~cap.1~

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E una lacrima le rigò il viso, mentre vide l'ultima cosa che le era rimasta morire a causa sua, davanti ai suoi occhi. Lei, impotente contro la forza della natura, non è stata capace di proteggerlo. La pistola nella mano, il buco nella fronte del ragazzo davanti a lei. Come poteva andare avanti, con quelle immagini nella testa?
***
Dopo aver pulito con la mano la patina di sporcizia che copriva lo specchio, liberandone una piccola parte, guardo il mio riflesso. Oh, sono cambiata dall'ultima volta.
l'ultima volta che mi sono guardata allo specchio avevo dei capelli neri sempre ordinati e pettinati,
ora raccolti in maniera scombinata in una coda di cavallo, con un elastico sporco.
Il mio viso è lurido, macchiato di sangue secco, di sudore.
I miei occhi a mandorla sono segnati da due profonde occhiaie.
Quanti giorni saranno che non dormo?

Finalmente, ho trovato rifugio in una casa. Era vuota, nemmeno un morto. Non depredata, mi è andata bene. Ho due zaini, il primo è pieno di cibo, di coltelli. Il secondo è più una sacca che uno zaino, pieno di medicine.

Da fuori tutto sembra al suo posto. Ma nella mia testa è tutto distrutto, tutto sovrapposto in piccoli frammenti.
I bambini al parco giochi, i pranzi del giorno del ringraziamento
I morti che squartano i vivi, i vivi che si uccidono a vicenda.
In che razza di scherzo del destino sono finita?

Distolgo subito lo sguardo dallo specchio, provando ribrezzo solo guardando il mio riflesso. Butto la pistola nella vasca da bagno, avvolta in un asciugamano impolverato, per diminuire il rumore. Non voglio più nemmeno vedere quella cosa. Poso nella camera da letto lo zaino, aprendo vari cassetti in cerca di biancheria e vestiti puliti. Trovo una maglietta non troppo larga, un reggiseno e dei boxer da uomo. Meglio di niente sicuramente. Butto la maglia che avevo indosso, e il reggiseno "vecchio" fa la stessa fine.

Mi cambio alla velocità della luce, come se qualcuno mi potesse osservare.
Fottute paranoie, quale persona in vita si fermerebbe a guardarmi?
Sono tutti troppo occupati a scappare, a sopravvivere.
I vaganti popolano il mondo, adesso.
Non si tratta più di chi è vivo,
Ma di chi non è morto.

Giro un po' per la casa, in cerca di cose utili, provviste,medicine, cibo, qualsiasi cosa. Non né ho realmente bisogno al momento, ma ho bisogno di distrarmi. Questo è l'unico passatempo rimasto.

***

Nella casa non c'è molto. Foto di una coppia, quadri appesi ai muri, cibo ammuffito, carte, nulla di rilevante.
Afferro una foto.
Salgo di nuovo le scale, con la cornice in mano. Mi siedo sul letto, appoggiandomi allo schienale, per poi osservarla attentamente.
Nella foto sono raffigurati due ragazzi, mano nella mano, mentre si baciano. La foto è in bianco e nero, probabilmente scattata con una di quelle vecchie fotocamere, ovviamente non digitali. Sorrido lievemente.

Insomma, chi è che non vorrebbe la vita di prima indietro?
Preferisco essere perseguitata da dei bulletti, piuttosto che dalla morte.
Perché i bulletti vanno via, ma la morte no.
La morte è una macchia di inchiostro nero su una camicia bianca, che nonostante i vari tentativi per lavarla via non si toglie, come massimo si sbiadisce, come per ricordarti che anche se non sembra, è sempre lì.
È sempre dietro di te, pronta a prenderti alla sprovvista.
Osservo la foto un ultima volta, prestando attenzione ai loro volti felici. Poi, la strappo. Tutto questo è finito, non c'è più.
***
E palpebre si fanno pesanti: sono stanca, molto stanca. Ho perso la cognizione del tempo. Può essere giorno, notte, pomeriggio. L'unica cosa di cui ho bisogno adesso è riposare, e so che tanto, quando mi sveglierò, se sarò ancora veramente viva, qualcosa di brutto accadrà, Nè sono sicura.

Metto lo zaino in spalla, e mi Poggio su un fianco, per poi chiudere gli occhi.
Non so se li riaprirò mai.
Per ora penso solo alla sensazione soffice del materasso, contro la mia pelle.
Penso anche solo all'essere capace di percepire qualcosa,
Ora che molti, non possono più farlo.
***
Un qualcosa di metallico sbatte contro il mio polpaccio. Aggrotto le sopracciglia.
"Secondo te è ancora viva?"
Chiede quella che sembra la voce di un ragazzo, non troppo profonda, ma nemmeno troppo acuta.
"Si. Sennò si sarebbe già trasformata."
Questa voce invece è più profonda, più seria, più adulta.

Io lo sapevo che qualcosa di brutto sarebbe successo.
Mai chiudere gli occhi, se la morte bussa alla tua porta.
————————
Heyyyyyyy
Allora, lo so, è corto. Onestamente non mi sentivo di allungarlo con un farfugliare inutile.
Spero che possa comunque piacervi :) mi ci sto impegnando veramente tanto a scrivere questa storia. Spero che non sia scontata o noiosa.
Mettete una stellina e commentate!
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Continuo a cinque stelline 💖

Broken - Carl GrimesWhere stories live. Discover now