Nemmeno il tempo di ricominciare a parlare con lui che già loro hanno scritto la sceneggiature di un film mentale da Oscar.

Non appena mi volto, noto con orrore che, seduto al tavolino alle mie spalle c'è lui. Andrew Choi. Ma cavolo, è una persecuzione! E con lui c'è anche sua madre, il che vuol dire che non posso nemmeno insultarlo o versargli un cocktail addosso. In maniera del tutto accidentale, si intende.

La signora Choi, Valentina, mi saluta sventolando la mano come una ragazzina. Cavolo, vorrei proprio invecchiare così, bella e giovane dentro. Io non posso fare a meno di avvicinarmi e salutarla.

<<Buongiorno. Come sta, Valentina? Cosa vi porto?>>, le dico cordialmente cercando di ignorare i bellissimi occhi a mandorla di Andrew. 

<<Cara! Che piacere sapere che ti ricordi il mio nome. Per me tè e pasticcini. E una fetta di torta al cioccolato e pere>>, risponde sorridente.

<<Per me caffè>>, aggiunge il freddo Andrew. Non posso fare a meno di farmi sfuggire un sorrisetto sarcastico che lui nota subito.

<<Che c'è?>>, mi chiede facendo scattare il solito sopracciglio.

<<Niente, niente>, gli rispondo cercando di evitare il confronto davanti a sua madre.

<<Non direi niente. Ormai ti conosco. Che c'è?>>, insiste. 

<<Niente, trovo solo divertente il fatto che tu sia l'unico ad ordinare solo un caffè durante il famoso Tè delle Cinque. Solo tu potresti>>, dico con un sorriso innocente.
<<Niente dolce, immagino>>, aggiungo.

Valentina scoppia a ridere sinceramente divertita: <<Hai già capito che tipo è? Asociale e molto antipatico. Non so che ho fatto di male!>>. Si capisce chiaramente che sta scherzando, ma Andrew alza gli occhi al cielo scocciato.

<<Mamma, ti prego. Sono qui perché hai insistito tanto. Non farmi pentire>>.

<<Io ho insistito?>>, risponde anche lei ostentando innocenza.

<<Ti sei presentata in ufficio e hai tediato la mia segretaria fino a che non sono uscito con te. Per fortuna ho orari flessibili>>.

Lei sorride e mi guarda dicendo con un tono sicuro: <<Sì è vero, l'ho fatto>>.

Com'è possibile che da una madre così favolosa e simpatica sia nata una persona fredda come Andrew. Affascinante, intrigante, misterioso e freddo. 

<<Non capisco perché questo pulcino fa tante storie! Dovrebbe essere contento di passare del tempo con me!>>, esclama sconcertata.

<<Mamma, per favore>>.

Mi allontano per preparare quanto ordinato e quando torno da loro, sento la voce di Andrew sovrastare la musica ambiente: <<Mamma, te l'ho già detto. Non uscirò con Emma solo perché tu ci tieni tanto. Non puoi scegliere per me>>.

Non appena nota la mia presenza, mi guarda imbarazzato, ma io decido di ignorarlo e porgo sorridente le loro bevande.

In realtà questo è l'ennesimo colpo al cuore causato da Andrew. Sta continuando a peggiorare la sua già pessima situazione. Detestabile Andrew. Dovrei legarti i lacci delle scarpe tra di loro.

Ho sempre saputo di non avere speranze con lui. La prima volta che era venuto a cena qui aveva detto che non ero niente di che e, ora, è chiaro che la sua opinione non è cambiata.

<<Tutto bene, bellissima?>>, mi domanda Gianluca non appena torno al suo fianco. I suoi occhi chiari, quasi grigi, sono un toccasana in questo momento e scaldano molto di più degli occhi color cioccolato del freddo coreano.

<<Tutto benissimo. Ho scoperto che i trenta sono i nuovi venti. Quindi con questo ragionamento sono giovanissima>>, gli dico divertita.

<<Tu sei già giovanissima! E non hai neanche trent'anni. Il che vuol dire che con questo ragionamento saresti quasi una minorenne e non potrei mai insegnarti a preparare i cocktail>>, risponde gentile sfoderando il suo sorriso più affascinante.

<<Vero, hai ragione. Saresti a rischio>>, replico ridendo.

<<E poi, Em, tu sei bellissima. Vent'anni o trenta che siano>>, aggiunge, <<In più se fossi minorenne, non potrei chiederti di uscire con me>>.

Imbarazzata, mi sfugge una risatina più strana del solito.

<<Allora, esci con me?>>, mi chiede schizzandomi a sorpresa con le mani bagnate d'acqua.

Quando alzo lo sguardo divertita, noto che Andrew mi sta osservando stupito ed interessato.

<<Certo!>>, rispondo accettando l'invito del mio barista preferito. Stupido Andrew, non sei l'unico al mondo.

Gianluca abbassa la voce e bisbiglia indicandomi il coreano senza farsi notare: <<Ti devo raccontare anche dell'avvocato. Andrew Choi. Ci tengo a condividere con te>>. 

No OtherWhere stories live. Discover now