Nonno Michele

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Mi hanno detto: non fai ridere.
E meno male! E già qui mi aspetto una risata.
Il piacere di far SORridere è un'altra cosa.
E questo è nel mio DNA. Trasmesso nel mio blood da nonno Michele, il nonno che ci riuniva davanti al camino durante interminabili serate nella noiosa Nusco, il mio paesino di origine, dove non c'era niente, il nulla, solo il camino e i nonni. Si stava lí ore e ore ad ascoltare i suoi racconti, un po' pescati da storie vere, vissute da lui in prima persona, un po' inventate, per farcire di particolari inaspettati quelle favole che lo facevano diventare il nostro eroe, un po' alla Gigi Proietti diciamo, tanto per farvi immaginare lo stile, e sognando le sue incredibili avventure di capomastro emigrato per anni in Svizzera, dove lui era lo straniero, quello che non sapeva la loro lingua, testa bassa e lavorare, lo guardavamo gesticolare, balzare in piedi per rendere più credibile la scenetta, alzando forte la voce, e ci divertivamo come matti, risate con le lacrime, era il nostro nonno, il mio nonno, simpatico, gentile e burbero, e soprattutto generoso. Un uomo che ha condiviso sempre con gli altri quanto poteva avere, e non era certo ricco, peró costruiva case, le costruiva A MANO, con mattoni e cazzuola, salendo sui tetti senza casco o imbragature di sicurezza, non è mai diventato milionario, lui condivideva, perché questo lo rendeva felice. Lui era cosí, generoso e felice.
Lo guardavo innamorata e dentro di me sentivo di voler essere come lui un giorno, volevo far sorridere chi mi stava di fronte, non solo con le parole, le barzellette, ma condividendo. Si puó condividere un film, una passeggiata, un avvenimento, un caffè o una giornata di sole. Un corso di fotografia o un concerto.
Ogni cosa, ogni esperienza ogni piccola azione, condivisa diventa più grande, più importante, per me. Per la Katia. Da sola non avrebbe lo stesso gusto.
E cosí, crescendo, ho sempre usato il suo stile, ogni accaduto diventava una barzelletta da raccontare, e trovavo sempre il lato divertente da mettere in luce, cosicché chi era di fronte a me mi ascoltasse volentieri, forse questo è il punto, volevo farmi ascoltare. ma questa un'altra storia e si racconterà un'altra volta (Cit. La storia infinita).
Nonno se ne è andato tanto tempo fa, dopo tanti, troppi anni in un letto, paralizzato da un maledetto ictus Che si è presentato proprio mentre giocava a carte con i miei cugini, chissà, forse stava anche raccontando ai suoi nipotini le sue avventure in quell'attimo che ce l'ha portato via, povero il nostro nonno, non se lo meritava.
"Voglio morire con la pancia piena!" diceva a tavola quando con grande appetito si faceva fuori dei piattoni giganti di pasta al pomodoro fatti per lui con tanto amore dalla nonna, la sua devota Adelina.
"Ascoltatemi bene tutti nipoti e figli: vi devo dire una cosa, io so che devo passare un guaio" , esordí una sera davanti alla tavola imbandita con il cenone di Natale, noi a bocca aperta lo guardavamo spaventati e lui scossando la testa con lo sguardo basso e mesto "so che un giorno...succederà una disgrazia, sono sicuro...non potró fare niente perchè non succeda...un giorno io...dovró morire" poi scoppiava in una gran risata e noi con lui a spaccarci in due a ridere come matti e con le mani gesticolavamo per dire: MA VÁÁÁ!!!!! Chi sa cosa credevamo che dovessi dirci!
E di nuovo giù a ridere tutti insieme!Questo! Questo Fa la differenza! Tutti insieme felicemente.
Mamma, se urlo forte è dalla felicezza! (Cit Chiara a 3 anni)

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⏰ Huling update: Jul 11, 2018 ⏰

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