1.Nuovo ragazzo in piazza

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Rachel.

Una ragazza come le altre, la solita liceale single che aspetta il ragazzo che la faccia innamorare perdutamente. Bene, Rachel non era una di queste. Rachel è una ragazza troppo matura per avere soli 16 anni. Da poco è diventata maggiorenne ed ha deciso di lasciare la famiglia adottiva per avere una vita tutta sua ed essere indipendente.E' rimasta orfana ad 8 mesi e non conosce i suoi genitori, forse sono morti, forse vivi... Chi lo sa?! Parliamo un pò del suo carattere: è una ragazza astuta, sa quello che vuole ed è sicura di se stessa, ma tutt'altro che snob. Odia i razzisti, gli omofobi, il bullismo e le guerre, insomma, una ragazza pacifista. Ha un viso paffuto e delle guance morbidissime, al contrario del fisico: ha un fisico stupendo ma lei non lo accetta mai. I suoi capelli castani con riflessi oro sono quasi sempre legati in una coda o una treccia, lasciando qualche ciocca disordinata che alcune volte va ad impedire la vista a quei suoi occhi cangianti, che variano dal verde scuro al castano. Ha deciso di abbandonare il liceo perchè altrimenti non ce l'avrebbe fatta per via del nuovo posto di lavoro che da lunedì occuperà in una piccola pasticceria vicino la sua nuova casa, tutt'altro che una villa. Frequenta con dei ragazzi in una piazza vicino casa della sua famiglia adottiva, così qualche volta va a salutare le persone che l'hanno cresciuta e l'hanno fatta diventare ciò che è oggi, una ragazza educata, per bene. I ragazzi che frequenta sono in maggiorparte ragazzi, le uniche ragazze sono Elisabeth e Georgia, le sue migliori amiche. I ragazzi sono Ruben, David, Carl e Stewie. Li considera come fratelli, sono cresciuti insieme e non hanno alcun tipo di segreto. Il nostro gruppo in giro lo chiamano "The brothers" perchè siamo una grande famiglia e ci aiutiamo tutti a vicenda. Amiamo molto lo skate e ci divertiamo in sfide amichevoli. Scoprirete un pò di più andando avanti.

Sabato 27 marzo 2012, 12:29

Qualcosa di fastidioso mi stava distraendo dal mio sogno ma ero troppo stanca per vedere cosa fosse allora cercai di continuare a dormire. Tentativo non riuscito. Sbattei gli occhi più volte per abituarli alla luce e vedere qual'era l'oggetto tanto odiato: il mio telefono. Mi stava chiamando Carl, e risposi:

"Carl ma sei impazzito a chiamarmi a quest'ora di notte?" La mia voce ancora assonnata fece eco nella mia stanza

silenziosa.

"Rachel, è mezzogiorno e mezza e tu stai ancora dormendo? Dimmi di no."

Disse retoricamente.

"No." Risposi a lui come mi aveva chiesto.

"So che sei ancora a letto, alzati! Dobbiamo mangiare tutti insieme al Mc Donalds oggi, ti sei dimenticata?" Chiese lui come un padre.

"Come potrei dimenticarmi di una cosa tanto importante?" Dissi alzandomi di fretta e dirigendomi in bagno per non fare tardi."Ora ti devo lasciare perchè c'è un gatto randagio che cerca di sfondare la porta del mio bagno, addio." Inventai una scusa al momento, purtroppo non era molto credibile e infatti scoppiò a ridere.

"Si vabe, la prossima volta cercane una migliore" Rise. "Ci vediamo lì piccolina." Mi chiamò come fanno tutti quelli della banda, la cosa divertente è che non sono la più piccola del gruppo, Ruben lo è, ma dicono di chiamarmi così perchè combino sempre danni e poi perchè mi difendono sempre e per loro sono come una sorella minore -per colpa della mia statura, in parte.-

"A dopo disastro." Chiusi la chiamata. Io lo chiamo così da quando mi fece sospendere in 2° superiore per una lotta d'acqua, cominciata da lui. Io mi ero solo

difesa. Risi al solo pensiero.

Misi da parte i ricordi e mi 'tuffai' dentro la vasca che intanto avevo riempito con dell'acqua tiepida e bagnoschiuma. Dopo circa 5 minuti di relax, mi asciugai e cominciai a vestirmi.

