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「 Eddie's pov. 」
Il mattino seguente mi alzai prima del solito.
Restai sul letto per alcuni minuti, fissando con occhi semiaperti il soffitto bianco sporco.
Avevo bisogno del mio diario.
Avevo bisogno di scrivere quello che mi passava per la testa.
Così mi alzai controvoglia e cercai un foglio bianco o perlomeno non troppo scarabocchiato.
Scrissi due pagine intere e poi scesi a fare colazione.
Evitando le smancerie di mia madre, uscii di casa dopo essermi cambiato e lavato e mi diressi verso il liceo.
Mentre la porta d'ingresso si chiudeva alle mie spalle, pensai che magari Alaska doveva ancora uscire per andare a scuola.
Arrivai davanti al suo vialetto d'entrata e, proprio in quel momento, la ragazza uscì di casa.
Alaska non mi notò fino a quando non mi venne praticamente addosso.
Spalancò i suoi occhioni blu e mi fissò sorpresa.
«Kaspbrak? Che ci fai qui?» la sua voce era ancora impastata e quasi roca.
«Ehm... Non lo so...» una scintilla attraversò i suoi occhi, facendomi sentire in imbarazzo.
«Cioè, volevo dire... Ho pensato che magari... Si, che magari potevamo andare a scuola assieme... Dato che abitiamo vicini...» cercai di terminare il discorso pronunciando una frase di senso compiuto, cosa che non mi riuscì completamente.
«Perché no, dai andiamo!» Alaska mi sorpassò con un'andatura spedita.
«Aspettami!»
Mentre ci dirigevano verso la scuola, parlammo del più e del meno.
In fondo non era così male.
Certo, era scontrosa e bipolare, ma potevo sopportarlo.
D'altronde, ero amico con quello scemo di Richie Tozier.
«Allora Kaspbrak... Che mi racconti?» la sua voce mi riportò alla realtà e mi voltai verso di lei.
«Non è successo molto dall'ultima volta che ti ho vista ieri...» borbottai imbarazzato.
