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Uscita da scuola, sono di nuovo di cattivo umore. Quella telefonata mi ha irritata terribilmente, ma ciò che più mi innervosisce è il mio modo di essere. Sono una bambina illusa, niente di più, niente di meno. Perché mi aspetto sempre così tanto da lei? In fondo i segnali ci sono tutti, no?
«Bea, torniamo a casa insieme?»
Marta interrompe i miei pensieri e quasi gliene sono grata per la piega che stavano per prendere.
«Voglio passare un po' di tempo da sola, ma se vuoi ci incontriamo oggi pomeriggio insieme alle mie amiche» dico.
«E alla tua ragazza» ammicca lei dandomi una leggera spallata.
«Già».
Ho una ragazza e sono gli altri a ricordarmelo.
«Stai bene, Bea? So cosa vuol dire perdere il padre. So cosa provi, ti va di parlarne, magari?»
«No, non mi va. Sto bene.»
«Okay» risponde, un po' delusa.
«Io vado, allora, ci vediamo dopo?»
Acconsente e ci separiamo.

Scorgo la chioma blu di Anna e mi batte il cuore a mille all'ora. Quanto è bella. Lei mi guarda e mi sorride, poi sposta lo sguardo su Marta. Quando ci avviciniamo, mentre mi saluta con i due baci sulla guancia, a bassa voce chiede:
«lei sa?»
Faccio cenno di no con la testa e immediatamente si allontana e saluta Marta.
Pensa che direi in giro che sto anche con lei?
«Beatrice e Giulia stanno arrivando, le ho sentite prima» annuncia.
«Lo so» dico.
«Allora, Anna: com'è questa Beatrice numero due?» chiede Marta, sorridente.
«Direi che è a posto, ma non quanto la prima» ammicca, poi prosegue «e tu, come stai?»
«Bene, grazie» le sorride lei.
«Hai trovato una fidanzata?»
«Io sono etero! E no, non ho trovato un fidanzato» ridacchia.
«Secondo me potresti cambiare idea» Anna ha un atteggiamento strano, è come se volesse provocarla.
No bea, non pensare male.
«Beh, finora non mi è parso, ma se conosci qualcuno che potrebbe riuscire a farmi ricredere, prego, dimmi pure» Marta si passa una mano tra i capelli e si lecca le labbra.
Stanno davvero flirtando davanti a me?!
Parlerò a Marta di tutto. Posso ancora evitare che si piacciano. Fanculo il silenzio e i segreti.
Infondo Anna è proprio una stronza. Che stronza, Dio. Ma io che ho fatto di male? La strozzerei. Sa di piacere, e ne approfitta.
Dopo quindici minuti in silenzio ad ascoltare questo schifo, finalmente vedo Beatrice, e per la prima volta, vedere lei era l'unica cosa che volessi.
«Ciao amore» le dico appena la vedo, e la bacio.
Lei mi abbraccia forte e mi chiede come sto. Inizio a conversare con lei mentre accendo una marlboro. Qualche secondo dopo mi saluta anche Giulia un po' stizzita, probabilmente a causa di Anna così in sintonia con Marta.
«Posso parlarti?» mi chiede la fidanzata della mia amante, portandomi da parte.
«Certo, dimmi pure» rispondo, pur sapendo per certo che mi chiederà qualcosa in merito a quelle due stronze.
«Ma quella tua amica lì è etero?» è la sua domanda.
«Sì, credo».
«Come sarebbe a dire "credo"?» ha gli occhi infuocati di rabbia.
«Beh, fino ad oggi lo è stata» rispondo semplicemente.
«Beatrice, stai cercando di dirmi qualcosa?»
«No, ma non posso assicurarti che resterà etero a vita. Sai bene che effetto fa Anna sulle ragazze»
«Bea, io le strappo i capelli, a quella tua amica»
Io li strapperei sia a lei che a te, pensa un po'.
Taccio continuando fumare, e la seguo quando si dirige verso il tavolo dove sono sedute le altre.
Anna mi osserva interrogativa, ma io non la degno di uno sguardo.
Non lo merita, ora meno che mai.

Come fiori in primaveraWhere stories live. Discover now