Capitolo 14 - Derek

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Quelle immagini che avevo tanto faticato a raccogliere in un posto sicuro della mia mente per poterle chiudere a chiave e ignorare fino a dimenticare sono tornare come una valanga. Chiudo gli occhi un attimo per calmarmi, cercando di riprendere il controllo di me stesso concentrandomi sulla respirazione. David sa benissimo che è un argomento che odio e l'unico motivo per il quale lo ha tirato fuori è che pensa Lucy deva saperlo, soprattutto se le cose andranno oltre a tutto quello che già abbiamo. Non posso dargli torto, di certo prima o poi avrei dovuto dirle qualcosa del mio passato. Avrei preferito poter scegliere da solo però.

-Derek, più ne parli e meglio è.- Mormora dopo un po' il mio amico, cercando di riempire il silenzio carico di tensione che si è creato nella stanza.

Annuisco appena, sospirando e cercando di fare mente locale. Non so nemmeno da dove iniziare, ma mi sforzo di trovare un punto da cui partire. Avverto una mano che mi accarezza il braccio, scendendo verso il polso e poi intreccia le dita alle mie. Sorrido a quel gesto di Lucy, ricambiando la stretta. Mi fa venir voglia di essere migliore, per lei.

-Era una ragazza che vedevo spesso nel cortile della scuola, un giorno siamo finiti nello stesso gruppo durante la pausa pranzo.- Dico guardano dritto davanti a me. -Ha iniziato a stare sempre con noi e tra una cosa e l'altra siamo finiti insieme. Una di quelle passioni travolgenti di chi non ha mai amato. Era l'ultimo anno di liceo ed eravamo tutti su di giri. Pensavamo a cosa sarebbe successo dopo, a cosa avremmo fatto... lei no, lei continuava a dire che dovevamo pensare al presente. Era, secondo lei, molto più importante del futuro.-

Abbasso appena lo sguardo ma tutto quello che trovo è la fronte di David che non si è ancora alzato. Roteo appena gli occhi, non è possibile che non mi dia mai pace. È peggio del prezzemolo: è ovunque.

-Non sei obbligato a farlo ora.- La voce di Lucy mi arriva poco convinta. È ovvio che lei voglia sapere e io non ho intenzione di fermarmi. Non servirebbe a nulla fare finta che non sia mai successo, potrebbe solo peggiorare la situazione.

-Voglio farlo, odio lasciare le cose a metà.- La rassicuro. -E poi 'sto coglione non mi lascerebbe mai in pace se non continuassi.- Dico alzando appena il ginocchio, giusto per disturbare David che si è messo più comodo.

-Ma almeno non staccarmi la testa dal collo nel processo!- Si lamenta, alzandosi e massaggiandosi la nuca. Torna poi a stendersi come se nulla fosse successo e io sospiro rassegnato. Niente da fare.

-Al ballo di fine anno propose uno scherzo e sebbene fosse un po' di pessimo gusto decisi di assecondarla. Era sempre stata così, un po' in bilico fra realtà e finzione. Voleva portare una pistola giocattolo e salire sul palco, dove il gruppo avrebbe suonato, fingendo di sparare al pubblico... ovviamente sarebbero solo usciti dei coriandoli. Fece tutto da sola, non alzai nemmeno un dito. Mi chiese solo di salire sul palco con lei quando avrebbe deciso di farlo. Mi pareva qualcosa di stupido, sì, ma per amor suo non obiettai.-

-La pistola però era vera...?- Chiede Lucy, con voce tremula, e io annuisco. Penso che, come lei, anche noi l'avessimo intuito. Eppure non l'abbiamo fermata.

-Quando salì sul palco nessuno la prese sul serio. Sapevano tutti che amava scherzare. La applaudirono perfino, penso che questo le diede fastidio perché voleva essere presa sul serio. Non sono mai riuscito a perdonarmi.- Ammetto. -Se solo avessi controllato avrei capito che era una pistola vera.-

-Non è colpa tua e lo sai.- Interviene David, strappandomi un mezzo sorriso poco convinto.

-Ha alzato il braccio e ha sparato, ci siamo tutti immobilizzati. Ha fatto poi un discorso delirante su come fossero quelli i migliori anni della nostra vita e sul come non dovessimo averne altri, doveva finire tutto lì. Nella sua mente contorta pensava di farci un favore, avrebbe evitato che diventassimo vecchi e noiosi. Avrebbe fatto fuori me per ultimo perché potessi vedere quanto forte, bella e magnanima fosse la ragazza di cui mi ero innamorato.-

Quelle immagini mi riempiono la mente ed è come viverle per la seconda volta. Gli sguardi atterriti dei nostri compagni, i professori che si muovevano al rallentatore per non farsi notare. Lei che percorreva a grandi passi il palco da cui aveva fatto scendere il gruppo che stava suonando poco prima. Il suo vestito rosso, evidentemente scelto per fare ancora più scena. Probabilmente architettava quella scenata da mesi, forse anni. Teneva il braccio in avanti, rivolto verso la sala. Avevo il terrore che le partisse un colpo durante il discorso che si era sicuramente studiata a memoria. Lo sguardo che mi lanciava ogni tanto, gli occhi lucidi e deliranti.

-Un professore era riuscito a uscire di nascosto ma il tempo passava troppo lentamente, non sapevo quanto ci avrebbero messo i soccorsi. Ricordo di averla chiamata per nome e di essermi avvicinato a lei per abbracciarla. Sono riuscito a farle abbassare la pistola ma deve aver capito quale fosse il mio scopo. Penso mi abbia spinto da parte e le sia partito un colpo. I poliziotti arrivarono poco dopo e la portarono via, io invece mi sono risvegliato in ospedale. Dissero che ero svenuto per il dolore e lo stress ma che alla fine non mi aveva colpito in punti vitali e che avevano estratto il proiettile dalla gamba.- Concludo sentendomi un po' più leggero. Odio quando David ha ragione.

-È diventato famoso, la scuola ha una sua foto nell'albo d'onore.- Aggiunge il mio amico, alzandosi e andando finalmente a sedersi sulla poltroncina sistemata in parte al divano. -È un eroe agli occhi di tutti tranne che ai suoi.-

-Come potrei? È tutta colpa mia, non avrei mai dovuto darle corda.- Scuoto la testa prendendola poi fra le mani. Odio pensarci. Avrei potuto evitare quella situazione ma non l'ho fatto. Sarebbe potuto finire nel peggiore dei modi.

-Derek, non puoi condannarti per una cosa del genere.- Lucy si sposta accanto a me, scorrendo il palmo della mano sulla mia schiena, sopra la maglietta. Il suo tocco mi rilassa e mi mette in allerta allo stesso momento. Ora è lei che voglio proteggere.

-E se fosse impazzita a causa mia? Non possiamo saperlo, non voglio che capiti di nuovo...-

-Come avresti fatto, hm?- Mi chiede mentre avvolge le braccia attorno al mio busto, cercando di abbracciarmi. -Ti prometto che non perderò mai la testa, non in quel modo almeno. Ne so qualcosa di passati difficili.- Mi rassicura.

La guardo non del tutto convinto ma scelgo di non ribattere, ricambiando il suo abbraccio. Ho imparato a non credere alle apparenze, ma avevo appena diciotto anni e teoricamente siamo tutti più maturi ora. Voglio credere a lei. Non sarebbe qui ora, sarebbe scappata spaventata dall'idea che sia diventato uno psicopatico a causa di quella esperienza. Invece cerca di confortarmi. Lancio un'occhiata verso la poltroncina di David ma noto che è vuota. Deve aver pensato che il suo lavoro è finito. Vorrei non fosse successo ora, ma almeno Lucy sa chi ha davanti. Uno che ha dato sostegno a una psicopatica.

-Non ti può fare del male, lo sai vero? Ormai è passato.- Sussurra al mio orecchio, accarezzandomi i capelli come se fossi un bambino indifeso. -Sei stato molto coraggioso e l'hai fermata. Meriti il posto sull'albo d'onore della scuola e meriti di liberarti da queste catene invisibili che ti sei agganciato da solo.- Lascio che le sue parole mi entrino in testa, sedimentandosi insieme a tutti gli altri pensieri. Potrebbe avere ragione. Forse ho sbagliato, ma mi sono preso un proiettile per poter rimediare.

La stringo a me, nascondendo il viso fra i suoicapelli e respirando a fondo il suo profumo. Vorrei non dover mai più lasciarlaandare. Riesce a vedere il meglio di me, a calmare e spiegare tutto quello cheio non riesco a capire. Sembra quasi che io abbia aspettato così tanto prima difidarmi ancora di una ragazza solo per poter trovare quella giusta al primocolpo.

***Spazio Autrice*** 

Ditemi, cosa ne pensate della storia di Derek? Colpa sua o no? Cosa pensavate sarebbe successo? Se trovate errori gentilmente segnalatemeli in modo che possa correggere. 

Insomma, fatevi sentire! 

We ain't ever getting older - Non invecchieremo maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora