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Eccomi, anzi eccoci, qui con una mini long!

Eccoci perchè per questa meraviglia che andrete a leggere, devo ringraziare la mia associata a delinquere, miss Soraya, in arte alix1918.

Questa storia è frutto della nostra collaborazione... e niente... speriamo vi piaccia e vi lasciamo ai capitoli!

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Fabri si sveglia nel letto di casa sua a Roma, della casa che ha preso in affitto da quando la storia tra lui e Giada è finita. La casa che più volte lo ha visto addormentarsi tra le braccia di Ermal, quell'amore inaspettato che Fabrizio proprio non credeva di trovare all'alba dei quarantadue anni.

E' presto, sono le 7 del mattino, ma la sveglia suona. Lo spazio nel letto è ridotto, e Fabri torna presto alla realtà. Anche se Ermal non è con lui, impegnato con il tour, la casa non è certo vuota. Quella notte i bambini sono rimasti con lui. Giada non era stata molto d'accordo, ma lui era in una delle rare pause del proprio tour, e aveva fatto la solenne promessa che questa volta Giada non avrebbe ricevuto notifiche di ritardo a scuola dal registro telematico dei figli.

Fabri si passa stancamente una mano sul viso, è stranamente sudato ma non sente caldo, al contrario, il suo corpo è pervaso da brividi di freddo. Non si sente molto bene, la testa gli gira e i muscoli sono più indolenziti del solito.

Non perde però molto tempo a pensarci, non in quel momento, per lo meno. Ci sono i bambini da svegliare per fare colazione tutti insieme prima di portarli a scuola. Fabri ama far colazione con loro, anche se Anita con i suoi strilli è in grado di innervosire Libero, che, al contrario della sorella, al mattino è piuttosto taciturno e scontroso, come lui del resto. Anita ha preso la vitalità mattiniera da Giada, una delle poche cose che ha preso da lei, con sommo dispiacere dei due uomini di casa.

Fabri controlla ancora l'ora sul display della sveglia, sono solo le sette e cinque del mattino, i bambini può svegliarli tranquillamente tra una decina di minuti. Decide così di alzarsi, andare in bagno e darsi una rinfrescata, nel disperato tentativo di levarsi di dosso quella sensazione sgradevole che lo attanaglia.

Fabri conosce se stesso, conosce il proprio corpo, sa che quelle sono le avvisaglie di una bella influenza, una di quelle con i fiocchi e contro fiocchi, ma non può cedere proprio adesso, altrimenti chi la sente Giada?

Cautamente, si mette a sedere sul letto. Il mondo inizia immediatamente a girare, e istintivamente si porta le mani alle tempie, dando il tempo alla vertigine di scemare.

Decisamente non un buon segno. Per niente.

Deve arrivare al bagno.

Punta i piedi per terra, si aggrappa con entrambe le mani al bordo del materasso e cerca di farsi forza per mettersi in piedi. Il primo tentativo è un totale fallimento, crolla a peso morto sul letto, come se le sue gambe fossero incapaci di reggere il peso del suo corpo.

Testardo, cocciuto e orgoglioso, ci riprova. Questa volta sembra aver leggermente più successo, riesce a mettersi in piedi, anche se il suo equilibrio sembra essere momentaneamente disperso. A tentoni, come se fosse ubriaco, arranca verso il bagno.

Si tiene in piedi a malapena, appoggiandosi a qualunque cosa incontri sul proprio breve cammino.

Già gli sembra di sentire i rimproveri di Giada quando la chiamerà per dirle che i ragazzi non sono andati a scuola, ma non può fare altrimenti. Arrivare al bagno si sta rivelando un'impresa titanica: di mettersi alla guida per portare i ragazzi a scuola non se ne parla proprio.

Finalmente riesce a mettere le mani sul lavandino. Apre l'acqua fredda e la lascia scorrere un attimo prima di mettere una mano a coppa e raccoglierne un poco da buttarsi sulla faccia. L'altra mano gli serve per tenersi in piedi. La testa gli scoppia tanto da rendergli difficile tenere gli occhi aperti, e forse è meglio così, in modo che non possa guardarsi allo specchio.

Febbre, famiglia e nuove scoperteOù les histoires vivent. Découvrez maintenant