Capitolo 9

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Quel lunedì non andai a scuola, dato che la mia sveglia aveva deciso di prendersi un giorno di ferie non programmate.
Da un lato ne ero anche felice. Dopo quello che era successo... cioè, non successo con Nathan... non sapevo come comportarmi. Non avevo mai avuto a che fare con cose del genere. Mi sentivo confusa e indifesa. E odiavo quella sensazione.

Di controvoglia decisi di alzarmi dal letto: non potevo rimanere lì tutto il giorno, diamine!
Mi diressi verso la cucina e notai l'ora: le dodici meno cinque. Certo che avevo dormito, quella notte, è anche più del necessario! Mi sentivo le giunture gelate.
A quel punto era inutile fare colazione, così misi sul fuoco una pentola per la pasta.

Dopo aver mangiato cominciai a preparare il borsone per la partita che avrei disputato quel pomeriggio: un'amichevole tra la Raimon e la Cloister Divinity School. Appena pronta uscii. Non ce la facevo ad aspettare chiusa in casa.

Mi diressi verso il campo al fiume e lì rimasi a guardare dei bambini che giocavano mentre aspettavo l'autobus che mi avrebbe portato al luogo dell'incontro con il resto della squadra.

Arrivai appena in tempo, dato che il mezzo aveva avuto un problema e avevo dovuto correre per la maggior parte del tragitto. Salii sul veicolo e mi sedetti in uno dei primi posti.
Appena mi sistemai sentii una voce che mi chiamava: 《Ehy, Alys. Posso sedermi qui accanto?》
Al mio cenno positivo mio fratello si accomodò. Questa cosa mi sorprese non poco. Non avrei mai sperato che si riavvicinasse a me così velocemente. Durante il viaggio parlammo poco e niente. Lui pareva pensieroso.

L'amichevole si svolse senza troppe volte complicazioni. Il risultato a pochi minuti dalla fine era di 1-1. Io ero stata schierata in centrocampo. Avevo sognato a lungo il mio ritorno sul campo, ma l'avevo sempre immaginato con la divisa dell'Alpine e su un terreno innevato, ma a quanto pareva mi ero sbagliata.
A risquotermi dai miei pensieri ci pensò un passaggio dritto sui miei piedi da parte di mio fratello. Le mie gambe si attivarono e cominciarono a correre da sole, dribblando tutti i giocatori che mi trovavo davanti. Davanti alla porta ebbi un attimo di esitazione. Non avevo nessun compagno vicino, il che significava che avrei dovuto tirare io. Avevo una sola tecnica d'attacco: era quella che facevo con mio fratello e che io avevo perfezionato per poterla usare da sola.
Copii il pallone.
《Doppia tormenta glaciale!》
Segnai.

Quello che seguii fu un silenzio teso, poi il fischio finale dell'arbitro e le urla di acclamazione dei tifosi e della mia squadra.
Mi sentii stringere forte e notai che tutta la Raimon mi aveva accerchiata per abbracciarmi. Ero al settimo cielo.

Poi tutto finì.
Sentii una corrente fredda aleggiare sullo stadio e in un attimo tutte le persone nelle tribune furono tramutati in sculture di ghiaccio. Era uno scenario spaventoso.

Sentimmo una risata perfida che si propagò per tutto lo stadio.
Quando finì la nebbia si condensò e davanti a noi apparve una donna.
Non appena potei metterla a fuoco la riconobbi. Era la strega dei miei incubi.
《Chione!》Gridai.《Tu! Che cosa vuoi qui?!》
Lei rise.
《Ma non è ovvio? 》Rispose, allargando platealmente le braccia. 《Voglio solo riportati a casa, figlia mia. Sei stata via così tanto tempo...》
Provò ad avvicinarsi per abbracciarmi, ma io mi allontanai di scatto. 《Non mi toccare.》Le intimai. Il mio sguardo in quel momento era più freddo del ghiaccio in cui erano stati tramutati tutti i presenti.
Lei provò a fare un altro passo verso di me, ma Nathan si mise in mezzo.

《Non provare più ad avvicinarti a lei.》La minacciò sottovoce Nathan. Ma questa, appena lo notò, si mise nuovamente a ridere.
《Cosa c'è di tanto divertente?》chiese alterato.
《Nulla di che》rispose, calmandosi un po'《Semplicemente non pensavo che saresti sopravvissuto così a lungo, esperimento》
A quell'ultima parola il turchese sobbalzò.
《Ma》continuò lei《non è per te che sono venuta qui》Si voltò verso me e Shawn e lanciò due sfere di neve e ghiaccio. Io riuscii a evitarla per un pelo, ma lui non fu così fortunato. Venne colpito in pieno e spedito a diversi metri di distanza.

Mi precipitai da lui. Era svenuto e leggermente congelato sul petto, dove era stato colpito, ma stava bene.
Chione ci si avvicinò di nuovo, con una sfera pronta da lanciare nella mano.
Io la fissai con uno sguardo truce e lei attaccò.
In quel momento staccai completamente il cervello. Anziché spostarmi da lì per evitare il colpo mi lanciai su di esso e deviai la sua traiettoria con le mani. Su queste si creò un leggero strato di ghiaccio.
Ma a me non importava.
Mi guardi verso la strega, che ora mi guardava sorpresa.
《NON TOCCARE MIO FRATELLO!!》
Gridai con tutta la rabbia che avevo in corpo, stringendo i pugni fin quasi a farmi male. Il ghiaccio sui palmi si ruppe e la temperatura nello stadio calò ulteriormente.

Dopo interminabili secondi di silenzio Chione mi disse, sprezzante.
《Sai, il mio intento era di prendere solo te. Ma, dopotutto... anche quel ragazzino là non è male. Non trovi? Dato come lo proteggi... potrebbe tornarmi utile》Ghignò.

Un secondo dopo si lanciò sopra me e Shawn. Nel giro di un attimo eravamo spariti e lo stadio si era scongelato.

Quando riaprii gli occhi mi ritrovai in una cella fatta interamente di ghiaccio. L'avrei riconosciuta tra mille: era la cella del castello della strega. Non ebbi il tempo di finire il pensiero che sentii un gemito di dolore accanto a me.
Mio fratello era sdraiato sul pavimento della cella. Gli toccai il viso: era gelato.

《E pensare che speravo di non doverli usare mai più...》sussurrai, quasi ridendo.
Poi appoggiai le mani a terra e sopra di noi si creò una piccola cupola azzurra.

Angolo dell'autrice

Comunque se ve lo steste chiedendo la cloister è questa.

Comunque se ve lo steste chiedendo la cloister è questa

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Quella dove giocava Scott

La figlia del ghiaccio  //CompletaWhere stories live. Discover now