➳ l'inizio della fine.

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Sette e trenta del mattino.
Sentii un fastidioso squillo provenire dal mio telefono: era la sveglia.
Aprii leggermente gli occhi strusciandomeli con le mani e portai una mano verso il dispositivo spegnendolo.

Quanto odiavo le mattinate come questa.
Non c'era mai niente da fare nei giorni in cui il capo non ci assegnava missioni.
Potevi solo bighellonare in giro ammazzando un paio di bambini, oppure te ne stavi in laboratorio a provare nuove formule per i tuoi sieri mortali.
Bhe, la seconda parte riguardava più me che la maggioranza dei villains in circolazione suppongo.

Mi alzai dal letto lentamente e mi andai a preparare indossando la mia solita camicia verde smeraldo con pantaloni e cravatta neri.
Ed infine le scarpe rosse che ho sempre amato dalla prima infanzia.
Scarpe rosse, come il sangue delle persone inutili che muiono ogni giorno.
Sì perché non c'é posto per le persone inutili in questo mondo.
Tutto quello che sanno fare é inseguire sogni di cui sono consapevoli della loro irrealizzabilità.

Mi risvegliai dai pensieri in cui ero sprofondato, di nuovo.
Mi capitava molto spesso di immergermi in pensieri ottusi, del resto però erano solo una rappresentazione di cosa ero stato io nei miei primi tredici anni di vita: una persona inutile che ha creduto nella speranza, per veder realizzato il proprio sogno di diventare un hero.
Smisi una volta per tutte di pensarci e scesi le scale ancora dormiente.

Ad un certo punto una vocina stridula si fece sempre più vicina in un lasso di tempo brevissimo: si trattava di Himiko Toga, una mia compagna di squadra.
Mi corse incontro saltandomi addosso:"Buongiorno Deku-Channnn ~".
Accennai un sorriso e le accarezzai la testa ricambiando il buongiorno.
Toga-san era una ragazzina un po' pazza ed eccessivamente eccitata a volte, ma era una brava ragazza e seguiva sempre i miei ordini di leader.
Si può dire che, sotto questo aspetto, somigliava davvero ad un cagnolino che fa la festa al proprio padrone ogni volta che lo vede arrivare.

Scansai Himiko e mi diressi al bar, il quale si trovava al piano terra della mia abitazione, in cui abitava anche il resto dei fedeli villains devoti al capo.
Mi sedetti su una delle sedie rialzate, vicino al bancone e, con un cenno della mano, salutai Kurogiri che mi porse subito un panino ed un caffé per colazione.
Lo ringraziai e iniziai a mangiare.
Anche Himiko, seguita da Dabi appena svegliatosi, mi raggiunsero al bancone ed iniziarono ad argomentare sulle prossime operazioni che avremmo dovuto eseguire nei prossimi giorni.

La nostra tranquilla prima mattinata fù interrotta dall'arrivo improvviso di Tomura che ci convocò subito nella sala riunioni.
Lo seguimmo incuriositi da tanta agitazione, forse un nuovo incarico non in programma ci era stato affidato per quel giorno? Probabile.
Ed, infatti, le mie supposizioni erano giuste, ma ancora non potevo immaginare l'incontro che il destino aveva riservato per me.

Tomura ci disse in preda all'agitazione che dovevamo intervenire subito in un'area fuori città dove, apparentemente, la classe 1-A dell'istituto Yueei, la scuola per diventare eroi più rinomata del giappone, si stava allenando.
Ma non erano loro il nostro bersaglio, ma bensì uno ben più forte: All Might.

All Might. Solo a sentire il suo nome mi saliva il vomito. Per anni l'ho ammirato, l'ho considerato il mio eroe numero uno. E proprio il mio idolo, la persona in cui riposi la mia speranza, il mio sogno, provocò lo spegnimento dell'ultima fiammella di fiducia nel miglioramento che mi era rimasta.
E finalmente, in quel giorno, avrei potuto dimostrargli che una nuova luce era sorsa nella mia vita. Avrei potuto dimostrargli la vera definizione dello spartimento tra heroes e villains: non sono loro ad averla fatta, non siamo noi ad aver deciso di stare dalla parte del bene e dalla parte del male, ma sono le persone intorno a noi ad averci trasformato in ciò che siamo oggi.

Tutti mi hanno sempre ripetuto che non sarei mai potuto diventare un eroe, che non avrei mai potuto realizzare niente nella vita, che ero solo un buon annulla senza unicità.
Ma tutti si dimenticarono di una cosa, tutti si dimenticarono di dirmi che non sarei neanche potuto diventare un cattivo.
Tutti considerarono solo gli eroi le persone che facevano del bene, che salvavano tutti.
Ma a salvarmi non fù la mano di un eroe, bensì quella di un cattivo che mi diede un quirk e una vita concreta. Quello é ciò che sono ancora oggi.

Mi risvegliai dai miei pensieri solo quando sentì il bersaglio che avremmo dovuto catturare dopo aver eliminato All Might, il nome di quel bersaglio mi fece tornare alla mente ricordi orribili appena lo sentii pronunciare da Tomura.
Gli chiesi di ripetersi, volevo credere di aver sentito male, ad ogni costo.
Tomura rispose:"Ripeto: il bersaglio é Katsuki Bakugou della classe 1-A".

Oneirophobia | KatsuDeku (VILLAIN!AU) Donde viven las historias. Descúbrelo ahora