Capitolo 1

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Martina
Eccoci qui! Di nuovo a Buenos Aires, la mia città natale.
Non mi sono ancora presentata: mi chiamo Martina Stoessel, ma per gli amici Tini, ho 18 anni e sono nata proprio qui, ma ho vissuto per 5 anni in Italia, a Roma, a causa del lavoro di mio padre. Lì a Roma ho conosciuto quella che oggi è la mia migliore amica, Lodo. Lei verrà domani. Abbiamo deciso insieme di proseguire qui gli studi. Ormai siamo atterrati da un pezzo! Siamo all'aereoporto. Sono qui con i miei genitori e mio fratello Francisco e in questo momento stiamo andando a prendere un taxi per raggiungere il mio hotel nel quale alloggerò momentaneamente. I miei mi stanno accompagnando e resterò lì fino all'arrivo di Lodo. Quando arriverà lei andremo nell'appartamento di un palazzo del quale ha lei le chiavi (accidenti a me e alla mia stupida testa!🤦🏻‍♀️)
In ogni caso, non vedo l'ora!

Jorge
20:00.
E anche questa giornata è andata.
Il mio turno qui al CoffeeChoco è finito.
Io sono Jorge Blanco, ho 23 anni e frequento ancora gli studi. Da quando mio padre se ne è andato lasciando me, mia madre e il mio fratellino Daniel soli; ho dovuto cominciare a lavorare per aiutare la mamma a mantenere la famiglia.
Mio padre ci ha abbandonati 3 anni fa. Avevo tutto, avrei potuto avere tutto. Un giorno lo vidi tornare ubriaco a casa. Prese mia madre per un polso e la sbattè al muro, con forza, urlandole contro.
"Lurida puttana! Ho bisogno di sfogarmi! Devo sfogarmi su qualcuno! Ora tu vieni via con me, ce ne andiamo a New York! Via tutto e tutti!"
Cominciò a tirarla per il polso, dirigendosi verso la porta. Io, nel frattempo, mi trovavo in cima alle scale di casa. La vedevo urlare e piangere e non potevo restarmene li fremo con le mani in mano. Provai a dividerli, facendo lasciare la stretta di mio padre sul polso della mamma e per poco li divisi.
Ricordo ancora tutto.
La mamma si accasciò a terra, mio padre mi prese per il colletto della camicia e mi sbattè contro il tavolo. Poi prese un coltello e lo fece. Mi tagliò.
Un taglio profondo, sul ventre, del quale ancora oggi resta la cicatrice.
Uscii dal bar, chiamai un taxi e mi diressi verso casa.

Martina
Sono appena arrivata in hotel. I miei sono già andati via. Sto camminando verso la reception. Lì c'è un ragazzo, carino, al quale chiedo informazioni per raggiungere la mia camera.
"Ehm..scusi. Sa dirmi dove si trova la stanza 127?"
Si girò.
"Buona sera dolcezza. Camera 127 eh? Senti..." prese un mazzo di chiavi e cominciò a farselo passare fra le dita.
"Queste sono le chiavi della stanza...potrei dartele, certo, ma io che cosa ci guadagno?"
Mi rivolse un sorrisetto.
"No caro, caschi male. Ascoltami bene: o tu ora mi dai le chiavi immediatamente, oppure chiamo il proprietario dell'hotel. E non penso gli faccia piacere sapere che un insolente ragazzino finge di essere un dipendente del posto!"
Non sopporto i ragazzi che si credono chissà chi. Si montano la testa e credono di essere padroni del mondo, quando in realtà sono solo degli arroganti!
"Ehi bambolina, calmati!"
Disse ridendo.
"Quando ti arrabbi ti si forma una ruga brutta brutta proprio qui."
Si sporse verso di me e puntò un dito sulla mia fronte.
"E comunque mio padre è il proprietario dell'hotel. Ci vedremo molto spesso, d'ora in poi."
Mi fece l'occhiolino.
"Non toccarmi e per cortesia dammi le chiavi della mia stanza."
Dissi io, tirandomi indietro e sbuffando.
"E va bene, mi hai convinto. Ecco a te!"
Disse infine porgendoli le chiavi e sorridendo.
Gliele sfilai di mano e gli rivolsi un sorrisetto falso, per poi voltare velocemente le spalle ed andare in camera.
"Ah comunque io sono Diego! Ricordatelo bambolina!"
Mi urlò dietro, mentre io salivo le scale, ignorandolo.
Arrivai in camera, aprii la valigia e presi l'intimo, per poi recarmi in bagno a fare una doccia.
L'acqua calda scorreva sul mio corpo, facendo liberare la mia mente da tutti i pensieri.
Quando sarebbe arrivata Lodo? Che cosa avremmo fatto domani mattina? Come sarebbe stato l'appartamento? E le camere? La scuola? Quando ci saremo iscritte?
Tutte domande che rimasero in disparte nel momento in cui l'acqua calda mi rilassava.
Finii di lavarmi, mi misi il pigiama ed andai finalmente a dormire.
Era stata una giornata faticosa: il viaggio, l'incontro con quel ragazzo snervante e tutte le domande che avevo per la testa sparirono nel momento in cui chiusi gli occhi. Mi addormentai subito.

Jorge
Arrivai a casa. Salii le scale del mio palazzo ed entrai. Trovai mamma intenta a guardare Grey's Anatomy in tv.
"Daniel?"
Chiesi.
"Oh ciao Jorge. Tuo fratello sta dormendo. È ora di andare per tutti"
Disse lei, spegnendo la televisione ed avanzando verso le scale.
"Buonanotte."
Disse, per poi sparire nel buio della notte.
Decisi che era ora di andare a dormire anche per me, così andai in camera; mi spogliai rimanendo così in boxer, e mi infilai sotto le coperte.
Lo schermo del mio cellulare si illuminò.
Era un messaggio.
[23:55]
Da Bro👊🏻😎: Ehi bro, non puoi capire che è successo in hotel!! Domani ti racconto 😎
[23:55]
A Bro👊🏻😎: Va be, però domani. Lasciami dormire ora.
[23:56]
Da Bro👊🏻😎: Ti sei spento ultimamente. Che ti prende, eh? Che ne dici se domani andiamo in disco a rilassarci un po', eh?

Perché no?

[23:57]
A Bro👊🏻😎: Mi sembra una buona idea, ora però lasciamo riposare!
[23:57]
Da Bro👊🏻😎: Vabbè, a domani.

Chiusi il cellulare e mi misi a dormire, abbandonandomi finalmente alle braccia di Morfeo.














Ecco il primo capitolo! Spero vi sia piaciuto. Forse la storia ora è un po' noiosetta, ma è solo l'inizio e vi assicuro che il seguito sarà molto più "movimentato" 😁💗
Spero che continuiate a leggere la storia🌹
Baci, hugmejortini😘🔥

That's Would Be IMPOSSIBLEWhere stories live. Discover now