri degli altri, ma dal momento che, per quanto ci provi, non riesco a trattenermi, tanto vale utilizzare al meglio le mie abilità di Legilimens. Decido così di sondare il terreno e cercare di capire di chi potermi fidare. Mi soffermo brevemente sui pensieri di ognuno nel tentativo di farmi una, sebbene misera, idea riguardo a chi potrebbe diventare mio amico e chi no. Per il momento mi sembrano quasi tutti simpatici.
«Dopo questa curva potrete vedere la scuola!» annuncia Kettleburn, interrompendo i miei pensieri. Sobbalzo e sollevo lo sguardo.

Al termine del sentiero mi lascio sfuggire un verso di ammirazione: oltre un lago nero e liscio come una lastra di ardesia, dall'alto di una montagna, un enorme castello ci osserva, altero e maestoso con le sue spesse mura e le sue altissime torri. È a dir poco incantevole. Le luci accese che filtrano attraverso le strette finestre illuminano la notte, come in segno di accoglienza. Riesco quasi a sentire l'enorme costruzione sussurrarmi dolcemente all'orecchio "benvenuta a casa".

Kettleburn si ferma di colpo sulla sponda del lago e si gira a guardarci con i suoi occhietti vispi.
«Questo è il Lago Nero» annuncia, arrampicandosi sulla radice di un grosso albero perché tutti possiamo vederlo. «adesso lo attraverseremo per arrivare al Castello»
Mentre parla, il guardiacaccia indica delle piccole barchette di legno, immobili sull'acqua piatta come olio. Un balzo ed è subito a bordo. La barca ondeggia leggermente sotto il suo peso, ma lui non perde l'equilibrio e ci rivolge un largo sorriso.
«Forza, salite!» esclama, gridando in modo che tutti possiamo sentirlo. «Non più di quattro per barca!»
Annuisco e mi fiondo verso la barca più vicina, che è già occupata da due ragazzine.
«Posso?» chiedo un po' timidamente. Loro si guardano per un secondo e poi annuiscono. Sorrido in segno di ringraziamento e mi arrampico sul battello. Nel momento stesso in cui mi siedo le barchette, tutte cariche di studenti che parlano tra loro indicando emozionati il Castello, si staccano pigramente dalla riva e scivolano sull'acqua. Anch'io provo a conversare con le ragazze che sono sulla mia stessa barca, ma non sembrano molto loquaci, così ci rinuncio e torno ad ammirare il panorama. Hogwarts sembra ancora più bella vista dal Lago. Le torri di mattoni che ci sovrastano, così alte che se ne riesce a malapena a vedere la cima, mi fanno sentire piccola piccola. Non ho paura, ma sono un po' intimorita, non posso negarlo. Soltanto un po', però.
Un venticello leggero mi agita i capelli e i vestiti, e io mi sporgo appena a guardare l'acqua: è di un nero perfetto, che non lascia intravedere il fondo. Mi perdo tra i miei pensieri, cercando di immaginare cosa possa esserci sotto quella superficie scura: misteriose creature e piante dalle proprietà magiche mai viste prima popolano la mia mente, la mia fantasia galoppa come un cavallo imbizzarrito. Non vedo l'ora di arrivare per scoprire tutti i misteri di questo posto e, chissà, magari anche svelarne qualcuno.

Benvenuti a casa - gli Animali Fantastici di HogwartsWo Geschichten leben. Entdecke jetzt