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Peter non è tornato.

Ho aspettato tutta la notte, continuando a rivoltarmi nel letto, stringendo le coperte fra le mie dita, non riuscendo a contenere il nervosismo.

Lo ammetto, non ho fatto altro che ripensare alle sue parole, al modo in cui si è infuriato per aver semplicemente ricevuto un qualche tipo di ammonimento dal fratello maggiore che, ovviamente, cerca di fare ciò che è meglio per lui.

Peter è così perso nella rabbia e nel rancore per non avere un suo spazio sul piedistallo che nemmeno si accorge di quanto è fortunato.

Ha una famiglia, persone che lo amano seriamente e che ci tengono al suo benessere, e ha centinaia di cittadini che si affidano a lui e che lo considerano come un modello.

Certe volte, chi ha tutto trova più motivi per lamentarsi di chi non ha niente.

Decido di alzarmi dal letto solo quando ormai sento le persone parlane e camminare intorno alla tenda, segno che la vita si sta risvegliando nel villaggio.

Mi infilo velocemente un paio di pantaloni larghi ed una felpa col cappuccio, sempre appartenenti a Peter, e poi le scarpe da ginnastica che Sarah mi ha fatto avere, così da sostituire i pesanti anfibi della mia uniforme da cacciatrice.

Esco, ed è subito come ritrovarmi su un palco, dove tutti si sentono in dovere di guardarmi e, se necessario, scambiare qualche piccolo commento col vicino.

Detesto sentirmi osservata in questo modo, è come se volessero mettermi a nudo, cercando di scovare i miei più piccoli segreti: loro non sanno che ormai non c'è più niente da trovare dentro di me, sono praticamente un involucro vuoto, ormai consumato e da buttare.

In lontananza, scorgo il profilo di Sarah, stretta all'uomo barbuto, mentre entra in una grande tenda, sicuramente non adibita ad abitazione, e così decido di seguirla, sperando di avere qualche informazione su Peter.

E' impossibile che nessuno abbia notato la sua assenza.

"Secondo me, dovremo spingerci a nord: è l'unica zona che abbiamo esplorato poco, e dove i cacciatori potrebbero aver trovato più nascondigli."

E' la voce del lupo moro, Kian, fermo davanti ad una mappa stesa su un tavolo e con un pennarello nero stretto nella mano destra, attento.

Vicino a lui, Tristan tiene le braccia incrociate, serio, mentre Sarah e l'uomo barbuto sembrano piuttosto perplessi ascoltando le sue parole.

Non mi sembra che molti prendano sul serio Kian e ciò che ha dire, fatta ad eccezione di lui stesso.

"Le temperature a nord dell'Alaska sono troppo impervie per gli esseri umani." Ribadisce Tristan, leggermente perplesso.

Kian solleva lo sguardo, già irritato "Pensi che sia un'idea stupida?"

Il biondo non si smuove, limitandosi a ricambiare il suo sguardo "Penso solo che potrebbero essercene di più plausibili."

Kian sbatte il pennarello sul tavolo, spezzandolo in due e lasciando schizzare la vernice su tutta la mappa e addosso a lui.

"Si può sapere che ti prende, eh?" Esclama,  furioso "Lucy è sparita e tu continui a pensare a programmare, informarti e stare attento a non distruggere gli equilibri. Lei potrebbe essere morta, Tristan, e non stai facendo nulla per cercarla."

Kian sembra davvero sul punto di saltare addosso a Tristan, sempre insolitamente calmo, ma, proprio ad un passo dalla fine, la situazione peggiora ulteriormente.

"La cacciatrice."

I suoi occhi scuri sono posati con decisione su di me, quasi a volermi spezzare in due col solo sguardo, e io, per quanto non vorrei, sento le mani tremarmi.

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