3- Look After You

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Amava mettersi in mostra e farmi sentire a disagio; era il suo più grande talento.

Molto spesso si presentava a persone che non conosceva e semplicemente diceva qualcosa di assurdo per far nascere un rapporto di amicizia.

Non a caso era popolare ed amata da tutti, come nei film adolescenziali firmati Hollywood.

Poi c'ero io: Elizabeth, come già sapete.
Diciannove anni, un fidanzato che probabilmente non dovrebbe neppur essere considerato tale, un fratello con cui condividere un appartamento negli Stati Uniti e una noiosa presentazione che nessuno vorrebbe leggere.

Mi buttai sopra al letto con la testa soffocata dal cuscino.

Non volevo far altro che spaccare la faccia a Faith ed abbracciare Niall, lui che c'era sempre e che consideravo fondamentale già dal primo giorno di scuola materna.

Niall era mio fratello, per l'esattezza.
Era biondo, esageratamente biondo fin quando non aveva smesso di tingere i suoi capelli castani. E anche lui  era esageratamente espansivo e solare.

Dopo aver passato qualche ora a sussultare e a guardarmi attorno ad ogni minimo rumore, si fece mattina e mi ritrovai avvolta nelle coperte con qualcuno che pesantemente mi avvolgeva da dietro e dormiva beatamente sulla mia spalla.

Inutile dire che la mente poco lucida di qualcuno che si era appena alzato dopo una notte come quella, non avrebbe di certo pensato al proprio fratello.

Mi tirai su di scatto e riprendendo man mano il fiato mi guardai attorno, concludendo con la visione sollevante di Niall, improvvisamente sveglio e spaventato.

'Oh cazzo! Che ore sono? Devi andare a scuola?!' Si alzò di corsa dal letto, preso dal panico.

Afferrò il primo paio di jeans che si trovò di fronte e se li infilò al volo, inciampando simultaneamente sul comodino mentre io me la ridevo.

'Eli, alzati!' Sbraitò Niall, bloccandosi e sbattendo con un piede contro il comodino.

'Non ci vado...' sbuffai io, buttandomi nuovamente sul letto ed affondando la testa nel cuscino.

Niall restò fermo al centro della stanza, con le mani ancora ferme sulla zip dei suoi pantaloni. Mi guardò male ma poi non aggiunse altro: silenziosamente finì di allacciare i suoi jeans e prima di continuare a prepararsi se ne tornò a letto, accanto a me, ad abbracciami.

'Beh, io vado però!' Borbottò.

Con un braccio mi circondò le spalle, poi mi diede un ultimo bacio sulla fronte; prima di alzarsi per andare a lavorare.

Prese una T-shirt bianca ed una felpa; saltellò per un po' davanti all'appendi abiti per tirare giù la sua giacca e non appena l'afferrò, se ne uscì.

Chiuse la porta prima di andarsene e come sempre lasciò la colazione pronta sopra al tavolo della cucina, con il solito bigliettino.

'Sei la cosa più bella della mia vita'.

Aspettai le sette, verso quell'ora avrebbe chiamato Michael come sempre per darmi il buongiorno e per organizzarci dopo la scuola.

E infatti, puntuale come al solito, il mio telefono iniziò a vibrare sopra al tavolo alle sette in punto; rischiando quasi di cadere a terra e di spaccarsi in mille pezzettini.

'Ehi!' Risposi entusiasta, tenendo il telefono fra la spalla e l'orecchio.
Leccai il cucchiaio della marmellata che stavo spalmando sulle fette biscottate ed attesi una sua risposta.

'Hei tesoro, cosa si fa oggi?' Domandò, come al solito.

'Oggi non vengo'. Mugolai a bassa voce; cercando di sembrare il più possibile ammalata ed appoggiando, nel frattempo, le fette biscottate sopra al tavolo.

Storia di un ladro - ZAYNWhere stories live. Discover now