Arrivai giusto in tempo, prima che non mi avessero aspettata più, che sbadata. Salutai tutti con un abbraccio e notai che mi avevano già preso il Big Mac

Menù, il mio preferito.

"Com'è andata poi col gatto randagio che voleva sfondare la porta del tuo bagno?" Mi disse David, facendo scoppiare tutti a ridere.

"Tutto bene, ha detto che non tornerà più... Ma scusa un attimo, tu come fai a saperlo?" Dissi scherzando con

loro.

"Oh, Carl aveva il vivavoce mentre parlava con te." Mi rispose David.

Il pranzo fu come i soliti, ci divertimmo molto come sempre e per il pomeriggio programmammo uno dei nostri soliti pomeriggi in piazza.

Passammo prima da casa mia a prendere il mio skate, il loro lo lasciavano in piazza perchè nessuno li avrebbe presi, ma il mio era diverso, me lo regalò il mio padre adottivo e lo tengo come fosse la cosa più importante in questo mondo.

Arrivati in piazza trovammo qualcuno sulle nostre rampe con uno skateboard rosso, non se la cavava male. Appena lo vidi partii in quarta con gli altri dietro che mi incitavano a prenderlo a botte, ma come sapete, non sono una ragazza di quel tipo,

non lo avrei fatto mai.

"Scusa, potresti scendere dalla nostra rampa?" Chiesi io gentilmente.

"Chi sareste voi?" Chiese fermandosi di botto ma non

spaventandosi.

"I 'The brothers', piuttosto, chi saresti tu?" Sbottai

infastidita io

"Piacere, io sono Justin e sono nuovo di qui, non sapevo che qui frequentasse già qualcun'altro..." Disse lui piuttosto cortese, ora che lo guardavo bene era un bellissimo

ragazzo.

"Piacere nostro, io sono Rachel" Sorrisi "Lui è Stewie" Indicai il ragazzo dai capelli rossi "Lui Carl" Indicai Disastro e così feci con tutti gli altri.

"Sembrate simpatici!" Disse lui sorridendo, ma che sorriso è? Il più bello che abbia mai visto.

"Lo siamo" Disse Ruben facendo ridere tutti, compreso Justin.

Passammo tutto il tempo ad allenarci con le nostre tavole ridendo e scherzando sulla caduta d Elisabeth che cadendo afferrò Georgia e caddero insieme. Non sapete le risate. Alle otto cominciammo a scambiarci i numeri di telefono col nuovo della zona e andammo verso le nostre case.

Notai che io e Justin stavamo prendendo le stesse strade e per non

stare in silenzio cominciai a parlare.

"Come mai ti sei trasferito ad Atlanta?"

"I miei genitori si sono separati allora sono venuto a stare qui con mia mamma dai miei nonni." Disse lui

"Capito, e dov'è che stai di preciso?" Chiesi io, forse stavo iniziando ad essere invadente ma sarebbe stato peggio stare in silenzio, io odio il silenzio.

"Proprio lì!" Indicò una casa chiara a circa 30 metri da noi, la casa

proprio accanto alla mia.

"Non dirmi che sei il nipote dei Signor Mallette, ti prego." Chiesi io in un tono che

faceva pena anche a me.

"Oh, si, sono io perchè?" Chiese lui sorridendo con quel suo sorriso.

"Tua nonna mi parla sempre del suo nipotino, dice che siamo fatti l'uno per l'altro e che non vede l'ora che sarebbe tornato qui per farci fidanzare, essendo tu il caro nipotino della signora Mallette, credo ti dovrai subire un bel pò di raccomandazioni perchè lei ci tiene molto a me, come io tengo a lei." Dissi io mentre lui

continuava a sorridere.

"Non è troppo tenera?" Disse riferendosi a sua nonna con uno

sguardo illuminato.

"Lo è. Siamo arrivati, ci si vede Justin!" Dissi io sventolando

la mia mano in aria.

"Cosa fai? Non so qui ma dove abitavo io non ci si saluta così." Mise una mano sul mio fianco ed appoggiò le sue labbra sulla mia guancia, che fece diventare rossa, insieme all'altra. Cosa diamine fa? Già è bello se

diventa anche dolce è irresistibile.

"Si vabe, sarà stata l'emozione, non capita tutti i giorni di ritrovarsi davanti un ragazzo bello come te." COSA DIAMINE AVEVO APPENA DETTO?!?!?!

My last first kiss- Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora