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Sono passati tre giorni. Non ho accettato la proposta di Anna verbalmente, ma in effetti ci comportiamo come se fossimo amanti. Non avevo progettato negli anni addietro di fare l'amante nella mia vita, figuriamoci a sedici anni, poi. Mi devo ancora abituare alla situazione, che per il momento non è così tragica come credevo potesse essere.

Stiamo guardando un film a casa di Anna con le nostre rispettive "ragazze". Dentro di me mi sento uno schifo nei confronti di Beatrice, ma voglio davvero che Anna capisca che tiene a me talmente tanto da lasciarci alle spalle tutto questo e iniziare qualcosa insieme, io e lei.

«Tu sei mia» mi sussurra Anna all'orecchio, mentre Beatrice è seduta affianco a me e Giulia affianco a lei.

Sorrido perché non riesco ad evitarlo. Il mio cuore trema, e istintivamente le rispondo, a voce altrettanto bassa:

«Non del tutto, ti ricordo» e faccio un sorrisino beffardo.

Negli ultimi giorni l'ho vista più presa da me rispetto a prima, e il brutto di questo, è che di conseguenza anch'io mi sono lasciata andare se non del tutto, quasi. Sono più tranquilla adesso, in sua presenza. Pochi giorni fa era un'ansia continua, adesso non più di tanto.

Cazzo, quanto mi piace. Non credo che mi sia mai piaciuta una persona così tanto.

Lei mi guarda intensamente con i suoi occhi verdi e accenna a un sorriso. Spero che questa situazione inizi a starle stretta presto.

«Per ora» afferma lei piano, quando si volta per baciare Giulia sulla fronte.

Non controllo ancora la gelosia, ma fino a che non capirà che stiamo facendo una cazzata devo conviverci. Da una parte mi chiedo come faccia ad essere così brava a tradire, deve averlo fatto chissà quante volte prima d'ora. Dovrò chiederglielo.

«Il film è finito! Finalmente!» Annuncia Anna, quando mi volto verso il televisore, vedo scorrere i titoli di coda.

Sorrido. Non ho seguito una sola parte di quel film.

«E' stato stupendo!» afferma Giulia, guardando Beatrice. La mia ragazza acconsente ed entrambe prendono a commentare le parti che più hanno apprezzato.

«Io vado a fumare una sigaretta» dico, e sorrido a Beatrice che ricambia immediatamente.

«Vengo anch'io, aspettami» risponde Anna.

Ci dirigiamo in balcone e faccio per estrarre il pacchetto dai miei jeans, ma prima che possa riuscirci, mi afferra per i fianchi minuti e mi bacia. Intensamente. Pare che questa cosa del proibito le piaccia. Quando si stacca da me sorrido, e anche se le ragazze sono lontane dal balcone dico:

«Dobbiamo stare attente»

«Non verrebbero mai qui, siamo a dicembre, fa freddo e nessuna delle due fuma, perciò...» e mi bacia di nuovo.

Poi mi guarda. E' così bella quando mi guarda.

Mi porge l'accendino e do un lungo tiro alla sigaretta, subito dopo lei fa lo stesso.

«Sai che la lascerò, prima o poi, sì?» dice, d'un tratto.

Eh?

Il mio cuore si ferma.

«Mi stai prendendo in giro, smettila!»

«Non ti sto prendendo in giro, Bea, non hai idea di quanto mi piaccia tu» risponde, scrollando la cenere fuori dal balcone.

«Stiamo facendo di nuovo questo discorso? E' ovvio che Giulia ti piaccia molto di più, altrimenti non saremmo in questa situazione» dico, secca.

«Bea, la lascerò»

«Se hai intenzione di lasciarla, perché non lo fai subito? Io non capisco...»

«Fidati di me» dice, con quegli occhioni verdi che mi fissano.

«Non mi fido di te» ed è la verità. Ho sempre paura di ciò che potrebbe fare in mia assenza. Chi mi dice che non abbia una seconda amante?

Lei tace, ma solo perché sa che pur non fidandomi la lascerò fare.

«Avevi già tradito prima, vero?»

«Perché me lo chiedi?»

«Beh, perché si vede che... insomma, che riesci a farlo»

«Anche tu riesci a farlo» sorride.

«Lo dici come se fosse ovvio che io non l'abbia mai fatto prima d'ora»

«E infatti è così» afferma lei, sicura di sé.

«E chi te lo dice?»

Anna ha ragione. Io non ho mai fatto nulla di simile nella mia breve vita adolescenziale, ma mi irrita un po' il fatto che lei lo dia per scontato.

«Beatrice, te lo si legge negli occhi... non ti piace farle questo, però continui a farlo» si passa una mano tra i capelli blu elettrico e si morde il labbro.

«E da come ti mordi il labbro deduco che invece a te piaccia l'idea di essere la preferita...»

«A chi non piacerebbe?»

«Sì, infatti, piacerebbe anche a me» rispondo, pur sapendo di risultare disperata.

Lei mi accarezza uno zigomo con il pollice, e risponde:

«Tu sei la mia preferita»

«Non ritorniamo su questo discorso, stai cercando di distrarmi, ti ho fatto una domanda!»

«Sì, l'ho già fatto in passato »

La rabbia mi ribolle nelle vene, ma cerco di attutirla accendendo un'altra sigaretta.

«Se ne accendi un'altra ci metteremo troppo, sospetteranno... ah, come sei ingenua, piccola» e mi accarezza di nuovo.

La ignoro e continuo a fumare, pur sobbalzando al suo tocco.

Come fiori in primaveraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora