Capitolo 20

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La notte del nostro affronto, quando Bradley entrò vigorosamente nelle nostre stanze, mi finsi dormiente, poiché osservare nei suoi occhi la luce afflitta dai ricordi scatenava in me un insolito e inutile senso di colpa che ero pronta ad accantonare nei meandri bui della mia coscienza.

Fu l'unica notte dove non percepii il suo respiro che tentava brillantemente di sollecitare la mia pelle, giacché -sperai- egli era probabilmente troppo intento nel riflettere sulle mie parole.

Oh, come ero stata dominata dall'istinto!

Se non avessi avuto a cuore una simile situazione, avrei sicuramente taciuto, tuttavia non ho mai amato impormi il silenzio in tali contesti, pertanto avevo espresso la mia afflizione con convinzione e -soprattutto- con sincerità.

Benedetto possa essere, se avrà creduto alle mie ansimanti parole! pregai, mentre camminavo nel viale dinanzi casa costeggiato dai cipressi più verdi che avessi mai visto.

Congiunsi le mani in grembo e alzai lo sguardo verso il velo di nuvole drappeggiato di un bianco sporco sopra le alte colline del Bedfordshire ed in quel momento -come in qualunque altra situazione di solitudine- mi ritrovai a domandarmi se la mia impulsività sarebbe stata fruttuosa per il mio futuro.

Compresi anche -tantoché una simile deduzione fu per me devastante- come fossi, irrimediabilmente e inconsciamente, sola.

Oh, come era vuoto il mio cuore da pensieri positivi! Esso era solamente colmo di domande cui desideravo trovare risposta, ma come avrei potuto bilanciare le mie sensazioni contrastanti senza alcuna spalla cui sorreggermi?

Bethan era, evidentemente, molto occupata nell'organizzazione del suo matrimonio -del quale ragionai di non aver ascoltato nulla al riguardo uscire dalle sue labbra, poiché la mia attenzione era solamente mirata al signor Wilkinson- quindi chi - oh, anima mia!- avrebbe potuto reggere il peso di questo cuore affranto?

Eppure, il mio spirito che aveva incamerato quella - ancora, grazie a Iddio, rimanente - forza di volontà, era pronto a far delle mie sofferenze spade con cui difendere la mia anima dagli ostacoli della vita, pertanto tentai di autoconvincere me stessa di non essere così troppo debole e fragile da non riuscire ad affrontare i comportamenti di un giovane misterioso ed enigmatico.

Compresi come Bradley fosse propenso a nascondere le ragioni del suo malessere, tuttavia io mi obbligavo a denudare la natura del suo passato, così che la buona Divina Provvidenza potesse aiutarmi nel fatidico intento di illuminare il suo cuore.

Vi sarei riuscita? Oh, chi poteva mai saperlo? Solamente quel destino che non riuscivo ad intercettare avrebbe saputo la risposta a quel mio estenuante quesito!

Era oramai sera tarda e, in quell'ora della giornata, ero solita immergere il mio stato d'animo in un'aura di positivismo: esso diveniva infatti più sicuro, deciso e saldo, pertanto potevo gioire nel sapere di avvertire una certa indistruttibilità impossessarsi dei miei voleri, cosicché non vi pensai due volte ad afferrare i lembi del mio abito per correre verso la mia - oramai- dimora.

Mi arrestai una manciata di secondi solamente dinanzi all'ingresso della villa, per provare a comprendere con quanta forza di volontà riuscissero quelle guardie impettite a rimaner immobili sotto un sole - sebbene esso stesse iniziando a nascondersi dietro le vallate erbose- così cocente.

Non impiegai molto tempo per afferrare furtivamente un'abbondante manciata di fogli dallo studio del signor Wilkinson, poiché - pensai- ne aveva così tanti!

Cosa avrebbe mai potuto farvi con una simile quantità incalcolabile di carte?

E la mia mano, reggente un antico calamaio in piuma verde, iniziò ad oscillare sulla carta, vittima della fuga frenetica dei pensieri accumulati nella mia mente, i quali, improvvisamente divenirono indelebili, impressi ad inchiostro nero sul foglio, e ciò fu utile per liberare il mio cuore da quella segreta sofferenza che provavo.

Rifiuto e seduzioneWhere stories live. Discover now